2 - Dipendenti Incompetenti

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Harry Styles

Guardai l'alto edificio di fronte a me. Le parole "Styles Investments" scritte a caratteri cubitali, in cima. Non potei fare a meno di ghignare di fronte a quelle parole. Il mio cognome era diventato un vero e proprio marchio.

"Signor Styles," disse il portiere, di cui non mi ero preoccupato di ricordare il nome, togliendosi il cappello. Lo ignorai e camminai all'interno. Odiavo i leccaculo, e lui era uno di quelli. Appena entrato mi diressi all'ascensore che mi avrebbe portato al mio piano. Quello in cima, ovviamente.

Non importava quanto famoso fossi diventato, ero ancora stupito di quanto fossero inadeguati certi dipendenti. Per dire, appena misi piede nel mio piano venni assalito e bombardato di domande. C'è un motivo per cui vi pago, non datemi un motivo per non farlo.

"Jones," abbaiai, "Per la millesima fottuta volta, non disturbarmi con le tue domande su queste scartoffie."

Scappò via, con gli occhi pieni di lacrime. Era un uomo adulto, per l'amor del cielo, cresci un po'!

Quando il gruppo finalmente evaporò, mi diressi al mio ufficio. Già incazzato. Perchè avevo assunto quei dipendenti? Non lo saprò mai.

"Signor Styles?"

"Per l'ultima fottuta volta, non farmi domande, incompe-" mi bloccai quando vidi chi era alla porta.

Lì in piedi, c'era la mia troppo bella e troppo facile assistente, Alexandria. "Oh, Alexandria, cosa c'è?"

Sorrise leggermente prendendo posto davanti alla scrivania. Incrociò le gambe. Quelle dannate gambe. Ero ancora stupito del fatto che lei non fosse una modella camuffata, perchè era veramente sexy. Tipo, tanto per dire, più sexy di Emma Watson.

"Dunque, ha chiamato il Signor Tomlinson, vorrebbe arrivare ad una negoziazione, qualcosa riguardo il bisogno di piu soldi. Inoltre, vuole giocare a golf venerdì."

Louis Tomlinson non era era solo una dei miei migliori amici, ma anche uno dei miei più grandi investimenti. Portava avanti un grande marchio di moda maschile. Quando l'aveva creato, mi ero offerto di investire. Ed eravamo in affari da quel momento.

"Sì per entrambi, qualcos'altro?"

Scrisse le mie risposte, prima di alzare lo sguardo verso di me. Le sue labbra imbronciate formarono un ghigno non appena si accorse che la stavo fissando.

"È scortese fissare, Signor Styles."

"È scortese flirtare con il tuo capo, signorina Turner," risposi, facendo aumentare il sorriso sul suo volto.

"Chi ha detto che stavo flirtando?" ribattè, i suoi occhi brillavano. Sapevo di piacerle. Era abbastanza ovvio dai top corti che indossava per venire in ufficio e il suo continuo mordersi le labbra. Non che non fossi interessato, ma non allacciavo rapporti con i dipendenti. O tanto meno avevo relazioni con loro.

In qualsiasi caso, non ero un uomo da relazioni. Quindi, non ero molto preoccupato della seconda regola.

"Chi ha detto che la stavo fissando?" risposi, con un ghigno. Le ragazze amano i ghigni.

Roteò gli occhi, chiaramente senza una risposta, "Comunque," continuò, "Ha chiamato anche il Signor Payne. Vorrebbe discutere su un'ulteriore investimento, non è sicuro che gli darà una somma discreta."

"Dannazzione," ringhiai, "quell'uomo non sa in cosa si sta cacciando. Vieni a chiamarmi quandò dovrò andare all'incontro con Tomlinson."

"Certo, Signor Styles," mi lanciò un'ultima occhiata prima di lasciare l'ufficio.

Empire. H.S. [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora