È fresco.
La finestra aperta nella camera lascia entrare una bella frescura notturna.
Le fronde dei pini si muovono piano e producono un fruscio rilassante.
Le luci dei lampioncini fuori, nel campo, danno un qualcosa di spettrale a questo posto.
Beh credo che sia una cosa normale qua. Tutto è profondamente spettrale e affascinante allo stesso tempo.
Come se ci fossero dei segreti ovunque.
E forse ci sono segreti ovunque.
Chi lo sa.
Saranno le quattro o le cinque del mattino. Il mio orologio da polso è poggiato sullo sgabello affianco all'armadio. Lo schermo è nero nella penombra della stanza.
Credo che la notte sia il mio momento preferito della giornata. Non c'è chiasso. Non fa caldo. La gente non disturba. E puoi pensare.
Puoi pensare.
Non posso pensarci.
Non posso pensare che Ashley stia soffrendo. Mi da un fastidio tremendo. Potrei chiamarla, ma non saprei davvero cosa dire.
Come sempre.
Una sensazione che si fa strada nel mio corpo e vuole uscire sottoforma di un urlo. Un urlo rabbioso. Ma mi trattengo.
Forse ero stato un po troppo scontroso con Malia.
Si, credo di si.
Decisamente.
È stata gentile sin dal primo minuto che ho messo piede su questo terreno.
E io forse non me ne ero reso conto subito.
Non voglio che ci sia rimasta male. Del resto non deve essere per forza la mia ragazza. Possiamo essere amici. Un mese qua da solo non mi suona bene. Diamine.
Che idiota.
Domani chiarirò tutto.
E se mai proverà a provarci con il sottoscritto fustaccio posso sempre dirgli di no.
Si come no.
Il sottoscritto fustaccio.
Fustaccio.
Meglio non pensare.
Il paesaggio fuori dalla finestra è mutato.
I lampioncini non sono più accesi. Apparte uno in fondo che continua a brillare di un bianco luminoso e intenso.
Un guizzo.
Giù in fondo al campo. Vicino ai pini. Come di un qualcosa che corre.
O scappa.
Non si può distinguere. È stato molto veloce. Ed è capace al settanta per cento che me lo sono immaginato. Sono sicuro che questa foresta è piena di animali selvatici. Per quanto ne so puo essere stato un uccello. O un cervo.
Un tonfo.
No no questo l'ho sentito bene. Non me lo sono immaginato. Per niente. Potrebbe essere un animale. O il padre di Malia.
Certo come no. Alle quattro del mattino. Ovvio.
Un altro tonfo.
Questo è più forte. Parecchio. E stavolta sembra che la cosa che lo ha prodotto si sia fracassata sulla parete di legno. Okay. È strano.
Uno sparo.
All'inizio mi barrico sotto le coperte ma poi balzo fuori dal letto. Cado a terra, sul legno freddo del pavimento. La guancia schiacciata contro le tavole.

STAI LEGGENDO
deep shadow - a.g.
Aventure"Matthew Jason Cantrell. 15 anni. Denver, Colorado. Vita perfetta. Soldi. Feste. Una ragazza. Un viaggio. Un tragico incidente. Una fuga. Una nuova conoscenza. Lotta per la sopravvivenza. Perché niente e nessuno è come sembra se si tratta di affr...