Chapter Nineteen

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Dopo aver letto il capitolo,  mi fareste un gran piacere se leggete anche lo spazio autrice, basta non dico più nulla. Buona lettura 💟

-Fammi scendere subito dalla macchina!- esclamo urlando.
-No, ti devi prima calmare, così possiamo parlare e poi, se vorrò, ti farò scendere.- disse sottolineando le due parole "se vorrò".
-Se vorrai?- chiedo inarcando un sopracciglio.

-Non sei nessuno per dirmi cosa o non cosa fare, ancora non ti è entrato nel tuo minuscolo cervello?- aggiungo dando una pedata sul cruscotto.
-Stai esagerando adesso.- mi rimprovera stringendo sempre di più le mani sul volante.

-Mi hai detto che mi devo calmare? Beh, qual è il modo migliore se non dare dei pugni da qualche parte?- dico puntando il palmo della mano chiusa contro il suo bel faccino.

-Avanti fallo almeno starai meglio.- dice con aria di chi sa che non lo farò.
-Se proprio ci tieni.- dico con sorriso beffardo; e così lo faccio, gli sgancio un pugno in faccia sentendomi subito meglio.
-Cazzo dove hai imparato a darli così bene e forte? Mancava poco per rompermi un dente.- dice e mi guarda stupito.

Oh caro Justin, so anche ficcarti un proiettile in testa o magari farti saltare in aria se proprio vuoi saperlo.

-Anni e anni di allenamento.- dico vagando con lo sguardo.
-Selena- mi richiama lui mentre io sono intenta a fissare fuori l'auto.

-Che c'è?- chiedo fredda

-Ho bisogno di dirti che mi dispiace, mi dispiace per tutto, sono una merda, non avrei mai dovuto dire ai ragazzi quello che dovevano fare se avessero trovato qualcuno nel nostro territorio...- lo interrompo.
-Ma purtroppo lo hai fatto.- dico con tono acido, guardandolo dritta nei suoi occhi.

No non posso piangere, cerco di trattenere il più possibile le lacrime, ma non ci riesco.
Così volto il viso dalla parte del finestrino per non farmi vedere, ma lui parcheggia la macchina e gira il mio viso per permettere di guardarmi.

-Non piangere, per favore.- dice con voce triste.
-Credi che non ci stia provando?- dico ridendo amaramente.
-È tutta colpa mia...- tenta di parlare ma lo blocco.
-Oh sì, puoi dirlo forte!- esclamo delusa.
-Ti prego, perdonami.- dice con voce supplichevole.
-Puoi scordartelo, o almeno, per il momento non lo farò, perché non mi fido più di te.- dico guardando fuori dal finestrino.

Silenzio, dopo aver detto questa frase, è rimasto in silenzio. Si è solo messo bene sul sedile mentre stringe il volante talmente forte da far diventare le nocche bianche.
Mi dispiace si, ma non mi importa in questo momento, perché lui non sa cosa ho provato veramente in questi ultimi mesi.

Rabbia.
Dopo aver pensato all'accaduto, la rabbia inizia a farsi spazio dentro di me.
D'impulso apro lo sportello della macchina e scendo. Inizio a camminare veloce, con la voglia di tornare a casa, in camera mia, oppure in qualsiasi altro posto, basta che sto lontana da lui.

Ho bisogno di respirare, Justin pian piano mi sta uccidendo e non posso sopportare tutto questo.

-Selena, dove vai?- sento urlare dal biondo.

Faccio finta di niente e aumento di più il passo.
Lo sento correre verso di me, fin quando non mi sento tirata per un braccio e girata.

-Cosa fai? Perché scappi da me ogni volta?- dice alzando leggermente la voce.
-Non alzare la voce con me.- dico scandendo bene le parole.
-Mi dici perché sei scappata?- ripete.
-Non sono affari tuoi, quindi, te lo chiedo per favore, lasciamo stare.- dico marcando le ultime due parole.

Detto questo, giro i tacchi e inizio a camminare di nuovo.

Devo smetterla di stargli dietro come un cagnolino: sono stufa di tutto questo, di lui e dei suoi amici.

||Bad blood|| JelenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora