In seguito all'ennesimo trillo Rey aprì gli occhi, adocchiando il cellulare abbandonato la notte prima sul divano.
Si rigirò, incastrato nella coperta che suo padre gli aveva lasciato addosso qualche ora prima, la TV adesso spenta e il telecomando sul tavolino.
Si era addormentato guardando - per l'ennesima volta - il matrimonio del mio migliore amico.
Raccolse il telefono, schiarendosi la voce e si mise seduto, passandosi una mano sul volto ancora caldo di sonno.
Qualche notifica da vari social network, un paio di messaggi da dei compagni del College, un SMS non ancora letto: Kyle.
Aprì il messaggio, socchiudendo gli occhi a causa della luce mattutina, sorridendo involontariamente di fronte a quel "Buongiorno fiore" che il ragazzo si ostinava a mandargli ogni mattina, cosa che in realtà faceva anche la sera, per la buonanotte.
Digitò velocemente un "Ciao anche a te, Kyle" prima di buttarsi nuovamente sotto la coperta, il telefono stretto in entrambe le mani e un labbro tra i denti.
La risposta non tardò ad arrivare, tanto che Rey sussultò per la sorpresa, sentendo una lieve, lievissima, scossa, attraversargli lo stomaco.
Da Kyle: Dormito bene, fiore?
Lanciò una breve occhiata allo schermo della TV, ripensando alle lacrime versate la sera prima, affogando il dispiacere in una ciotola di pop corn, prima di rispondere, incapace, ancora una volta, di mentire a quell'assurdo ragazzo conosciuto per caso.
Da Rey: Va bene comunque, se mento a riguardo?
Da Kyle: No, niente bugie fiore, solo la verità.
Sorrise nuovamente, sentendosi anche un po' cretino per quella situazione.
Erano davvero diventati amici?
Si può diventare così tanto amico di qualcuno nel giro di una settimana?
Era stato strano, all'inizio.
Vedere Kyle ogni giorno dopo il suo turno al bar, talvolta anche la mattina alle sette, quando quello scellerato si alzava all'alba pur di accompagnarlo fino al locale, per non farlo stare da solo.
Era stato in quel momento, la settima mattina di fila, che Rey aveva deciso.
Sì, Kyle poteva far parte della sua vita, forse non nel modo in cui il minore sperava, ma era comunque qualcosa.
Avevano parlato di svariate cose, non era stato difficile aprirsi con Kyle, e sentirlo ridere delle sue disgrazie.
Gli aveva raccontato del pattinaggio, e del fatto che non tornasse su una pista da almeno un anno e mezzo.
Aveva spiegato a Kyle praticamente tutto ciò che c'era da sapere su quello sport, nonostante al ragazzo non potesse fregare di meno.
E Rey lo aveva capito, ma aveva apprezzato comunque il suo sguardo attento; perché Kyle, malgrado il poco interesse, non si era perso una parola.
I giorni erano trascorsi lenti, i messaggi erano aumentati, così come le risate, le stupidaggini raccontate a mezzanotte di fronte ad una fotocamera, mentre la video-chiamata s'incantava e il video restava bloccato per minuti interi.
Rey aveva riso per le battute stupide di Kyle, per le sue smorfie e perché una volta durante una video-chiamata, gli era caduto il telefono in faccia, facendo un rumore assurdo.
Kyle aveva assistito anche ad un suo crollo emotivo, lo aveva ascoltato piangere, e poi lo aveva stretto in un abbraccio, senza dire niente.
Perché ogni tanto gli capitava ancora di sentirsi una nullità, di credere che fosse tutto perduto, dopo Lucas.
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On the way home | Sequel di AAWB ➼ Tematica gay [BOOK 3]
RomanceUltima parte della trilogia. Questo racconto a tematica omosessuale non può essere compreso senza prima aver letto Welcome To Virginia High School ed And Always Will Be; che trovate tra le mie opere. ❖❖❖ Ambientato tre anni dopo la fine di And Alway...