Capitolo 38

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Scendiamo dall'auto con uno schiocco sonoro delle portiere.
-Quindi che vuoi fare?- gli chiedo disinvolta.
-Che dici se parliamo un po'?-
Dice avvicinandosi e facendomi appoggiare sul cofano.
-Bhe avevo detto che se ti spicciavi ti baciavo.- gli dico avvicinandomi di più, le mie labbra toccano le sue e il bacio va a buon fine. Le sue mani sui miei fianchi, le mie sui suoi pettorali.
Finito il bacio durato secondi che sembrano così pochi gli sorrido.
-Va bene per me conoscerci molto di più.- rispondo alla domanda di prima felice come non mai, anche se so che sono le ultime ore che passo con lui...
-Saliamo.- si stacca da me e dalla macchina e andiamo al loft.
Poco dopo apre la porta e ci fiondiamo dentro.
Mi dirigo verso il divano e lancio la borsa sopra sedendomi a gambe incrociate.
-Quindi?-
Si toglie la giacca lanciandola sullo zaino e si appoggia alla scrivania. Indossa una canottiera grigia che fa intravedere il fisico.
-Quindi chiedi.-
Sono tante le cose che vorrei sapere: se era in una squadra a scuola, se gli piace fare qualcosa, se ha mai fatto quell'altra cosa...
Inizio a chiedergli e lui chiede a me e continuiamo per almeno un oretta.
Ad un certo punto si gira e guarda verso il muro come se avvertisse qualcosa...
-Cosa c'è?-
-Mi era sembrato di sentire un rumore.-
Annuisco.
Il suo sguardo è fisso, le orecchie in ascolto, i muscoli tesi.
D'un tratto ho voglia di prendere matita e foglio e immortalare quel momento, per rivederlo...
Mi fiondo sulla borsa e ne estraggo una matita e il mio blocco di fogli da disegno.
Lui se ne accorge e si gira.
-Cosa stai facendo?-
-Non osare muoverti torna alla tua posizione di prima.-
-È? Che stai facendo?- dice tornando alla sua posizione che tanto mi piaceva e ispirava protezione ,potenza e forza.
-Un disegno.-
-Su di me?- ride girandosi.
-Si non muoverti.-
Continua a sorridere, ma io ricordo ancora quell'espressione e in poco ho finito il disegno.
-Puoi muoverti.-
Metto via il blocco nella borsa e ritorno a gambe incrociate sul divano.
-Ritengo che tu non me lo farai vedere.- dice sedendosi accanto a me.
Alzo le spalle.
-Se vuoi vederlo guardalo, non ho segreti nella borsa.-
-Mh.- prende in mano il disegno e lo guarda.
-Non è male.- fa una faccia compiaciuta e lo rimette via.
-Era meglio a torso nudo però.-
-Ma daii che ho fatto un buon lavoro.-
-Si,hai ragione. E poi senza maglietta non saresti riuscita a concentrarti.-
Lo guardo storta sorridendo.
-Cosa stai insinuando?-
-Che non riesci a togliere gli occhi da me senza maglietta?-
-Perché tu riesci a me in reggiseno?-
Mi guarda torvo e risponde.
-Non c'entra questo.-
-Si invece. Se io non riesco a te vogliamo parlare te a me?-
-Stavo parlando di... ha lascia perdere.- sorride e mi guarda.
-Se sei TU che devo dirti?-
-Ma graazie, un complimento. Abbiamo solo un ora per stare insieme prima che vada e ci rivediamo stasera. Che vuoi fare?-
Si alza e toglie la maglietta.
Ho capito il suo gioco: non gli piace perdere vuole dimostrare che mi piace guardarlo senza canotta. Lo guardo negli occhi.
-Non ci casco sai?-
Mi alzo anche io e mi metto davanti a lui.
-Non credere di farmi cadere così prima che cada tu.-
Levo la maglietta verde bosco lasciando in bella vista il reggiseno blu notte e la carne chiara. Incrocio le braccia sotto il seno e lo guardo negli occhi.
-Non credere di poter vincere così facilmente.-
Alza un sopracciglio e continua a guardarmi negli occhi.
D'un tratto sentiamo la porta aprirsi e mi giro di scatto verso la finestra per non far vedere all'indesiderato la bella mostra.
-Vi divertite così voi?-
PETER.
-Voltati.- gli ordina Derek.-Non dovresti nemmeno essere qui.- è arrabbiato.
-Sono venuto per una cosa, ma a quanto pare non è il momento.-
Si gira e mi permette di infilarmi la maglietta.
-Se ti può essere d'aiuto il mio consiglio Peter vattene.- gli dico sprezzante.
-Sto parlando con Derek Non con te.-
-Lo so, ma dato che sono le ultime ore che passiamo insieme, vorrei stare con lui.-
Mi guarda girandosi.
-Ah già vero per la questione degli Alpha. Molto bene. Derek mandami un messaggio appena va via.-
E si chiude la porta alle spalle andandosene.
-Ma che problemi ha?!- chiedo a Derek.
-Peter.- risponde sorridendomi.

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