NB: Questo capitolo è differente da ogni altro capitolo. Prestate attenzione ai cambi tra una riga e l'altra, alla suddivisione delle fasi del dolore, al corsivo e al grassetto. Ci vediamo nelle note finali.
CAPITOLO 36
Six Degrees of Separation*
Negazione
Louis
L'avevo fatto, chissà come o con chissà quale forza, che in vita mia non ne avevo mai avuta: l'avevo lasciato. Harry Styles, così come era entrato nella mia vita, di prepotenza, non certo in punta di piedi ed inosservato, ne era uscito. La cosa straziante era che lui sapeva già che lo stavo lasciando non appena ero entrato da quella porta di legno. Mi aveva detto che sarebbe stato bene, ma non ci credevo, non quando l'avevo visto tremare così tante volte da tremare anche io.
E non era possibile che non avrei più toccato quel viso, non era possibile che non lo avrei più sentito addormentarsi stretto a me, il suo odore che era diventato il mio, la sua pelle così liscia, tutta da toccare. Non avrei più visto l'espressione del suo volto mentre mi baciava, la tranquillità con la quale cucinava per me, appoggiato a quel bancone della cucina che, troppo spesso, era stato teatro del nostro amore. Non avrei più sentito l'accoglienza di quelle coperte, il calore emanato dalle sue mani grandi ed affusolate, mai più disegnato i tratti del mio modello, osservando il suo corpo così armoniosamente sproporzionato e perfetto. Non mi avrebbe più letto le sue poesie, che erano diventate le nostre, il suo cipiglio perso tra le pagine stantie, le parole che erano diventate solo parole ora, che avevano perso il loro senso, seppur antico. E la sua voce non sarebbe più stata fusa con la mia, non avrebbe sospirato per me, non avrebbe parlato di futuro, ma di passato.
Solo il ricordo di qualcosa che non saremmo stati, mai più noi due, le mie paure che sarebbero rimaste lì, sepolte vive, in quegli istanti bruciati per poi essere congelati per sempre.
E nessuno avrebbe aiutato, nessuno poteva capire, sentire, piangere, morire come lo avevo fatto io. Soffrire, ardere, ridere, stringere.
Una vita senza di lui era inconcepibile pensarla, perché dal momento in cui avevo assaporato il frutto della passione, non credevo di poterne vivere senza.
L'amore che mi aveva dato tutto, mi aveva lasciato senza niente. Andare avanti era l'unica cosa possibile, plausibile, l'unica cosa da fare e se faceva male era perché avevo vissuto, avevo amato.
Del mondo che restava da vedere, immutato, dalla mia finestra osservai il suo passo incessante, con lo sguardo incredulo di chi stava già mutando.
Rabbia
Harry
Ogni mattina mi alzavo calpestando quei libri. Più li guardavo, sconfitti, a terra, più mi veniva voglia di romperli, di farli a pezzi, tanto piccoli quanto era ridotto il mio cuore, lo straccio di organo che non batteva più come prima. Aveva perso colpi dopo Nick, si era congelato con Zayn e le sue stanze era state rase al suolo dopo Louis.
Quei libri mi davano fastidio, che calciarli negli angoli era l'unica cosa che potevo fare. Il fatto che i sentimenti fossero tornati fuori tutti in una volta, mi aveva distrutto. Ero rimasto per ore sdraiato sul pavimento a piangere tutte le lacrime del mondo, condividendo il calore del mio corpo con le mattonelle bianche. E quegli occhi verdi, occhi che avevano visto del mondo solo il male e la disperazione prima di lui, non volevano saperne di chiudersi, di smetterla. Mi ero morso le labbra così forte da far uscire altro sangue, in aggiunta a quello delle ferite esterne di quella maledetta notte all'Up or Down. I pugni ricevuti, tutti e ventidue colpi al viso, non avevano superato il dolore che provavo e non lo avrebbero fatto nemmeno in quel momento. Ero furioso con me stesso, carnefice colpevole del mio massacro, del dividersi delle mie membra, del rompersi delle mie ossa. Ero rabbioso verso il mondo che aveva preso e preso e ancora preso, senza mai darmi una seconda possibilità, concedermi il lusso di sbagliare senza essere punito. Ed invece no, la punizione sarebbe stata esemplare, ancora una volta il dolore, la distruzione, la rabbia e il pianto, novità di quel giorno, avrebbero contribuito ad alimentare quel nero che avevo dentro, una macchia, un alone così denso e profondo da affogarci. La luce di Louis non era bastata ed era stata tutta colpa mia, colpa di un ragazzino fragile che non era capace di vivere in maniera normale, di amare senza danneggiare l'amato.
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No Sound but the Wind
Fanfiction['No Sound but the Wind' non è mia. I diritti sono tutti riservati all'autrice che ha creato questa storia e che l'ha, da tempo, resa una delle più popolari e belle di EFP.] [Permesso per la pubblicazione nel capitolo NOTE.] Fanfiction | Long | Har...