Capitolo 20 - Altri trenta giorni

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Tutto era iniziato con una domanda, mentre dagli auricolari del lettore musicale di Steven la voce del frontman degli U2 cantava: tu hai un viso non rovinato dalla bellezza, io ho delle cicatrici dai posti in cui sono stato, hai degli occhi che riescono a vedere dritto dentro di me e non hai paura di ciò che hanno visto.

"Mi piace quella canzone."

Steven lasciò scivolare via un auricolare e si voltò leggermente verso Simon.

"Ti ho svegliato io?" chiese, mettendosi su un fianco per fronteggiarlo.

Il ragazzo scosse appena il capo, sfiorò con le dita la spalla nuda del compagno e sorrise leggermente, parlando piano.

"Ero già sveglio, e poi tra poco suona la sveglia, tu non riuscivi a dormire?" domandò di rimando, alzando gli occhi verso lo sguardo verde acqua del maggiore, che annuì, allungandosi per circondarlo con un braccio.

"Ricordi il nostro ballo scolastico?" chiese poi Steven, chiudendo gli occhi, ridendo piano contro la guancia di Simon, che sorrise a sua volta, facendo sì con il capo.

"Tu eri bellissimo, io... cazzo, io mi sono presentato con una t-shirt dei Kiss." ricordò il moro, stringendolo a sé.

Simon ridacchiò, annuendo a quel ricordo, afferrò l'auricolare che Steven aveva lasciato scivolare giù poco prima e se lo mise, poggiando la fronte contro quella del compagno.

"Non ti sei proprio presentato." gli ricordò, facendolo sorridere.

"Io forse sono l'uomo della tua vita, ma tu sei la salvezza della mia." sussurrò poi, ripetendo una frase che a Steve suonò dannatamente familiare.



Nove anni prima



Le luci nella sala cambiavano colore in base alla musica, i ragazzi del quinto anno festeggiavano la fine dell'anno scolastico, quelli del quarto finalmente pronti ad avanzare di grado.

Fra questi c'era anche Simon, immobile come un palo, con un caschetto di capelli biondo cenere a coprire leggermente gli occhi color grano, adesso puntati verso il palco allestito al centro della palestra, distratto di tanto in tanto da Sean, che mentre trangugiava bicchieri di punch analcolico uno dietro l'altro, saltellando intorno a Clarissa, cantava canzoni a lui sconosciute.

Controllò il cellulare infinite volte, quello era l'addio finale che Steven avrebbe dovuto dare alla VHS, sapeva che il moro non amava particolarmente i balli, né si sarebbe mai infilato una cravatta per presenziare ad un evento tanto idiota, e Simon non sperava di sicuro che l'arrivo di Xander potesse cambiare così in fretta il suo fidanzato, con il quale aveva chiarito da poche settimane, dopo l'incidente "Brent".

Quando vide Lucas attraversare l'ingresso della palestra, vestito di tutto punto, storse le labbra, tornando a sedersi su una stupida sedia di plastica.

Sean sorrise come un bambino, camminò velocemente verso il suo ragazzo e circondò il suo collo con entrambe le braccia, alzandosi sulle punte per poter raggiungere le sue labbra.

Clarissa stava chiacchierando con delle ragazze accanto al tavolo delle bibite, Lucas e Sean erano già spariti, Zach era... beh, Zach se n'era andato da un paio di settimane, subito dopo la fine della scuola. Non aveva neppure aspettato il ballo finale.

Christopher lo aveva letteralmente distrutto, e Zach era scomparso nel nulla, portandosi dietro tutti i suoi pezzi di cuore.

Simon sospirò, erano già le dieci e la serata stava procedendo bene per tutti, tranne che per lui.

On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora