Capitolo 1 - Sentirsi a casa

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Sean sollevò la piccola Olivia tra le braccia e la poggiò delicatamente contro la propria spalla destra, dondolando su se stesso.

"Come sta la mia piccola Olli?" mormorò, parlando piano contro il collo della bambina, che in risposta sbrodolò sulla maglia del suo pigiama, facendolo sorridere.

Scese le scale e si diede un bacio sulle dita, prima di sfiorare l'urna contenente le ceneri di Joanne, sistemata accuratamente sopra il caminetto.

"Hey nonna." sussurrò giusto un attimo, camminando verso la cucina.

Quella routine andava avanti ormai da una settimana, precisamente da quando era tornato a Preston.

Non aveva ancora avuto modo di rivedere nessuno dei suoi amici, non se l'era sentita.

Si era preoccupato di sistemare tutte le cose di Olivia, di fare domanda come docente alla Virginia High School e di chiamare Cody anche solo per sentire la sua voce, giusto pochi minuti.

"Vedrai che ti piacerà un sacco vivere a Preston. Qui ci sono tutti i tuoi zii, c'è nonna Janet, ah e poi c'è Xander. E' un bambino incredibile, quando sarai più grande ti insegnerà un sacco di cose. Possibilmente non le parolacce. Lui le ha imparate, dobbiamo ringraziare tuo zio Steven per questo." borbottò, mettendo la piccola nell'ovetto appoggiato sul tavolo.

Sorrise, consapevole del fatto che sua figlia non capisse un parola di quei discorsi, ma adorava parlare con lei, raccontarle tutto, chiacchierare come se potesse davvero comprendere ogni parola.

Olivia lo guardava con i suoi occhi grandi e blu, contornati da lunghissime ciglia scure, come la sua pelle.

Dopo il discorso di Sean, Olli fece un versetto, iniziò a sgambettare, mostrando al ragazzo un enorme sorriso senza denti e il biondo spalancò la bocca, sorridendo di rimando.

"Oh, ciao! Allora la mia piccola è sveglia e mi ascolta!" disse, pizzicandole un piedino avvolto da una tutina gialla a forma di stella, che le era stata regalata da Clarissa pochi mesi prima.

Sean prese il biberon, infilò al suo interno dell'acqua, latte in polvere e cinque biscotti, per poi scuoterlo più volte, continuando a sorridere alla piccola.

Lo infilò nello scalda-biberon e tornò dalla bambina, prendendole di nuovo i piedini.

"Hai fame? Ti stai masticando la manica del pigiama, sì che hai fame." mormorò, afferrando le braccia della piccola e muovendole in aria.

Olivia sorrise, sbrodolando contenta.

"Sei peggio di quella bambola che non fa altro che sputacchiare saliva in giro, lo sai?" disse Sean, fingendo di guardarla male.

La bimba corrucciò la fronte, arricciò il naso, poi scoppiò a piangere, strillando a pieni polmoni.

Sean roteò gli occhi verso il soffitto e scosse il capo, staccando la cintura di sicurezza e prendendo la bambina tra le braccia.

La strinse al petto, dondolando su se stesso, canticchiando qualcosa che più che ad una canzoncina allegra somigliava ad un lamento.

"Piccola, non piangere. Ti prego, fai la brava." mormorò, socchiudendo gli occhi.

In quei momenti c'era sempre stata sua nonna, nonna Joanne che si alzava la notte per non farlo stancare troppo, sapendo che il giorno dopo a lavoro avrebbe dovuto tenere a bada almeno una ventina di bambini.

Joanne che l'aveva portata al parco ogni giorno, le aveva comprato un sacco di giocattoli e vestiti ed aveva aperto un conto per lei, per quando sarebbe stata grande, versando gran parte dei suoi risparmi di tutta una vita.

On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora