capitolo 1

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Ancora cinquecento chilometri.

Ma dico io, quanto può essere lontano il North Carolina? Roba da pazzi. Siamo da ben sei ore in auto.

Sei ore.

Sto perdendo la pazienza. Il che è una cosa abbastanza strana per me perché sono un tipo paziente.

Di solito.

Alcune volte.

No, mai.

Fa un freddo bestiale. E in più quella piattola di mio fratello continua a lamentarsi perché deve andare in bagno.

La Honda blu di mio padre percorre l'autostrada diretta ad Asheville. La cura come un matto. Non c'è centimetro di quella macchina che non abbia lucidato a dovere. Per me ama più lei che la mamma.

Mio padre è un tizio un pò particolare.

Alto, magro e con una faccia un pò alla David Copperfield. Gli si addice parecchio.

Oggi porta la divisa da lavoro. Lui lavora in una delle più prestigiose banche del Colorado. E' un pezzo grosso lá.

L'altra settimana lo hanno avvisato che sarebbe dovuto andare in North Carolina, a Charlotte, per un mesetto.

"Gente importante" dice mio padre quando gli chiediamo chi stiamo per incontrare in quel posto pieno di boschi e animali selvaggi che chiamano North Carolina.

Che posto.

Continuo a pensare che Denver decisamente deve essere parecchio più bella di qualunque città in quel luogo desolato. Decisamente.

Prima di partire i miei amici hanno organizzato una festa di "Addio caro Matthew". Ho sempre amato le feste ma quella era più simile a una tortura medioevale. Siccome anche mio fratello voleva la sua "festa di addio", mia madre ha insistito per invitare i suoi amici, cioè un branco di marmocchi sporchi di fango che si gettano a terra per acchiappare una palla e gridano come seguaci di Satana. I miei amici arrivarono alle cinque e mezza circa. Ben diciassette adolescenti pieni di soldi che non vedevano l'ora di spassarsela in un pigiama party in cui si facevano gare di videogiochi, si facevano commenti sul naso storto di Brian Chestor e cose così. E invece si ritrovavano ben tredici bambocci che schiammazzavano tipo oche che stavano per essere sgozzate. Non era nei loro piani sicuramente. Ho anche fatto la peggio brutta figura nella storia delle brutte figure con la mia ragazza Ashley. Ma lei mi ama quindi ci è passata sopra. Stessa cosa non posso dire di Norman che se ne è andato dopo la prima ora.

Sono ben due anni con Ashley ormai. Ci siamo conosciuti a scuola. All'inizio non sapeva nemmeno chi ero. Poi ho incominciato a piacergli. È una brava ragazza e passiamo dei bei momenti insieme.

Sono sicuro che ora gli manco. Perché lei manca a me.

Ci manchiamo a vicenda.

Trecento chilometri.

Tra poco morirò me lo sento. Siamo entrati in North Carolina almeno. L'autostrada è contornata da montagne altissime. I versanti sono verde scuro e cosparsi di pini. Pini altissimi.

Mi chiedo se qui sia tutto così.

"Papà mi sa che abbiamo fatto due giorni di viaggio per venire a farci mangiare da un orso". Gli occhi di papà guizzano sullo specchietto e mi lancia un occhiata, a metà tra il divertito e il profondamente seccato.

"Vedrai Matthew, ti divertirai. Ho sentito che i ragazzi di qua amano parecchio andare in bici." Ah almeno per una cosa potevamo essere contenti. Amo andare in bici più di qualsiasi cosa. Vado in bicicletta con la frequenza con cui respiro. Ormai vivo sulla sella. Spero solo di trovarli, dei ragazzi ciclisti, a Charlotte.

deep shadow - a.g.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora