capitolo 10

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Mi sveglio.
Le sagome degli alberi sopra di me proiettano le loro ombre sul suolo polveroso. I tronchi dei pini sono alti. Di colore bruno scuro. La luce del mattino fa risaltare ogni sfumatura del paesaggio. Dalle foglie aghiformi dei sempreverdi a i piccoli ciuffi di erba che spuntano ai piedi delle rocce. I corvi volano sulle cime degli alberi e il loro gracchiare fa da colonna sonora al paesaggio. Piccole sagome nere nel cielo.
Sono rannicchiato vicino ad un albero. Con addosso la coperta e il mio giubbotto.
Malia non è ancora sveglia. Dorme. Anche lei rannicchiata ai piedi di un enorme abete. L'aspetto spensierato.
Carina, quando dorme.
Mi ricorda Ashley. Quando veniva a dormire a casa mia. Mi svegliavo sempre prima di lei. Era una dormigliona. Se c'era qualcosa che sapeva fare bene era dormire. Io non lo sopportavo però. Non sono mai riuscito a dormire bene. Ho sempre pensato che il mio tempo andasse utilizzato fino all'ultimo minuto. E per questo mi svegliavo prima di lei e la guardavo. E pensavo - quella è la mia ragazza -
Poi la svegliavo con una carezza.
E ora è tutto andato.
Mi alzo e mi sgranchisco le gambe. Sarà una giornata lunga. Ora che ho Malia con me sicuramente sarà più facile. La vedo parecchio in gamba. Ci aiuteremo a vicenda e non dovrò fare tutto da solo.
Ieri ha preparato un falò. Un falò. Quale ragazza sa preparare un falò tutta da sola?
Mi dirigo verso l'albero dove Malia ha poggiato i vari zaini. Prendo il mio e estraggo un barattolo di zuppa. Ho una fame da lupi.
È impressionante come quello zaino riesca a far rimanere calda qualsiasi cosa. La zuppa emana un calore piacevole. La apro e la bevo in un solo sorso. Un ondata di calore mi invade l'esofago e poi lo stomaco. Ci voleva proprio.
Accartoccio la lattina e la rimetto nel mio zaino. Osservo gli zaini di Malia. Ne ha due.
Uno in pelle, più chiaro del mio, e uno in tessuto, di color beige. Tutti e due sembrano abbastanza vecchi e rovinati. Mi chiedo di chi fossero. Se i suoi o di suo padre. Non ha importanza.
La curiosità mi uccide. Voglio sapere cosa c'è dentro.
Mi volto un attimo. Malia sta ancora dormendo. Profondamente. O così pare.
Devo sbrigarmi.
Apro il primo zaino. Quello di pelle. Apro la zip piano per non fare rumore. Non voglio che si svegli. All'interno dello zaino è tutto riposto in modo molto ordinato. Ci sono una torcia, una coperta di riserva, un qualcosa di simile ad un quadernino, due barattoli di zuppa, un coltello e tre scatole di fiammiferi. Cose molto utili. Furba.
Richiudo la zip e passo all'altro zaino.
Questo è vuoto.
Che senso ha portarsi dietro uno zaino completamente vuoto?
È solamente di intralcio. Non riesco a spiegarmelo.
Lo richiudo.
Malia ha molte cose che potrebbero tornarci utili. Decisamente.
Poi il mio sguardo cade su un'altra cosa. Appoggiata all'albero, c'è quella borsa lunga che ho visto ieri sera. Chissà cosa c'è dentro. Faccio per aprire anche quella quando una voce mi riporta alla realtà.
"Non è carino frugare nella roba degli altri"
Malia è in piedi vicino ad un albero. Gli occhi fissi su di me. Un aria divertita in volto.
"Ehm...già si hai ragione". Scoppio a ridere. Mi ha colto in flagrante.
Anche lei si mette a ridere.
Mi piace la sua risatina. Mi fa sentire quasi a casa.
Si avvicina a me. Il suo odore è sempre quello. Odore di alberi e resina. Si china e afferra lo zaino. Lo apre e ne estrae un barattolo di zuppa. La apre e ne butta giù un sorso. Poi si siede accanto a me.
"Quanto è buona questa roba" Ne beve un altro pò e poi un altro pò ancora fino a quando non la finisce. Il suo volto assume un aria soddisfatta.
"Allora Sherlock. Oggi cammineremo parecchio."
"Come?"
Prende iniziative così? Senza dirmi nulla?
"Si. Sono sicura che tu hai esplorato solo la piccola area della foresta che va dal residence a qui. Ebbene c'è tutta un'altra zona che farebbe molto più al caso nostro. E proseguendo per quella zona potremo arrivare in cittá. La nostra unica meta."
Esattamente. La nostra unica meta. Dobbiamo andare e alla svelta.
"Perfetto. Quanto dista da qui? Intendo la città."
"Non saprei. Siamo parecchio lontani però. Forse altri quattro - cinque giorni."
Altri quattro - cinque giorni? Vuol dire che dobbiamo proprio andare.
"E allora sbrighiamoci"
Afferro lo zaino e la faretra e li metto in spalla. Prendo anche l'arco.
"Questo è lo spirito." Malia sembra impaziente di mettersi in marcia. E così anche io.
Prende i due zaini. Uno lo mette in spalla e l'altro - quello vuoto - lo piega e lo infila a forza in quell'altro. Afferra anche la lunga borsa e la infila nel mio zaino. È troppo lunga e un estremità fuoriesce dall'apertura principale. Poi recupera il fucile da dietro una pianta e se lo mette in spalla.
Siamo pronti. Ci guardiamo un attimo. I nostri occhi si incrociano.
E poi corriamo.

[...]

Malia aveva ragione. La foresta è molto più grande di quanto credessi. Molto, molto di più.
Ci sono campi, foreste, ruscelli e colline. Alberi altissimi che creano boschi molto fitti. Acqua cristallina che scorre proprio nel cuore della foresta. Malia dice che il nome di quel fiume è "Little Chuck" ed è uno dei più antichi. Scorre per molti chilometri prima di arrivare a valle. Il paesaggio è molto freddo da queste parti.
Io e Malia abbiamo cacciato. Abbiamo preso due lepri. I loro corpi scoppiettano sul fuoco. Ci siamo accampati al limitare di un bosco, vicino ad un campo, in discesa. Malia sta lucidando le canne del suo fucile. Sembra molto concentrata. Il cielo è buio e la luce della luna illumina le cime dei pini, dall'altra parte del campo. Voglio solo riposarmi. È stata una giornata straziante. Molto faticosa. Abbiamo camminato per chilometri e abbiamo fatto poche soste.
"Sono pronte." Malia sta estraendo la carne dallo spiedo.
Ne strappa un pezzo e me lo porge. La assaggio.
Dio quanto è buona.
"Oh la ragazza sa cucinare vedo"
Accenno ad una risata. Lei mi guarda per un pò. Ricambio lo sguardo. Nei suoi occhi c'è un qualcosa che la fa apparire divertita. Poi torna a mangiare.
"Invece di fare il sarcastico che ne dici se mangi e stai zitto?"
"Sembra una buona idea"
Finiamo il nostro pasto. Ci proprio voleva. Carne fresca.
Passa un'oretta. Nessuno parla. Osserviamo il fuoco. Le fiamme che divorano il legno.
Proprio come hanno divorato quello del bungalow. Trasformando quell'abitazione in una trappola mortale.
Proprio come hanno divorato papà.
Proprio come hanno divorato la mia vita.
Malia se ne sta seduta. Sguardo perso. Accende e spegne il fiammifero. Come l'altra sera. Accende e spegne. Accende e spegne. Poi lo getta nelle fiamme. Chissà perché lo fa.
Poi il suo sguardo guizza su di me. Ci guardiamo. È bellissima devo ammetterlo. I suoi capelli. I suoi occhi. Lei. Tutto è bello di lei.
"Matthew. Che ne dici se animiamo la serata?"
Cosa intende?
"Si in effetti è un pò noiosa."
Si alza ed estrae la borsa dal mio zaino. La adagia a terra. Delicatamente. Poi apre la zip.
"Cosa c'è li dentro?"
"È una cosa a qui sono molto legata. Era di mio padre."
Fa un sorrisetto e dalla borsa tira fuori uno strumento.

Un violino.

Ma cosa? Ha portato un violino con se?
"Un violino?"
Annuisce. Ha l'aria molto soddisfatta. Lo porta al collo.
Impugna l'arco tra le piccole dita.
"Ah, giusto. Cosa vuoi sentire?"
Penso. Conosco poche canzoni che si possono suonare con il violino. Ma ne ricordo una che mio nonno mi cantava sempre.
"Sai suonare Shady Grove?"
Malia ride. Poi mi guarda.
"Si la so molto bene."
"Allora vai."
Fa scivolare l'arco sulle corde del violino. Una volta. Poi una seconda. E poi incomincia.
È molto brava. Davvero. Non so dove abbia imparato ma ha del talento. L'arco scivola sulle corde e produce un suono bellissimo. Mi piace troppo. Incomincia a cantare. Intona la prima strofa della canzone. La sua voce è bellissima. Pulita. Chiara. Le fiamme ci illuminano e rendono tutto più affascinante.
Quella canzone. La so a memoria.
Incomincio a cantare anche io. Lei sorride. E io ricambio il sorriso.
Sarà la canzone. Sarà lei. Sarà che mi ha sorriso.
Ma posso affermare con certezza, che per un attimo ho dimenticato tutto.

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Buongiorno a tutti!
Vi volevo dire che il video in alto, all'inizio del capitolo, è la canzone suonata da Malia, ossia "Shady Grove", suonata dal grande Mack Jonsonn ( un pò di sano bluegrass ) .
Se volete un idea più chiara dell'ultima scena vi consiglio di ascoltarlo.
Grazie!

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