Chapter twenty three

1K 83 6
                                    

Lasciate una stellina appena avrete concluso il capitolo e magari anche qualche commento. Baci

La testa non fa altro che girarmi, in più devo andare in bagno a vomitare tutto lo schifo che ho bevuto ieri sera.
Mi alzo cercando di non cadere a terra e focalizzo bene dove mi trovo.

Questa stanza non é la mia, ma dove cavolo sono?
Giro lo sguardo, finché non trovo Justin per terra con il petto scoperto, mentre, nel frattempo, nella mia mente iniziano ad apparire pensieri poco casti.

Che bel risveglio, grazie mille Justin.
Vado in bagno per fare i miei bisogni e quando torno in camera ritrovo Justin nella stessa posizione di prima.

Non posso stare così, con le mani in mano tutto il tempo.
Allora decido di avvicinarmi a lui e svegliarlo.

-Su coglione, svegliati.- dico alzando leggermente la voce, scuotendolo.
-Mh, buongiorno principessa.- dice sorridendo.
-Non chiamarmi principessa, e ora dimmi perché cazzo sono a casa tua.- dico alzandomi da terra e incrociando le braccia sotto il seno.
-Ma come, non ricordi?- domanda alzandosi col busto.

-No, e poi, perché mai stai dormendo a terra?-domando inclinando la testa.
-Beh, qualcuno, casualmente, questa notte mi ha preso a calci e a pugni, finché non sono finito a terra. Cazzo sei pericolosa anche quando dormi.- si lamenta alzandosi da terra e buttandosi a peso morto sul letto.

-Beh, te lo sarai meritato.- dico con un sorrisetto.

-Piuttosto, perché ieri sera ti sei ubriacata e sballata fino a star male?- domanda guardandomi.
-Avevo bisogno di essere felice, almeno per una sera.- rispondo.

-Non eri felice?- domanda poi.
-No, per niente, e poi non sono cazzi tuoi.- rispondo facendo spallucce.

Ma siamo a quarto grado?
Quante domande?
Odio rispondere, odio aprirmi con la gente.
Odio anche lui, Justin.

-Mh, okay, scusa.- dice alzando le mani.
-Ecco, bravo.- dico solamente.
-Però stanotte, abbiamo parlato, hai detto che ti sono mancato e...- tenta di parlare.
-Ma ero ubriaca e non sapevo cosa dicevo. E ora per favore stai zitto, non ho voglia di sentire la tua voce.- sbotto.

Inizio a cercare le scarpe della sera precedente, che infine trovo sotto al letto.
Le infilo e proprio quando mi alzo per andarmene, il biondo parla.

-So che non dovrei parlare, ma ti va di andare a prendere un caffè da starbucks?- propone. Ha anche la faccia come il culo da chiedermi di uscire

-Con te? Certo che no, ho altro di meglio da fare, quindi ciao.- gli riferisco prima di uscire da quella stanza ed, infine, uscire da quella maledetta casa.

Justin, un solo nome e mille problemi, perché? Lui non può piombare così nella mia vita e iniziare a farsi gli affari miei.
Io quella cosa ancora non l'ho superata e lui non riesce a capirlo, perché é tutto cosí complicato?

Mentre passo per le strade, mi fermo dal fioraio per prendere alcuni fiori per andare a trovare i miei genitori.

Qualche isolato dopo, arrivo al cimitero.
Passo tra le varie tombe, fino a quando non mi ritrovo davanti alle tombe dei miei genitori, io e mio fratello li abbiamo voluto far mettere vicini.

Mi inginocchio in mezzo ai due marmi, metto un mazzetto di rose nel vaso di mia madre è un mazzetto di rose nel vado di mio padre.
I miei genitori erano così belli, erano innamorati, tanto innamorati, e ora? E ora stanno dentro a due fottute bare.

-Mamma, papà, so che non mi sentirete mai, ma io voglio dirvelo lo stesso: sapete, io e Zayn in questo ultimo periodo non facciamo altro che litigare per i miei modi di fare, ed io mi odio per questo, perchè va sempre a finire che non ci parliamo per intere settimane, anzi alcune volte a casa ci ignoriamo e a me questo fa male, però, per fortuna, le acque ultimamente si sono calmete; ah, poi ha conosciuto una ragazza, lei è bellissima, bionda, alta e sopratutto intelligente, è molto simpatica, io gia l'adoro, spero solo che non lo faccia soffrire, non se lo merita. Poco tempo fa, avevo conosciuto un ragazzo di nome Justin, a primo impatto poteva sembrare uno stronzo, egoista, testardo, orgoglioso di merda, ma io l'ho conosciuto veramente, lui era gentile, dolce e devo ammetterlo, era anche romantico, come ben sapete a me non piacciono le cose sdolcinate, ma per lui avrei fatto un'eccezione.
Ultimamente le cose tra me e Justin non sono andate molto bene, mi ha fatto molto male, mi ha delusa, umiliata. E per colpa sua, ora lo odio con tutta me stessa, a tal punto di vederlo morto.- dico guardando il cielo sapendo che da qualche parte li sopra, loro mi stiano ascoltando.

Non è giusto. Non dovevano morire loro quella notte. Loro dovevano stare con noi adesso.
Ma appena saprò chi cazzo è stato ad ucciderli, giuro sulle loro tombe che non avrò pietà per nessuno, saranno degli uomini morti.
Si dovranno iniziare a scavare la fossa con le loro mani.

Mi mancano così tanto.
Come vorrei che stessero qui, qui vicino a me.
Magari in braccio a papà, mentre la mamma prepara dei popcorn, per vederci un bel film di azione, di avventura.

Solo dopo aver sentito delle gocce sulla mia mano, mi sono resa conto che i miei occhi emanano lacrime, tante lacrime.

D'un tratto mi alzo e inizio a correre verso casa.
Entro subito, sapendo che i ragazzi sono tutti seduti in salotto, per organizzarsi per il piano.

-Voglio far parte di questo piano.- dico con affanno, per via della corsa.
-Sel, non credo sia...- inizia a parlare mio fratello.
-Non mi interessa di cosa pensi tu, io sto bene e voglio uccidere quei bastardi che mi hanno fatto del male. Una volta del tutto.- dico con voce dura.
-Mh, e va bene.- consente Zayn sorridendo.
-Quindi è ufficiale? Faccio di nuovo parte della gang?- domando incredula.
-Si sorellina, dai, ora vieni qui.- dice alzandosi dalla poltrona e allargando le braccia.
-Subito.- urlo felice.

Corro verso di lui, salto in modo tale da farmi prendere in braccio.
Lui circonda la mia schiena con le braccia e mi abbraccia fortissimo.
In tanto gli altri ragazzi applaudono e fischino, facendomi ridere.
Solo fra le sue braccia posso sentirmi al sicuro.

-Resta il fatto che sei una testa di minchia, per quale diamine di motivo mi hai chiuso fuori casa? Ti sei per caso bevuto il cervello?-domando fulminandolo con lo sguardo, per poi dargli un pugno sul braccio.

-Eh no cara sorellina, te lo avevo detto che se non fossi rientrata per quell'orario, ti avrei chiuso fuori casa. Adesso, però, non pensiamoci.- dice lui sorridendo.

Pochi minuti dopo, mi mette a terra e si siede nuovamente al suo posto, mentre io mi siedo sul bracciolo della poltrona.

-Quando inizieremo il piano?- domando curiosa.
-Domani sera.- afferma.
-E com'è progettato?- domando guardando i fogli sul tavolino.
-Oh, nulla di speciale. Andiamo a casa loro e iniziamo a sparare.- risponde Zac.
-Perfetto, non vedo l'ora.- dico strofinando le mani.

-Bene, allora adesso andiamo a prepararci, riscaldandoci con degli esercizi, prendete le pistole cazzo!- urla Zayn tutto eccitato, non vedendo l'ora che facciamo fuori quei figli di puttana.

-Allora andiamo tutti sul retro del magazzino, che ho preparato alcuni esercizi solo ed esclusivamente per voi, dove ci aspetteranno Zac e Vanessa.- parla Cameron elettrizzato.

Tutti noi ci prepariamo, prendiamo le nostre macchine e ci dirigiamo al nostro magazzino.
Siamo tutti elettrizzati e felici, non vediamo l'ora di allenarci e fare fuori a quei coglioni.
Io non vedo l'ora di sparare a lui.

Andiamo nel retro, come ci aveva detto pochi minuti prima Cameron.
Ognuno di noi ha la propria postazione, proprio come ognuno di noi ha la propria arma.
Sarebbe stato un allenamento duro, ma non vedo l'ora di iniziare.
Iniziamo ad allenarci duramente.

Solo dopo esserci ritrovati tutti a terra sfiniti e tanto stanchi, mi sono resa conto che siamo arrivati qui, quando era ancora mattina, mentre ora si è fatto sera, infatti guardando l'orologio mi accorgo che non è sera, è notte.

-Dai, ora andiamo tutti a dormire, perché domani sera sarà una serata molto movimentata.- ci riferisce Zayn ridendo.
-Oh, voi andate, io dormo qui.- dico muovendo la mano con nonchalance e girandomi di lato sul terreno morbido.
-Oh no sorellina, tu verrai a casa.- dice prendendomi come un sacco di patate.
-Beh, se la metti così, vengo molto volentieri a casa.- rido riferendomi al fatto che mi abbia preso di peso e messa sulla sua spalla.

Dopo essere arrivati a casa, ognuno va nel proprio bagno e ci laviamo.
E dopo una bellissima doccia, siamo andati a dormire.

||Bad blood|| JelenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora