Rumori.
Provenienti da ogni dove.
Cigolii, stridori metallici, macchinari che si accendono e si spengono, boati.
Tutto echeggia tra i grandi edifici del Giaciglio.
Oramai il sole è andato via e ha lasciato il posto alla notte. Al freddo e all'oscurità.
Bagliori di luce illuminano la strada e le pareti dei grandi magazzini che ci circondano. Tante piccole fonti di luce sparpagliate, che danno vita ad ombre ovunque. Ombre profonde e misteriose.
Corriamo. Ormai è una cosa normale per me.
Il rumore dei miei passi e quelli di Ramona si uniscono al caos generale. Tutto è molto confuso.
Accanto a noi gli edifici sono giganteschi. Imponenti. Immobili. All'interno di alcuni palazzi c'è della gente. Riesco a vedere le ombre attraverso le finestre illuminate. Sicuramente lavoratori di altre fabbriche.
Maglie di rete metallica avvolgono alcuni pali, ai piedi di alcune strutture di cemento. Sembrano posizionate come se stessero a proteggere un'area. Una specie di cortile. Su di esse, ci sono svariati cartelli. Non riesco a capire cosa c'è scritto.
È un posto che mette i brividi.
Parecchi muri sono imbrattati da scritte e graffiti. Uno dice "Benvenuti all'Inferno" con un inchiostro che, a giudicare dalla luce, sembra di un colore rossastro. Un'altro, a caratteri cubitali su di una parete, dice "Attenti ai ragni", con un gigantesco ragno disegnato proprio accanto alla frase.
Più avanti, sul muro interno di un edificio in rovina, di cui era rimasto soltanto un macabro scheletro di cemento, ce n'è un altro che rappresenta un gruppo di cani neri e arrabbiati.
Mi chiedo quali menti malate abbiano fatto quei graffiti. Non me lo so spiegare.
Mentre corro, ondate di aria calda proveniente dai condotti dell'aria di un edificio mi inondano il corpo.
La donna è davanti a me. Instancabile. Sono sicuro che è allenata a questo tipo di cose. Resistenza. Prendere decisioni al momento. Non farsi condizionare dalle emozioni.
C'è qualcosa, anche nel suo modo di correre, che fa intuire che è un militare. Ed è la stessa cosa presente nel suo tono di voce, cosa che mi ha convinto a portarla con me.
Ha detto che lavorava nella Bordefur, e se veramente la loro sede è qua vuol dire che lei conosce questo posto a memoria.
Non può sbagliarsi. Anche perché lei mi sta guidando.
Tengo il fucile stretto tra le mani. È carico. Ho una vaga sensazione che qualcosa, o qualcuno, possa sbucare da un angolo e venire contro di noi. Non mi piace questo posto.
Ramona svolta a sinistra, dietro una parete. Le sto dietro. È al centro della stradina quando si ferma di colpo.
Freno con le punte dei piedi e mi blocco. Guardo in alto. Le cime degli edifici sono illuminate da piccoli faretti bianchi sui tetti.
Non c'è nulla di strano.
In una frazione di secondo, tutto cambia.
Un forte boato invade l'aria e, nella confusione, Ramona urla qualcosa.
Non capisco.
Poi mi afferra saldamente una mano e mi trascina con se. Si getta a terra e si nasconde dietro una parete, costringendomi a fare lo stesso. Sbatto la testa ad una trave di ferro e impreco a bassa voce. Sto per aprire la bocca e reclamare, quando la donna poggia l'indice sulle labbra e mi fa segno di stare zitto. E per fortuna.
Il secondo dopo, un elicottero compare nel cielo notturno, con le pale che girano turbinosamente.
Eccoli. Sono venuti a cercarmi. Sono loro e hanno capito dove sono.
Un fascio di luce circolare illumina la stradina, avanti e indietro. Poi si sposta sugli edifici accanto e sulle pareti dei magazzini. Poi scompare e, quattro grandi faretti sul ventre dell'elicottero si accendono, illuminando ulteriormente lo scenario. L'elicottero cala lentamente sulla strada. Il portellone si apre con un clangore mettallico.
E una ventina di soldati escono dalla pancia dell'elicottero.
Le stesse uniformi. Le stesse armi. Gli stessi caschi. Sono loro.
Di nuovo loro.
Stanno esplorando l'area. Perlustrando, oserei dire. Stanno cercando qualcosa. O qualcuno. Stanno cercando noi.
Le loro armi emettono una strana luce rossa. Come un laser.
Poi, tutto d'un tratto prendono a sparare in direzione di un edificio. Le finestre scoppiano e pezzi di vetro crollano a terra.
Il fuoco continua ancora per un pò. Poi i soldati cessano di sparare.
Si guardano intorno, sempre in posizione di tiro.
Poi, improvvisamente, risalgono sull'elicottero.
Il mezzo emette uno strano bip e il portellone si chiude lentamente. Le pale si attivano e incomincia a sollevarsi da terra per poi scomparire in cielo.
Ramona aspetta un po di tempo. Sembra stia calcolando qualcosa. La vedo che guarda in alto. Alle sue spalle. La guardo mentre scrive qualcosa su un pezzo di carta blu, estratto dal taschino del gilet. Poi si alza e ritorna sulla strada. La seguo.
Ho mille domande per la testa e voglio una risposta.
"Erano loro?"
Controlla il suo orologio da polso.
"Si, erano le guardie della Bordefur Inc. Ci stanno cercando. Hanno capito che sono una spia e ora non sei il loro unico bersaglio."
Ramona sembra preoccupata. Guarda sempre in alto ed è molto vigile.
"Ma non ci hanno trovato, giusto?"
"Sembra di no, ragazzo. Lo spero per te."
Tutto è tornato "calmo". I rumori, che almeno in parte prima erano cessati, ora sono ricominciati. Mi chiedo se qui sia sempre così.
La vedo dirigersi verso un palazzo. A giudicare dallo stato delle pareti e dal fatto che nessuna luce proviene dal suo interno, credo sia abbandonato. E anche leggermente in rovina.
La porta manca e, all'interno, si intravedono delle scale.
Ramona si precipita all'interno e mi fa segno di seguirla.
Mi dirigo verso l'edificio e varco la soglia.
All'interno c'è un grande odore di polvere e di chiuso. Il soffitto è altissimo.
Ramona tira fuori una torcia dal suo zaino e illumina la rampa di scale. Incomincia a salire. I suoi passi sono l'unico suono presente in quel silenzio. Mi affretto a salire le scale e mi accorgo che più si va sopra più le cose appaiono più chiare e illuminate.
Arrivato alla fine della rampa, mi ritrovo su un pianerottolo. A terra c'è della moquette rossa. O meglio, che era rossa. Ora ne rimaneva soltanto uno strato sottile, tendente al bordeaux, ma piu tenue.
Sulle pareti della stanza, regnavano i graffiti.
Macabri come non mai.
Alcuni raffiguravano cose orrende. Uomini con facce mostruose. Facce sorridenti sotto le quali c'era scritto "See you in your dreams". Sulla parete di destra, il muro era dominato da una gigantesca scritta rossa. "Attenzione al" e il resto era stato furiosamente cancellato a forza di graffi. Era un luogo che metteva i brividi.
Ramona getta a terra lo zaino e si siede a gambe incrociate. Faccio lo stesso.
Stiamo svegli ancora per un pò.
Mi rendo conto solo ora di quanto fosse sicura la foresta. Di come fosse cento volte meglio di questa prigione.
Lei sarebbe ancora qui. E avrebbe combattuto ancora. Era nel suo spirito.
Mi manca terribilmente. Lo capisco solo ora. Dovevo proteggerla. Era il mio ultimo compito.
Trattengo le lacrime.
Oh, pagheranno per quello che hanno fatto.
Prima che il mio tempo si sia esaurito, avrò la mia vendetta.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~.~
Ciao a tutti. La canzone nel video è la "theme song" del Giaciglio, scelta da me perché rispecchia in tutto e per tutto questo posto.
Vi consiglio di ascoltarla anche perché è una figata assurda.
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deep shadow - a.g.
Adventure"Matthew Jason Cantrell. 15 anni. Denver, Colorado. Vita perfetta. Soldi. Feste. Una ragazza. Un viaggio. Un tragico incidente. Una fuga. Una nuova conoscenza. Lotta per la sopravvivenza. Perché niente e nessuno è come sembra se si tratta di affr...