22 - Conversazione Civile

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Samantha Anderson

Dopo cinque minuti io ed Harry eravamo sdraiati uno di fianco all'altra. Il silenzio incombeva sui nostri corpi come un lenzuolo. Entrambi sapevamo che quello che era appena successo era un errore.

Ma mi faceva sentire cosi bene, i nostri corpi intrecciati insieme, come se fossimo una persona sola. Dal punto di vista caratteriale, io ed Harry non potevamo essere più diversi.

Io ero emotiva e (mi piaceva pensare) gentile. Mentre lui era fastidioso ed egoista.

Ma per qualche ragione, fisicamente almeno funzionavamo.

"Tutto questo è sbagliato, vero?" dissi, voltandomi verso di lui. Non ero il tipo che tradiva il suo fidanzato, ma Harry lo faceva sembrare cosi semplice.

E piacevole.

E mi odiavo per questo.

"Non lo so più," sospirò Harry, apparendo infastidito. Ad Harry piaceva avere sempre la risposta pronta, una delle poche cose che aevamo in comune, quindi era palesemente frustrato di fronte a questa confusione fisica come lo ero io.

"Non sembra esserlo," ammisi, guardandolo. Si stava mordendo le labbra concentrato e stringeva il ponte del suo naso con due dita. "Ma per quanto riguarda l'accordo di riservatezza..."

"Quello ci proibisce solo di parlarne con qualcuno. Non di fare sesso," disse, ghignando "Me ne sono assicurato."

"Sapevi che l'avremmo rifatto, giusto?" dissi, leggermente arrabbiata quanto divertita.

"Sapevo ci fosse una possibilità. E come uomo d'affari quale sono, mi piace tenere le mie opzioni aperte," disse Harry, per la prima volta un sorriso genuino spuntò sul suo viso.

Harry Styles mi stava prendendo in giro.

"Ma Luke..."

"Ti ha mai fatta bagnare come faccio io," disse, la sua voce roca e le sue parole cosi schiette mi fecero impazzire. "O urlare come faccio io?"

Salì sul mio corpo, sovrastandomi.

"Non risponderò," arrossi.

"Potrò anche non piacerti io, ma quello che faccio sì," disse Harry, tracciando le mie labbra con il suo pillice.

"Sei il mio capo..." riprovai, sapendo che ormai stavo solo cercando una scusa.

"Sono un uomo estremamente professionale, Samantha. Se questa relazione fisica che abbiamo interferisce con il nostro rapporto lavorativo, mi assicurerò di farla terminare all'istante," disse, accarezzando distrattamente la mia guancia.

"Cosa siamo, quindi?" domandai, confusa su cosa stava sottointendendo.

Voleva una relazione tipo amici di letto?

"Sto dicendo che vorrei una relazione strettamente sessuale con te. Nessun attaccamento emotivo," dissi, mentre lasciata, ora, dei baci lungo il mio collo e la mascella.

"Mi stai chiedendo di tradire il mio fidanzato?"

"Tesoro, l'hai già fatto," lasciò a quel punto un bacio sulle mie labbra, "Due volte."

Sospirai contro il suo corpo, "Va bene, ma tu devi iniziare ad essere più gentile con me. Non voglio più vedere tutte quelle cose da stronzo."

Fece una smorfia alle mie parole. Era probabilmente l'idea di dover essere gentile con me che lo schifava cosi tanto.

"Io..." respirò profondamente, "Ci proverò. Ma non posso prometterti niente. Sono dinatura onesto, e come hai detto, stronzo."

"Davvero, Harry?" scattai, roteando gli occhi.

Una piccola risata lasciò le sue labbra, "Vai a vestirti. Siamo già in ritardo."
_

Nel piccolo viaggio verso il luogo dove si sarebbe tenuto l'evento, io ed Harry tenemmo una vera e propria conversazione.

"Andrai a Parigi per la settimana della moda?" chiese Harry, riferendosi alla Fashion Week parigina.

"Lo spero, ma Louis non mi ha ancora detto niente," risposi, accavallando le gambe. "A parte che amo Parigi, e quindi lo spero davvero."

"Parigi è la mia città preferita," concordò Harry, con un cenno del capo.

"Davvero? E' fantastica," sorridendo al semplice ricordo di Parigi. Personalmente, adoravo vagare per la città, in mezzo ai negozi o scovando nuovi piccoli ristoranti. Odiavo solo l'aspetto turistico di Parigi.

Harry rispose subito dopo, "Le Marais è la mia parte preferita della città. Ho vissuto lì per qualche settimana."

"Stai scherzando?" sorrisi, voltandomi verso di lui. "Ho vissuto lì anch'io."

"Sei mai stata in una di quelle pasticcerie ebree nella via principale?" sorrise anche lui, come se stesse ricordando. Il suo sorriso era davvero bellissimo. Rendeva il suo volto più giovane e le fossette era la cosa più dolce che avessi mai visto. Era attraente, non c'è che dire.

Potrei dire tutto quello che voglio sulla sua personalità, ma il suo viso.

Wow.

"Certo! Sono abbastanza sicura di aver preso circa 6 chili quando vivevo lì, troppi dolci," sospirai, scuotendo la testa di fronte alla mia giovane indecenza.

Harry rise alle mie parole. "Ho passato dei tempi bellissimi a Parigi. Devo parlare con Louis riguardo il portarti con noi. mi piacerebbe averti lì," disse, un ghigno prese posto sul suo viso.

"Bene, magari posso pensare di venire," dissi, roteando gli occhi.

Harry cinse il mio bacino con una braccio e mi trascinò sulle sue gambe.
Mi baciò intensamente, tracciando il controno delle mie labbra con la lingua. Poi trascinò le sue labbra verso il orecchio per sussurrare, "Cosi potrò dire di averti scopato in due continenti diversi."

Gemetti lentamente sul suo collo tentando invano di trattenermi al solo pensiero di fare quelle cose con Harry.
Fare sesso con la Tour Eiffel in vista?

Suonava dannatamente perfetto.

"Okay, allora è sicuro che verrò," respirai, sfregando i mie fianchi contro i suoi.
"Si, assolutamente." rise Harry.

La relazione fisica e la tensione sessuale tra di noi era spettacolare.
E sexy.
E tutto quello che una relazione come la nostra dovrebbe essere.

La mancanza di sentimenti era confortante.

Arrivammo allo show, con circa un'ora di ritardo.
Ma ero arrivata con un delle persone più importanti delle compagnia, quindi non sarei andata nei guai in nessun modo.

"Se Louis è incazzato, darò la colpa a te," dissi ad Harry appena misi piede fuori dalla macchina.
I miei tacchi toccarono terra e ringraziai Bruno quando mi aiutò ad uscire, con Harry al seguito.

Entrammo nell'edificio, i nostri passi erano sincronizzati.
I fotografi foderavano l'ingresso non appena fummo all'interno.

Tutti chiedendo le stesse cose. Le persone sembravano alquanto interessate a tutto quello che facevamo io ed Harry. Quando, in realtà, non c'era niente tra di noi. A parte una connessione puramente fisica.

"Harry! Harry! E' vero che è incinta?"

Quella domanda mi fece ridere. Forte.

Incita? Mi stavano prendendo fottutamente in giro?

Harry dovette ovviamente pensare, come me, che fosse divertente, perchè ne uscì con ghigno.
Qualcosa di completamente raro per lui.

Harry stava effettivamente sorridendo in pubblico.

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Giulia's Note

Non sono morta, nè scomparsa, sono solo stata sommersa nei libri per un lungo ed infernale mese, ma ora sono finalmente libera e non vedo l'ora di tornare a postare con regolaritá!
Come molte di voi mi hanno chiesto, ho aggiungo la parte mancante del capitolo 20, quindi correte a leggerla!
Infine, volevo fare un piccolo A/N riguardo Le Marais: è un quartiere parigino che si trova sul lato destro della Senna, ed è sede, appunto, di molte comunitá ebree.
Un abbraccio, Giulia x

Empire. H.S. [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora