capitolo 22

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Mi precipito contro la porta. Appoggio una mano sulla superficie.
Ferro.
Freddo e duro.
Lo stanzino sa di polvere e muffa. Ogni tanto si sente un ronzio elettrico proveniente dal pannello sul muro. Ma oltre a quello, soltanto silenzio. Il Giaciglio è cosi. Cimitero di giorno. Caos di notte.
E in effetti cimitero, lo è davvero.
Afferro la maniglia. Giro.
Non si apre, dannazione.
Di nuovo.
Spingo.
La porta si apre con un cigolio fastidioso. La luce del sole inonda la stanza. Le cime dei palazzi sono bianche e grigie. Imbiancate da fasci di luce. I vetri delle finestre brillano. Tutto è immobile.
Tutto è silenzioso.
Varco la soglia della porta. Esco. Fa freddo.
Scendo le scale velocemente. Vado di corsa. Devo sbrigarmi. Sento il cemento dei gradini sotto i piedi.
Deserto.
La strada è completamente deserta. La stranezza è quella.
Scendo le scale con il fucile saldo tra le mani. Lo sguardo fisso davanti a me.
Una forte puzza di carogna invade l'aria.
So cos'è. Troppo bene.
Ma è meglio andare ora.

deep shadow - a.g.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora