Lucas si limitò a guardarlo, in silenzio come al suo solito, nascosto dietro ad un muro di dubbi e paure, nel trampolino più alto dei suoi timori, incapace di saltare, di gettarsi nel vuoto.
"Dì qualcosa." sussurrò il biondo, tirando su con il naso.
Guardò gli occhi blu di Lucas, così profondi da fare invidia al mare e fece un passo indietro, asciugandosi una guancia.
"Dimmi addio, Lucas. Perché tra un minuto uscirò da quella porta e tu non mi vedrai mai più, quindi fallo, dimmi almeno addio."
Qualche ora prima
La luce dei fari illuminava fievolmente la strada buia, il finestrino leggermente aperto e l'aria fresca a tenerlo lucido, con gli occhi fissi sull'asfalto, mentre la radio di sottofondo aveva smesso di fargli compagnia da tempo, lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Sean adocchiò velocemente il cellulare, avviò una chiamata ed inserì il vivavoce.
Uno squillo, due squilli, tre... infine quattro.
"Sean, sono le cinque e quaranta del mattino, che cazzo?"
La voce di Steven lo fece tremare, il nervosismo accumulato durante quei giorni lontano da Lucas, tutte le sue paure, l'ansia e il timore che l'altro avrebbe potuto definitivamente chiudere con lui, ogni cosa venne a galla, come uno schiaffo dato in pieno volto.
"So dov'è Lucas, avrei dovuto capirlo prima, ci sarei dovuto arrivare. E forse mi odierà Steve, perché non sto rispettando ciò che mi ha chiesto, ciò che vuole, ma io devo parlargli, devo vederlo, lui deve... deve sapere cosa provo, deve capire." mormorò, la voce tremante e un groppo pesante a stringergli la gola.
Sentì un sospiro dall'altra parte, rallentò leggermente la sua corsa e si morse un labbro, avvistando in lontananza l'abitazione che stava cercando.
"Okay, presumo tu sia arrivato da lui, allora, se mi stai chiamando a quest'ora nel panico più totale. Ascolta Sean, forse invece hai ragione tu, okay? Ormai ci sei dentro, vai fino in fondo. E' vero, Luke voleva un po' di tempo, ma sappiamo entrambi che spesso scappa dalle cose che potrebbero fargli male, ma renderlo anche felice. Potrebbe stupirti e dirti cose che non ti aspetti, potrebbe chiudere con te, potrebbe fare qualsiasi cosa, ma per scoprirlo devi solo parlare con lui. Fallo e basta." rispose il maggiore, rassicurandolo.
Sean annuì a se stesso, parcheggiò lungo la strada e spense l'auto, chiudendo gli occhi per qualche istante.
"Scusa se ti ho chiamato a quest'ora, ma sono appena arrivato e avevo bisogno di sentirti dire che non sto facendo una stupidaggine. Posso farcela." mormorò, cercando di farsi forza.
"Hai superato di tutto negli ultimi mesi, affronta anche questa." sussurrò il moro con voce addormentata.
Sean sorrise appena, riconoscente per le parole dell'amico.
"Grazie Steve, davvero." rispose, con una mano già sulla maniglia e il telefono stretto nell'altra.
"Quando vuoi, biondo, lo sai." ridacchiò l'altro, chiudendo la chiamata.
Sean scese dall'auto e si appoggiò contro la portiera, prese un altro respiro profondo, poi si strinse nella giacca, camminando sulla ghiaia sparsa nel vialetto.
STAI LEGGENDO
On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]
RomanceUltima parte della trilogia. Questo racconto a tematica omosessuale non può essere compreso senza prima aver letto Welcome To Virginia High School ed And Always Will Be; che trovate tra le mie opere. ❖❖❖ Ambientato tre anni dopo la fine di And Alway...