Quando Sean riaprì gli occhi quella mattina, per un breve istante, sentì nello stomaco una sensazione di pace, un formicolio piacevole che si estese per tutto il corpo, facendolo sentire leggero come una piuma.
Si morse un labbro, sorridendo come un cretino con gli occhi puntati al soffitto mentre l'acqua della doccia nell'altra stanza scorreva facendo rumore.
Si alzò in piedi guardandosi intorno, le lenzuola erano finite in fondo al materasso, i vestiti della sera prima sparsi per tutta la stanza, il telefono sul pavimento, giusto accanto ai suoi boxer.
Oh, già... il suo telefono.
Si infilò addosso qualcosa al volo e lo raccolse, premendo il tasto di accensione.
Il telefono sembrava morto, così il biondo sbuffò, camminando lentamente verso il bagno.
Le abitudini di Lucas, nonostante i giorni, i mesi, gli anni, in fondo non sarebbero mai cambiate, e Sean lo sapeva.
Per questo trovò la porta aperta, per questo lo sentì fischiettare distrattamente mentre faceva la doccia e per questo entrò nella stanza senza un filo d'imbarazzo.
Perché il tempo non aveva scalfito il loro conoscersi come se fossero un'unica persona, il tempo non aveva alzato barriere, portandoli a distaccarsi, creando imbarazzo o momenti di silenzio legati alla tensione.
Erano ancora loro due, Lucas e Sean, esattamente come qualche anno prima; come se la loro storia fosse semplicemente stata messa in pausa, per poi premere nuovamente play.
"Luke, mi serve il tuo caricabatterie." esclamò quindi Sean, voltandosi verso la doccia, dalla quale Lucas rispose, aprendo l'anta.
"E' nella mia valigia, in camera. Credo di avere anch'io il telefono completamente scarico, puoi controllare se ho delle chiamate?" disse poi, guardandolo negli occhi.
Sean sorrise, sporgendosi per riuscire a guardare il suo corpo, ma Lucas ridacchiò, richiudendo l'anta.
"Signor Cameron, è così pudico oggi?" lo provocò il biondo, scrollando le spalle, già diretto verso l'altra stanza.
"Non darmi del lei, Davis." rispose l'altro, chiudendo l'acqua.
Sean scoppiò a ridere, tornando indietro e affacciandosi dalla porta del bagno.
"Ti ecciti se ti do del lei?" domandò, assottigliando gli occhi.
Lucas lo ignorò, si legò in vita un asciugamano e pulì con una mano l'alone sullo specchio.
Sean entrò nella stanza e si avvicinò a lui, poggiando il mento sul suo braccio ancora bagnato.
Alzò gli occhi, guardandolo dal basso e sorridendo appena.
"Scusi, non ho potuto fare a meno di notare quanto lei sia sexy, mi lascerebbe il suo numero?" lo provocò, facendo un passo indietro per squadrarlo completamente.
Lucas sorrise, gli diede un buffetto sulla fronte, poi lo afferrò per i fianchi, abbracciandolo.
"Per usare il mio numero hai bisogno di un telefono, che è ancora tra le tue mani, spento, piccolo genio." soffiò piano contro il suo orecchio, dandogli un bacio sulla guancia.
Sean sussultò, ricordandosi nuovamente di quel maledetto telefono.
"Perché continuo a dimenticare di accenderlo?" sbottò, scuotendo il capo, diretto nuovamente verso la camera da letto.
Lucas lo seguì, vestendosi nel frattempo, mentre Sean ridacchiava, srotolando il filo del caricabatterie.
"Ah beh, pensavo usassi ancora quel coso rotto che reggeva l'anima con lo scotch!" lo prese in giro, infilandolo la presa nella corrente.
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On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]
RomanceUltima parte della trilogia. Questo racconto a tematica omosessuale non può essere compreso senza prima aver letto Welcome To Virginia High School ed And Always Will Be; che trovate tra le mie opere. ❖❖❖ Ambientato tre anni dopo la fine di And Alway...