Chapter Fourteen

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Prima di leggere il capitolo volevo dirvi che questa storia da come avrete già capito negli altri spazi autrice  la sto scrivendo  con @Eleonora1897.  Scusateci se il capitolo è corto ma è solo un piccolo capitolo di passaggio.
Potreste lasciare per favore una stellina quando avete finito di leggere grazie.

Apro la porta e di fronte a me si presenta una scena alquanto imbarazzante, mio fratello che sta limonando con una ragazza.
Appena mi vedono smettono subito.

-Ma che diavolo Sel, nessuno ti ha imparato a bussare?- sbotta leggermente imbarazzato.
-Scusami.- dico abbassando lo sguardo.

Ma che figura di merda, porca troia.
La ragazza dai capelli biondi lascia un casto bacio sulle labbra di mio fratello e se ne va imbarazzata.

-Ops ho interrotto qualcosa?-
-Non potevi scegliere tempo migliore per disturbarmi, cosa c'è?- domanda incazzato.
-Cosa c'è? Sei tu che dovresti dirmelo! Perché sei incazzato con me? Cosa ti ho fatto?- ribatto frustrata.
-Hai anche il coraggio di chiedermi del perchè sono incazzato? Fatti due domande e datti due risposte, cazzo.- sbotta
-Scusa, ma di che stai parlando?- chiedo sedendomi sulla scrivania.
-Sei davvero così ingenua? Davvero non lo sai? Sai, forse agli occhi di tutto il gruppo sarai intelligente, furba, ma per me non lo sei. Credevo ci saresti arrivata.- dice incazzato.

Colpo al cuore.
Questo non doveva dirlo.

-Puoi spiegarmi cosa ho fatto?- urlo sbattendo una mano sul legno.
-Mi ha chiamato il preside della tua scuola e vuole sospenderti per quindici giorni.- sbotta, urlando ancora di più, mettendosi le mani nei capelli.

Il preside ha chiamato a mio fratello?
Oh merda!

"La prossima volta non rispondere ai processori." mi rimprovera la mia coscienza.

Oh, ma tu i cazzi tuoi no?

-Cosa?- balbetto sgranando gli occhi.
-Hai capito bene.- dice abbassando la voce.
-Com'è possibile? Cosa ho fatto?- dico facendo finta di niente.
-Oh andiamo, non fare la finta tonta Selena Marie Gomez! Come ti è venuto in mente di rispondere a una professoressa in quel modo volgare?- dice gesticolando con le mani.
Ero nei guai me lo sentivo, quando lui mi chiamava per il mio nome intero lo faceva perchè era infuriato con me.
-Non chiamarmi per il mio nome intero odio quando lo fai. L'ho già detto a Cameron, i professori c'è l'hanno con me.- ribatto frustrata.
- È il tuo vero nome come ti dovrei chiamare Geltrude? Comunque  tu cerca di non rispondere, cazzo! Vuoi essere bocciata anche quest'anno??-  dice facendomi ricordare dell'anno scorso.
-Dio, ma vi siete messi tutti d'accordo per dirmi le stesse cose?- urlo scendendo dalla scrivania.
-Adesso come la mettiamo? Il preside vuole sospenderti per quindici fottuti giorni.-  si volta e sbatte  un pugno all'armadio facendomi rimbalzare per la paura.
-Non lo so e comunque chi era quella biondina che ti stava avvinghiata sopra? Devo per caso essere gelosa?- abbozzo un sorriso e  cercando di tranquillizzarlo vado verso di lui, prendo il suo volto tra le mani e poso lo sguardo sul suo collo, ovviamente pieno di succhiotti.
-Wow ci  è andata pesante la ragazza...- mi sposta via violentemente le mani dal suo volto in un modo così rude che per poco non vado a finire con il culo per terra.
-Adesso basta! Smettila di cambiare discorso cazzarola. E per tua informazione io faccio quello che voglio quando voglio e sopratutto con chi voglio!-
-Ho sbagliato, okay? Sono stanca vado in camera.- dico aprendo la porta.
-Ah dimenticavo, hai presente il viaggio alle Hawaii?- domanda guardandomi.
-Si, embè?- dico alzando un sopracciglio.
-Puoi scordartelo.- dice prendendo dei vestiti nell'armadio.
-Stai scherzando, vero?- domando in un sussurro.
-No, e la prossima volta impari.- dice senza guardarmi.
-Ma perché? Cazzo sono anni che aspetto di vedere i nonni e tu non puoi vietarmelo in questo modo!- urlo incazzata uscendo dalla stanza e sbattendo la porta.
-Si che posso, sono il maggiore.- urla da camera sua, in modo che io possa sentirlo.

Entrai in camera mia sbattendo la porta.
Prendo dal mio cassetto il mio iPod e infilò le cuffie.
Mi butto a peso morto sul letto e metto play.

Non può vietarmi di vedere i miei nonni.
Non può cazzo.

Stasera dovrà contare solo sugli altri, su di me proprio no.
Rimarrò a casa e non lo aiuterò, saranno cazzi suoi.
Non può impedirmi di vedere i nonni, loro ci hanno comunque aiutato quando gli assistenti sociali hanno avuto la brillante idea di rinchiuderci in un orfanotrofio.
Certe volte metterei le mani addosso a Zayn per quanto mi fa incazzare.
Cerco di rilassarmi il più possibile, chiudendo gli occhi e addormentandomi piano piano.

***

Sento, ripetutamente, bussare alla porta della mia camera.
Sbadiglio rumorosamente, farfugliando qualcosa, anche da me, incomprensibile.

-Avanti.- borbotto.
-Ti vuoi sbrig....stai ancora così?- domanda Ashley sgranando gli occhi.
-Si, potete andare, io non verrò.- rispondo facendo l'indifferente, sdraiandomi nuovamente sul letto.
-Ma come? Dai, vestiti e andiamo.- mi incoraggia la bionda.
-Ash, ho detto di no, e ora voglio dormire.- rispondo girandomi dall'altra parte, dandole le spalle.
-Ok, ma ti dico solo una cosa. Non so quel che è successo, ma puoi anche evitare di fare la bambina certe volte. Ah, e sai una cosa? Il gruppo stava pensando che tu fossi anche migliorata, dato la tua idea geniale, ma ovviamente, come sempre, devi fare la bambina capricciosa e orgogliosa.- mi rimprovera amareggiata, uscendo dalla stanza, chiudendo la porta.

Non mi interessa quello che pensano gli altri.
Io sono fatta così, se vogliono mi accettano per quella che sono, ma se pensano che io cambierò per loro, non hanno capito proprio niente.

Alcuni attimi dopo, sento la porta d'ingresso chiudersi e, successivamente, la macchina di Zayn partire.

Rimango a rimuginare sulle parole dette, alcuni minuti prima, da Ashley.
Forse ha ragione, forse non è giusto che io rimanga a casa.
Merda, il piano è mio e devo esserci anche io.
Mi alzo velocemente dal letto e prendo, dall'armadio a cabina, un leggins nero, una maglietta a mani corte nera, una felpa nera ed, infine, delle vans nere, in pratica sono 'girl in black'.
Rido per la mia stupidità e mi faccio una coda di cavallo un po' disordinata, ma prima di uscire di casa, prendo il telefono e una piccola, che mettono dietro la schiena.

Appena uscita fuori di casa, inizio a correre verso i magazzini di quei bastardi.
Corro per una buona mezz'ora, anzi, forse anche di più.
Ma appena arrivo, rimango immobile davanti al magazzino.
Non credo che, Zayn e i ragazzi, abbiamo già finito.

Decido, quindi, di controllare il retro di quel magazzino.
Inizio a girovagare, ma sento qualcuno bloccarmi e tapparmi la bocca.
Inutile dire che il mio cuore inizia a battere velocemente.
Cerco di togliermi quelle mani di dosso, ma, poi, sento qualcosa freddo appoggiato sulla mia tempia.

"Credo che siamo fottute." farfuglia la mia coscienza.

No, ma dai? Veramente? Non lo sapevo guarda.

-Non muoverti, se non vuoi ritrovarti una pallottola nel cervello.- dice una voce a me sconosciuta, ridendo sadicamente.

Improvvisamente, divento una statuina, ferma e immobile, nelle mani di un pazzo psicopatico.

||Bad blood|| JelenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora