Chapter Eighteen

1.1K 68 4
                                    

A mensa tutti si raggruppano ed io siccome sono sola mi siedo su un tavolo abbastanza appartato mangiando quel poco di pietanza che ho ordinato giusto per i farmaci che devo assumere sennò neanche lo avrei fatto.

Gli scolari passano velocemente tra i banchi della sala buttando qualche volta  giù lo sguardo verso me e il mio banco vuoto, perfino alcuni dei miei amici  dei corsi pomeridiani quando passano mi guardano storto per poi andarsene con una sorta di risata.

Ed è proprio vero che "Gli amici non esistono, gli amici sono quelli che porti in tasca", i proverbi non sbagliano mai.
Non dico che i componenti della gang non siano miei amici, solamente li considero come una famiglia.

In questo momento vorrei  solamente abbracciare i miei genitori ma purtroppo non è possibile, perché mi hanno dovuto abbandonare in questo mondo pieno di infami e traditori?
Perchè mamma? Perchè papà?
Troppe domande nessuna risposta.

Il suono della campanella mi distoglie dai miei pensieri, a causa dei troppi pensieri non ho neanche mangiato, pazienza.
Mi alzo dalla sedia, prendo il vassoio con il cibo ancora intatto e mi faccio strada verso il cestino finchè qualcuno non mi blocca il passaggio.

Alzo lo sguardo maledicendo mentalmente la persona che mi ha appena bloccato il passaggio, ma appena incontro i suoi occhi per poco non faccio cadere il vassoio.

-Ti sposti? Mi stai bloccando il passaggio e in più mi stai facendo fare tardi a lezione di fisica
-Come se ti importa qualcosa di fisica-
-Justin cazzo fammi passare se non vuoi che ti ritrovi con lo yogurt tra i capelli- sbuffo
-Non finché non avrai mangiato-
-Sono affari miei di quello che faccio- rispondo fredda picchiettando il piede sul pavimento stufa ormai di ascoltarlo.
-Se tu non mangi io non ti lascio passare- possibile che  è così noioso, non lo sopporto.
Intorno cerco una via d'uscita e non appena la trovo poso il vassoio sul tavolo dietro di me e scappo da lui.
Ma è tutto inutile anche perchè lui è più svelto di me, tanto che è riuscito a prendermi per i fianchi, cerco di divincolarmi ma con scarsi risultati finchè non mi arrendo.

-Mangio solamente se tu mi lasci in pace-
-Non posso lasciarti in pace io e te abbiamo da risolvere una questione-
-Io non ne ho voglia di parlarne- lo contraddico anche se me ne  ne pento subito, mai contraddire Justin Drew Bieber.
Ma ora le cose devono cambiare, devo smetterla di fare qualunque cosa mi dica lui. Sono stufa.

-Non fare la mocciosa e parliamo!- esclama lui.

Non ha mica usato questo nomignolo contro di me, vero? Giuro che lo uccido.

-Quale parte di 'non voglio parlare' non ti è chiara?- domando alzando un sopracciglio.
-Quale parte di 'non me ne fotte un cazzo se non hai voglia di parlare' non hai capito? Dobbiamo risolvere una volta per tutte la situazione tra noi due.- sbotta leggermente.

Sta parlando sul serio di noi due? Non so, ma scoppio a ridere amaramente beccandomi un occhiataccia.

-Tra me e te non c'è nulla e mai ci sarà. Ti è chiara adesso la situazione?- domando alzando leggermente la voce.

Okay, sono stata una stronza a dire questo, ma è lui il primo che mi ha fatto del male.
Mi guarda amaramente per poi iniziare a parlare.

-Che cazzo significa scusami?- domanda non capendo.
-Che se tra noi poteva esserci qualcosa, ora non c'è più. Adesso che hai capito, non rompermi le palle e lasciami passare.- dico guardandolo dritto negli occhi, fa come dice e sorrido soddisfatta.

Quando esco dalla mensa sento un rumore provenire da essa, simile a quello di un pugno dato contro qualcosa, forse contro il tavolo e scommetto che è stato Justin, come al solito non sa contenere la rabbia.

||Bad blood|| JelenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora