Capitolo 10 - L'inizio della tempesta

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Steven bussò una seconda volta contro la porta di legno chiaro, che ricordava come se fossero passati pochi giorni anziché anni e si schiarì la voce, preparando mentalmente un discorso che probabilmente non avrebbe mai neanche pronunciato.

Un "avanti" dall'interno della classe lo invitò ad entrare ed aprì per metà la porta, poggiandosi contro lo stipite.

Sean si voltò verso l'ingresso e sgranò appena gli occhi, non aspettandosi di certo di vedere lì uno dei suoi amici, amico con il quale aveva discusso solo qualche giorno prima.

"Steve?" mormorò, posando il gesso e pulendosi le mani l'una contro l'altra.

"Puoi uscire un attimo?" domandò il moro, facendo un cenno con il capo verso il corridoio.

Sean annuì, prese il cellulare da sopra la cattedra e si avvicinò alla porta, alzando un dito in direzione dei suoi alunni.

"Non fate casino!" disse, chiudendosi la porta alle spalle.

Steven fece un passo indietro, serio come forse Sean non l'aveva mai visto.

"Come mai sei qui?" domandò allora, incrociando le braccia al petto.

L'altro alzò il capo proprio in quel momento, guardandolo negli occhi.

"Non rispondi se ti chiamo, quando vengo a casa tua non ci sei mai e Simon inizia a sospettare che sia successo qualcosa, non avevo molte alternative." spiegò l'altro, poggiandosi con le spalle contro quei vecchi armadietti un tempo appartenuti a loro.

"Non glielo hai detto, mh?" sussurrò il biondo.

"Se glielo dicessi ci starebbe male e non voglio farlo stare male. Sei uno dei suoi migliori amici." rispose Steve, scrollando le spalle.

Sean annuì in risposta, lasciando che il silenzio la facesse da padrone.

"Credo di aver esagerato." buttò fuori il maggiore, le mani infilate nelle tasche dei jeans e lo sguardo assottigliato, sempre fiero, ancora pieno d'orgoglio.

"Credi?" sorrise Sean, scuotendo il capo.

"Non puoi urlarmi contro cose come non hai mai amato Lucas, per poi mettermi le mani addosso. Okay, hai ragione, ti ho dato uno schiaffo, ma ti rendi conto di cosa mi hai detto, di quanto possa avermi fatto male?" domandò il biondo, mordendosi un labbro e abbassando il tono della voce.

Steven annuì, avvicinandosi all'amico, che alzò il capo, occhi negli occhi.

"Ho visto Luke soffrire per Alex, poi l'ho visto soffrire per te, ed è stato devastante in entrambi i casi. Ti ha sempre amato, Sean. Cazzo, ti ha sempre amato." borbottò Steve a denti stretti.

L'altro sospirò, passandosi una mano tra i capelli, poi annuì, mandando giù quel maledetto groppo alla gola che da giorni non voleva saperne di andarsene.

"E credi che non lo sappia? Steve, guardami negli occhi e chiedimelo. Avanti!" rispose, alzando leggermente il tono della voce.

Il moro ricambiò il suo sguardo, guardò quegli occhi così chiari e lucidi e lo vide.

Quel sentimento che Sean aveva saputo nascondere bene per anni, segregandolo in angoli remoti della sua mente.

Era ancora lì, vivido e vero, profondo e doloroso. Non l'aveva mai lasciato andare.

"Lo ami?" chiese allora, nonostante quella domanda suonasse più come un'affermazione.

Sean non distolse lo sguardo neanche un secondo, non ci fu nessun tentennamento, nessun cenno di cedimento, nessun accenno di dubbio.

On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora