Capitolo 15 - Il tempo necessario

13.4K 954 1.4K
                                    

Quando Sean aprì la porta di casa quel venerdì mattina, si trattenne con tutto se stesso per non roteare gli occhi al soffitto e sbuffare sonoramente, di fronte alla figura di Rey - che con i capelli leggermente più corti e bagnati dalla pioggia, i soliti occhi verdi che sembravano leggere fin dentro l'anima e le labbra corrucciate, lo fissava senza dire niente.

"Ah, sembra un déjà-vu." borbottò il biondo, serrando le labbra un attimo dopo, ancora occhi negli occhi con l'altro.

"Ciao Rey, sei tornato oggi?" domandò, tentando inutilmente di smorzare la tensione.

Forzò un sorriso e si grattò distrattamente una guancia, odiandosi mentalmente per aver aperto quella maledetta porta.

Il moro trattenne una risata, una mano a coprire per un attimo le labbra carnose e scosse il capo, come se un pensiero assurdo gli avesse appena attraversato la mente.

A Sean parve di rivivere un momento già vissuto.

"Mi ero preparato un discorso, sai? Un discorso profondo e così pieno di dettagli, ma non appena hai aperto la porta e ti ho guardato negli occhi, quel discorso è andato a farsi fottere. Sì perché l'unica cosa alla quale riesco a pensare in questo momento è una sola." rispose schietto il minore, scrollando le spalle come a lasciar scorrere via l'ansia.

Sean annuì di fronte a quel discorso, gli occhi stretti in due fessure e la sensazione che da quel momento, che fosse nel bene o nel male, tutto avrebbe iniziato ad avere un senso.

"Illuminami, Dupree. Cosa pensi quando mi guardi?" lo provocò, poggiandosi con una spalla allo stipite della porta, l'aria tiepida della primavera - nonostante la pioggia - a sfiorare i capelli di Rey, che sorrise nuovamente con ironia.

"Che sei l'essere più odioso che io abbia avuto il dispiacere di conoscere nella vita. Sei così egoista ed egocentrico, sei pieno di te, sei così testardo e viscido. Dio, Sean... ho provato ad esserti amico, ho provato a vederti con occhi diversi, ma tutto quello che vedo adesso è un ragazzo all'apparenza bello come un angelo ma diabolico, calcolatore e bastardo." sputò fuori, utilizzando una tranquillità che spaventò il biondo, portandolo a spalancare la bocca per la sorpresa.

"Non m'interessa la tua amicizia, Humprey, né cosa pensi di me." rispose un attimo dopo, deglutendo con fatica.

Serrò la mascella e fece per richiudere la porta, ma l'altro lo bloccò, facendo un passo in avanti.

"Amo Lucas e tu sei tornato per rovinare tutto, non potevi continuare per la tua strada? No, tu dovevi tornare indietro, dovevi praticamente lanciarti tra le braccia del mio fidanzato! Per quale motivo non riesci a lasciarlo andare?!" sbottò, mostrando quella rabbia che Sean gli aveva visto trattenere fino a quel momento.

Sean riaprì la porta, uscì fuori e incrociò le braccia al petto, senza distogliere lo sguardo da quello di Rey neanche per un istante.

"Non ho fatto nulla di tutto questo, Rey, che tu mi creda o no. Non puoi incolparmi per quello che prova Lucas. Rispetterò ogni sua decisione, sono suo amico, lo farò. Se è te che vuole a me sta bene, ma dev'essere Lucas a volerlo, dev'essere lui a decidere. Io e te possiamo stare qui a discutere fino alla fine dei tempi se ti aggrada, ma il fatto è che è tutto nelle mani di Lucas. E non puoi incolpare me se lui mi am-" disse, ricevendo uno schiaffo in pieno viso.

Con il volto inclinato da un lato e un sorriso ironico sulla bocca, si sfiorò un labbro, raccogliendo una goccia di sangue con le proprie dita.

Tornò a guardare Rey, che con la rabbia ad animargli lo sguardo lo sfidò quasi a reagire, facendo un passo avanti.

Sean si leccò le labbra, pulendo la mano sui jeans e scoppiando a ridere un attimo dopo.

Rey si accigliò a quella reazione, stringendo i pugni lungo i fianchi.

On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora