Erba.
Piccoli ciuffi di erba sottile e ingiallita penetrano attraverso le crepe del cemento.
Piccoli ciuffetti secchi. Solo quello.
L'odore dei macchinari e degli scarichi aleggia nell'aria. Un odore fetido e fastidioso. Ma ho sentito di peggio. Decisamente.
Il sole illumina il paesaggio di fronte a me.
Una strada fredda. Desolata. I palazzi fanno da cornice. Alti e imponenti. Alcuni sono abbandonati. Altri stanno cadendo a pezzi. Altri lo hanno fatto da tempo, lasciando solo scheletri di cemento e ferro.
Non c'è niente di veramente reale in questo posto. È come se fosse tutto una strana illusione.
Le bretelle dello zaino mi segnano le spalle. La testa dell'accetta spunta ancora da un lato dell'apertura. Il mio Miliya012000 è carico. Non si sa mai.
Il giubotto mi tiene caldo, nonostante faccia parecchio freddo. Non so se sia merito di quel giubotto sporco o della rabbia che mi monta dentro. In ogni caso non ho freddo.
Il sangue mi bolle nelle vene.
Cammino. Da solo, come sempre.
Sono stanco. Mi gira la testa. Ogni passo è sempre più faticoso.
Ma continuo. Non è più tempo di piangere.
Non c'è nessuno per le strade. Sono deserte. Non si vede un'anima. Nemmeno attraverso le finestre. Quei visi non spuntano più.
Come se avessero paura.
Una folata di vento alza la polvere e la getta dritta nei miei occhi. Mi proteggo con il colletto del giubotto. L'ultima cosa che voglio è respirare questa roba.
Cammino ancora più veloce.
Ci sono alcune scritte su un muro. Grandi caratteri scritti con un inchiostro rosso.
Che dubito sia inchiostro.
Subito davanti a me si innalza una colonna di cemento grigia, circondata da una recinzione metallica. Sará alta all'incirca cinque metri. Alzo lo sguardo, e sulla sommità della colonna ci sono scritte una lettera ed un numero.
Sono entrato nella A16.
A un metro e mezzo da me, c'è una curva. Il manto della strada è pieno di crepe. Un mucchietto di edera cresce su delle strisce pedonali sbiadite. Un edificio con solo due grandi finestre, di cui una rotta, è macchiato di nero in più punti.
Giro velocemente l'angolo.
E lo vedo.
Proprio davanti a me.
Un tappeto di cadaveri.
Cosa è successo?
Corpi di uomini e donne stesi a terra. Con espressioni orrende sui loro volti. Tutti in divisa nera.
Accanto a loro, un magazzino in macerie.
Cerco di avvicinarmi.
Mi sporgo in avanti. Vomito.
L'odore è tremendo. Un tanfo di decomposizione. Mi copro il naso con un lembo del giubotto. Va meglio.
E mi addentro in quel prato di corpi morti.
Faccio molta attenzione a non calpestarli. Sembrano capaci di potersi risvegliare da un momento all'altro. Qualcuno deve aver fatto esplodere una bomba, o qualcosa del genere.
Uomini dai capelli corti. Donne. Uomini neri. Ragazzi. Tutti quanti con una divisa nera.
Ovvio. Sono militari.
Come Ramona.
Una tristezza infinita mi inonda il cuore. Non voglio pensarci.
Le mosche popolano l'aria fetida. Un uomo ha delle ferite orrende sul viso.
Un'altro ha un cartello infilzato nel petto, che dice "Signore Onnipotente, purificali". Rabbrividisco.
Tutti hanno uno zaino con loro. Non mi faccio prendere dai sentimenti. Un uomo è girato, a pancia in giù. Un grande zaino nero è poggiato sulla sua schiena. Glielo strappo di dosso. Un rumore orrendo.
Poi scavalco gli ultimi corpi ed esco da quel cimitero.
Mi sfilo lo zaino dalle spalle e lo getto ai piedi di un palazzo, tra i resti di una bottiglia e pezzi di vetro. Apro il nuovo zaino e controllo cosa c'è dentro.
Un coltello, una corda, una torcia, un accendino, una coperta e una bottiglietta d'acqua.
Bevo un pò d'acqua e rimetto la bottiglietta nello zaino. Sposto il coltello nella tasca interna del giubotto e mi metto lo zaino sulle spalle.Continuo a camminare.
E dopo cinque metri mi appare davanti agli occhi, in tutta la sua bellezza.
Un edificio bianco.
Finestre lavate a perfezione.
Rampe di scale esterne che spuntano ovunque.
Una porta di vetro da accesso all'edificio.
Sull'entrata, ci sono le lettere BFinc. , stampate nel vetro.Un sorriso compare sul mio volto.
La Bordefur Inc.
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Ciao a tutti. La canzone ad inizio capitolo si chiama "Vengeance" di Zack Hemsey.
Basta dire che "vengeance" vuol dire "vendetta" per capire il motivo per il quale l'ho messa in questo capitolo.

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deep shadow - a.g.
Adventure"Matthew Jason Cantrell. 15 anni. Denver, Colorado. Vita perfetta. Soldi. Feste. Una ragazza. Un viaggio. Un tragico incidente. Una fuga. Una nuova conoscenza. Lotta per la sopravvivenza. Perché niente e nessuno è come sembra se si tratta di affr...