Capitolo 24 - Quel pomeriggio di undici anni fa

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Kyle si buttò lo zaino su una spalla e attraversò la strada, adocchiando l'enorme edificio al di là della cancellata in ferro battuto.

Della musica assordante attirò la sua attenzione e il ragazzo assottigliò lo sguardo, guardandosi intorno.

Fatta eccezione per quell'unica fonte di rumore, l'intero campus regnava nel silenzio più totale.

Rilesse un paio di messaggi ricevuti da Rey poco prima, nei quali gli indicava un determinato cespuglio da spostare o scavalcare, non gli era ancora ben chiaro.

Fece come gli era stato detto, seguì la cancellata camminando verso sinistra, gli occhi stretti in due fessure, concentrato sul trovare quel maledetto cespuglio da spostare.

Notò dei ciuffi d'erba completamente sradicati e diede un calcio all'aiuola, abbassandosi di poco.

Il cespuglio - che fino a quel momento aveva coperto l'entrata improvvisata - rotolò via.

Kyle attraversò il foro nella recinzione e sistemò nuovamente i cespugli, scrollandosi di dosso un paio di foglie.

Quando tornò su si guardò intorno, controllando nuovamente il telefono.

Rey aveva smesso di scrivergli da almeno venti minuti, ovvero da quando gli aveva spiegato come intrufolarsi nel campus dell'università.

Il moro ricordò qualcosa come un dormitorio sopra la biblioteca, ovvero quello meno frequentato, essendo completamente isolato rispetto al resto dei dormitori comuni, molto più vicini alle confraternite, e di conseguenza ad ogni eventuale festa.

Camminò velocemente verso la piazza principale, adocchiando di sfuggita le indicazioni e le varie frecce direzionali.

"Dove cazzo è la biblioteca" borbottò fra sé, grattandosi distrattamente il capo, coperto da un berretto nero.

S'incamminò verso l'edificio che gli parve più silenzioso, scrollando le spalle nel buio per cacciare una foglia rimasta attaccata alla maglietta.

Evitò di passare sotto ai lampioni, camminando sull'erba e facendo meno rumore possibile.

Superata una seconda piazzola, molto più piccola rispetto alla prima, si accorse dell'enorme insegna posta davanti al portone della biblioteca, che sembrava essere lì da qualcosa come un secolo, constatò il giovane, trattenendo un fischio di stupore.

Ringraziò mentalmente chiunque avesse deciso di attaccare i cognomi sulle porte dei dormitori, così da evitargli la figura di merda - e la rottura - di dover bussare a tutte le porte.

Camminò lungo il primo corridoio, guardandosi le spalle di tanto in tanto.

Il suo telefono emise un bip proprio quando trovò quella porta.

H. Dupree - L. Dustin, scritto in corsivo, regnava al centro esatto della piccola insegna attaccata alla porta.

Tirò fuori il cellulare e scosse il capo, leggendo velocemente il messaggio appena ricevuto da Rey.

Ho sbagliato a scriverti, non avrei dovuto dirti quelle cose, Kyle. Siamo ancora amici?

Il moro si schiarì la voce, bussò contro il legno della porta e fece un passo indietro, rileggendo il messaggio, come se solo guardandole, le parole di Rey potessero cambiare in qualche modo, suonando meno taglienti, meno distruttive.

La porta si aprì e il ragazzo dall'altra parte trattenne il respiro, mordendosi un labbro.

"Posso entrare?" domandò Kyle, serrando la mascella fino a farsi male.

On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora