16 - Personalmente Impersonale

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Harry Styles

Avevo baciato Samantha. Ogni singola regola che mi ero imposto era stata rotta. Una parte di me mi odiava. Perchè l'avevo fatto? Che cosa mi aveva portato a farlo? L'altra parte, tuttavia, era eccitata.

Samantha era stata parecchio nella mia mente di recente. Era hot. E sexy. E tutto quello che un ragazzo come me aveva bisogno per una notte. Non volevo più pensarci. Ero eccitato, e affamato di sesso. E Samantha era lì ed era sorprendentemente bella.

Ecco tutto quello che sarebbe stato. Sesso.

"Non possiamo farlo," disse Samantha, interrompendo il bacio. Mi allontanò, mordendosi il labbro e scuotendo la testa. "Ho un fidanzato. E sei il mio capo. Non dovrebbe succedere."

"Non dovrebbe o non succederà," risposi, abbassando la voce, la afferrai per i fianchi e la portai a cavalcioni sulle mie gambe. I nostri visi quasi si toccavano e i suoi occhi seguivano le mie labbra. Aveva degli occhi meravigliosi, meravigliosi occhi verdi che luccicavano sotto le luci della strada.

"Non lo so," disse, ridendo leggermente e scuotendo la testa. I suoi capelli scivolarono sui suoi occhi e uno sguardo colpevole attraversò il suo viso. Dovevo toglierle dalla mente l'idea del tradimento.

"Mio nonno ha chiesto di te," ammisi, sconvolgendomi da solo per aver detto qualcosa di semi-personale. Non ero il tipo che discuteva della sua famiglia con qualcuno, ma mi sembrò appropriato farle almeno sapere che mio nonno era curioso di sapere qualcosa di lei.

Mio nonno era il tipo di uomo che cercava nelle persone intorno a lui. Sentiva il bisogno di conoscere tutto su di me e le persone che conoscevo. Per esempio, era andato in una intensa ricerca attraverso il passato di Louis. Mio nonno era pazzo.

Volveva che diventassi Presidente della sua compagnia una volta che lui si fosse ritirato (AKA morto) il che significava che dovevo avere un passato pulito, e cosi anche i miei amici.

Mio nonno era un coglione e non ero minimamente interessato nella sua compagnia, ma avevo comunque bisogno di rimenere in buoni rapporti con lui. Aveva un incredibile influenza nel mondo del business e ne avevo bisogno per il successo della mia compagnia.

"Tuo nonno?" chiese Samantha, scendendo da sopra di me e sedendosi al mio fianco, i nostri corpi si toccavano lo stesso. Non avevo mai avuto una conversazione con lei, forse una o due.

"Si, voleva sapere chi fossi," dissi, scrollando le spalle e afferrando la bottiglia di scotch nel mini bar della limousine. Mi procurai un bicchiere.

"Ah, che cosa gli hai detto?" chiese.

"Che sei una mia impiegata," risposi. Era strano pensare a come eravamo qualche giorno fa e a come eravamo invece in quel momento.

"É sempre la miglior politica."

"Vero, Signorina Ackles," dissi, ghignando. Mi guardò e sorrise leggermente.

"Sei proprio uno stronzo," disse, scuotendo la testa.

La macchina si fermò di fronte al mio appartamento. Ci guardammo, entrambi in silenzio.

"Mi piacerebbe davvero tanto se salissi con me," dissi guardandola intensamente. La maggior parte delle ragazze non resisteva a quello sguardo e speravo che funzionasse anche con lei. Era una fottuta visione quella sera e avevo davvero bisogno di qualcuno nel mio letto. E lei sembrava essere la mia unica opzione.

I miei occhi viaggiarono sul suo outfit. Il vestito rosso di velluto fasciava le sue curve e la pronunciata scollatura era una distrazione. Ma la parte peggiore erano le sue gambe. Le sue lunghe gambe abbronzate. Sembravano morbide e accoglienti e non riuscii a togliermi dalla testa l'idea di baciarle su e giù fino a che...

Samantha tossì appena i miei occhi raggiunsero la terra promessa e mi riportò alla realtà. Roteò gli occhi quando alzai lo sgurdo su di lei.

"Va bene, salgo," sospirò, quello sguardo colpevole vigeva ancora sul suo viso. Bruno aprì la porta e uscii aiutando Samantha a fare lo stesso.

"Buona serata," disse Bruno, trovando i miei occhi e ammiccando.

Non potei fare a meno di ridacchiare appena entrammo nell'edificio. Il portiere ci notò e si alzò di colpo, aprendoci la porta.

"Buona sera Signor Styles e Signorina," disse, con un cenno del capo. Doveva aver riconosciuto Samantha perchè il suo sorriso si allargò quando la vide. Era probabilmente la persona più povera che fosse mai entrata qui. E anche la più "gentile".

"Salve," disse Samantha. Io, tuttavia, non ero ancora preparato a riconoscere la sua silenziosa presenza. "Sei cosi scortese con le altre persone."

"Non mi ricordavo di aver chiesto la tua opinione," scattai. Premetti il bottone dell'ascensore, irritato dal suo improvviso bisogno di dirmi cosa dovevo fare.

"Non mi ricordavo di dover fare sesso con te stasera," disse, incrociò e la braccia e mi guardò truce.

"Sei sicura?" dissi, spingendola nell'ascensore appena si aprì. Aspettai che si chiudessero le porte prima di stringerla a me e baciarla duramente. Volevo baciarla con una passione con cui quel piccolo fesso che lei chiamava 'fidanzato' non l'aveva mai baciata.

Le mie labbra viaggiarono sulle sue, succhiando gli angoli della sua bocca. Le mie mani passarono su ogni centimetro del suo corpo. La sentii gemere e strizzai il suo fondoschiena.

"Ora me lo ricordo," disse nella mia bocca, la sua lignua che giocava con la mia.

Con un 'ding' ci separammo. L'ascensore si aprì ed entrammo nel mio appartamento. Presi la sua mano e la trascinai dentro. Ci togliemmo entrambi le scarpe appena entrammo nella casa. E come ci dirigemmo verso la camera, i nostri vestiti volarono via. Quando raggiungemmo il letto, io indossavo solo i boxer e lei la biancheria intima.

"Per l'amor di Dio, perchè hai indossato questo?" dissi, toccando il tessuto in pizzo.

"Perchè lo chiedi?" disse, ridacchiando. La spinsi sul letto in un batter d'occhio e la sua risata aumentò. "É cosi scadente."

"Smettila di parlare e lascia che ti scopi," dissi con voce roca, togliendole il reggiseno. Questo la zittì.

Le mani di Samantha incominciarono a tracciare il mio corpo fino a raggiungere l'elastico dei boxer. Infilò due dita nell'elastico prima di toglierli. Feci lo stesso con le sue mutandine, togliendole lentamente, ma con sicurezza.

"Mi sento come se dovessi chiedertelo: sei sicura?"

Samantha si fermò prima di rispondere. Come se la sua risposta potesse, effettivamente cambiare tutto.

"Si."

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Giulia's Note

OI OI OI. Al prossimo capitolo!
Un abbraccio, Giulia x

Empire. H.S. [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora