Chapter eight

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Come ogni mattina la sveglia non tarda a suonare, perciò sono costretta ad alzarmi dal mio amato letto per andare in quel carcere chiamato scuola.
Mi dirigo in camera di Zayn per chiedergli un passaggio verso scuola, ma appena apro la porta di lui nessuna traccia.
Forse starà in cucina.
Esco dalla stanza, scendo al piano di sotto e anche qui di Zayn nessuna traccia tranne un post-it attaccato al fornetto. Lo stacco ed inizio a leggerne il contenuto.

"Sorellina oggi sarò fuori per tutto il giorno, rientrerò verso le 23:30, non aspettarmi sveglia. Stai tranquilla non vado a lavorare, comunque vai a scuola e se vuoi oggi pomeriggio esci con i ragazzi.
Domani ti racconto tutto.
Baci il tuo Zayn."

Accartoccio il fogliettino e lo butto nella pattumiera.

Prendo al volo una mela e inizio a mangiucchiarla, dovete sapere che noi criminali dobbiamo mantenerci in forma.

Finita la mia sana e genuina colazione mi dirigo al piano superiore per darmi una sciacquata.
Esco dalla doccia e indosso l'intimo, torno in camera, mi vesto velocemente, mi do una truccata e prendo l'iphone.
Scendo di nuovo al piano di sotto per prendere lo zaino ed esco dalla mia dimora chiudendo a chiave la porta.

7:45
Merda devo sbrigarmi, non è possibile che io abbia quasi diciotto anni e ancora non ho la macchina, nonostante sia piena di soldi bah, ho anche la patente ma Zayn mi ha detto che devo aspettare che compio 18 anni, tanto sono io che ogni mattina devo camminare per più di un chilometro e non lui.
Mah le cose ingiuste della vita.

Cammino per quasi due chilometri fino ad arrivare al cortile della scuola.
Vanessa mi vede e mi fa cenno con la mano di andare da lei.
-Ehy Sel- mi saluta stampandomi un bacio in guancia.
-Ehy Vane, che per caso hai una sigaretta?-
-Sisi-
-Oddio sei la migliore - mi avvicino e l'abbraccio. Mi porge una sigaretta ed io la porto alle labbra, prendo dalle mie tasche il mio accendino e l'accendo.
Faccio alcuni tiri passandola ogni tanto a Vane.

-Cosa hai in prima ora Sel?- mi chiede la brunetta davanti a me
-Geografia tu?-
-Anch'io, cazzo c'è il professor Garcia?- mi domanda
-Sì il depresso che palle- sbotta a ridere subito seguita da me.

A causa del suono della campanella, sono costretta a buttare il mozzicone di sigaretta a terra per poi schiacciarlo con il piede.

Entriamo nell'aula e per fortuna c'è ancora un banco libero in fondo, accanto al nostro banco vi sono Justin e il suo amico ricciolo che mi sembra si chiami Harry.
Li salutiamo e ci sediamo sulle sedie.
Io mi siedo dalla pare della finestra mentre Vanessa si siede alla mia destra.

Durante la lezione mi sento osservata, forse anche troppo.
Mi guardo intorno, ma niente, poi mi giro verso Bieber e ovviamente mi sta guardando, gli lancio un'occhiataccia in segno se si deve girare e, infatti,si gira.

Quasi alla fine della lezione mi sento osservata,di nuovo,mi giro e indovinate un po'? Bieber mi guarda.

-cazzo guardi?-sussurro per non farmi sentire dal professore.
-sempre acida,eh?-sussurra anche lui.
-fanculo!-esclamò alzandogli il mio bellissimo terzo dito,causandogli una risata.
-signor Bieber, la trova divertente la mia lezione?- domanda irritato il professore.
-scusi,ma la signorina Gomez,mi alza il dito medio.-ridacchia justin.
-cosa? cazzo dici?! professore non è vero.-sbotto io.
-signorina Gomez,il linguaggio,per favore.-dice il prof,leggermente irritato.
-si,mi scusi.-dico facendo la finta dispiaciuta.

-signorina Gomez,il linguaggio,eh.- sussurra Justin,imitando il prof.
-giuro che me la paghi,stronzo.-dico cercando di trattenermi dall'urlargli contro.
-se,contaci.- ridacchia lui.
-lo odio.- sussurro irritata a Vanessa.
-non lo pensare.-ridacchia lei.

||Bad blood|| JelenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora