Capitolo 25 - E attendi l'alba

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"Passo a prenderla io più tardi, okay? Grazie mamma" mormorò il ragazzo, dando una piccola carezza alla sua bambina.

Olivia rimase tra le braccia di Janet, che diede un bacio veloce sulla guancia di Sean, prima di tirare fuori il telefono dalla borsetta, componendo il numero di Kyle.

Sean richiuse la porta di casa e vi si appoggiò contro per un istante, prendendo un respiro profondo, prima di attraversare l'ingresso, entrando in salotto.

Lucas era seduto sul divano, una tazza di ceramica stretta tra le mani, neanche stesse per frantumarla, e lo sguardo fisso sull'uomo seduto dalla parte opposta del tavolino, su un secondo divanetto in pelle.

Il biondo si schiarì la voce, mostrando un sorriso di circostanza.

Anche l'uomo aveva tra le mani una tazza, il caffè di Sean si era raffreddato da ormai un'ora ma il ragazzo non vi badò, prendendo un sorso.

"Vuoi che io rimanga qui?" domandò piano, voltandosi verso Lucas, che lo guardò negli occhi, annuendo impercettibilmente.

Così Sean si umettò le labbra, andò a sedersi su una poltrona e rimase in silenzio, alternando lo sguardo dall'amore della sua vita, a quell'uomo che molti anni prima, quella vita a Lucas, l'aveva cambiata.

"Io sono Sean Davis, non mi sono presentato prima" disse poi, rialzandosi per porgere la mano all'uomo, che con un certo imbarazzo la strinse gentilmente.

"Paul Emilson" rispose, abbassando il capo un attimo dopo.

Sean guardò Lucas di sottecchi, il compagno sembrò essersi perso a fissare il liquido scuro all'interno della tazza, così il biondo si schiarì la voce, attirando la sua attenzione.

Lucas sospirò pesantemente, appoggiò la tazza sul tavolino e strinse le dita le une con le altre, fino a far sbiancare le nocche.

Da quando Sean aveva fatto entrare quella persona in casa, spiegandogli che si trattava di una cosa importante, qualcosa riguardo Alexander, Lucas aveva immediatamente fatto due più due, iniziando a sudare freddo.

Così si trovavano lì da circa venti minuti, in silenzio.

"Mi ricordo di lei" mormorò Lucas, attirando su di sé lo sguardo dell'uomo, che apparendo ancora più fragile, annuì, restando in ascolto.

"Anche io... anche io ricordo bene il tuo volto" rispose, parlando piano, come se una parola detta con troppa forza avesse potuto in qualche modo scatenare un putiferio.

"Perché è venuto qua? Per lavarsi la coscienza?" sputò velenoso il moro, alzando gli occhi al soffitto, le lacrime che pungevano agli angoli dei suoi occhi.

In altre circostanze Sean lo avrebbe ripreso, gli avrebbe chiesto di essere più comprensivo, ma non quella volta.

Non quando riguardava Alex.

Lui per primo lo aveva visto soffrire negli anni, incolparsi, piangere, perdere più volte il sorriso, la voglia di vivere, di alzarsi ed affrontare un nuovo giorno.

Ricordava bene la prima volta in cui gli aveva raccontato di suo fratello minore, di quanto gli mancasse, di quanto fosse vuota la sua vita, da quando gli era stato portato via.

"No, ragazzo. Non sono qui per questo" rispose piano l'uomo, posando a sua volta la tazza.

Si asciugò nuovamente le mani sudaticce sui vecchi jeans, gli occhi lucidi e un'espressione mortificata.

Sean notò anche quella.

"Sono qui per dirti che non è passato giorno in cui io non abbia sentito un gran rimorso. Ricordo ancora il suo viso, era così giovane..." spiegò, mentre una lacrima solitaria scivolava via, perdendosi nell'angolo dei suoi baffi.

On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora