Chapter eleven

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Entrai in casa subito dopo la mia passeggiata "di sfogo". Aprì la porta ed ecco mia madre con le mani su i fianchi che mi guardava dalla testa ai piedi con uno sguardo serio.
Inizialmente pensavo volesse picchiarmi oppure mettermi in punizione invece mi ha lanciato una asciugamano e ha detto:
Va a lavarti va.
Feci come mi disse. Una volta finita la doccia, mi misi una canotta bianca, dei boxer neri e dei pantaloncini da basket rossi,dei Chicago Bulls.
Erano le 20:00 perciò scesi e andai in soggiorno per cenare con la mia famiglia. Arrivato infondo alle scale, cominciai a sentire un buon profumino.
- Finalmente eccolo qui... Vuoi un po di lasagne?
- no mamma grazie.
- va bene ho capito, non insisterò stavolta- si! Esulto. Ha capito finalmente.
- Grazie, ma mangerò un semplice insalata.
Mangiai la mia insalata di pomodori, carote, rucola e mais e mi pulì le labbra con il fazzoletto alla mia destra.
Davvero molto buona. Pensai: meglio se mi alzo, almeno così potrei cercare di evitare l'interrogatorio dei miei genitori. Feci per alzarmi, ma venni bloccato da mio padre. Ecco ci risiamo. L'interrogatorio. E se Lara gli ha raccontato tutto? No! Calma, Dylan stai calmo, mantieni la calma. La guardai e scosse la testa (in negativo) come se mi avesse letto nella mente. Fui subito sollevato. Meno male. Ma ripensandoci...di cosa dovevano parlarmi?
- Dunque, ho bosogno che mi spieghi una cosa- disse con piena serietà mio padre.
- okay papà, di che cosa si tratta?
- oggi è venuta una ragazza.
-Chi? Come si chiamava?-panico totale, lo stiamo perdendo lo stiamo perdendo. No no no... Non doveva venire, chiunque essa sia.
-Ashley, ti cercava...- Merda pensavo peggio, di lei posso fidarmi.
- Ah, dopo le scriverò.-ovvio
- è la tua ragazza?- chiese stavolta mia madre. No mamma ho chiuso, avrei voluto dirgli ma dissi calmo:
- È un'amica. Un'amica molto stretta.
- Caro Dylan non è proprio questo di cui volevamo parlarti. All'inizio pensavamo fosse la tua ragazza e abbiamo chiuso un occhio, ma poi...-si bloccò improvvisamente. CONTINUA!- ne sono venute altre 3.-Merda. Anzi, Wow. Sono richiesto.
- Wow... Chi?- dissi tranquillo
-vorremmo saperlo noi da te- ok, non è un buon segno. Dylan pensa. Pensa. Devo inventarmi una scusa. Mi guardavano tutti con uno sguardo assassino, perciò per cercare di cambiare discorso dissi:
- Saranno delle amiche di Ashley, volevano qualche compito forse. Com'è andato il lavoro Mamma? Papà?
- Non cambiare discorso!
- ehm... Papà non è nessuno, sono compagne di scuola.
- Femmine?
- Non posso avere amiche femmine?- il problema? Boh. Chi li capisce.
- Niente è strano. Tutto qui.
- Te l'ho detto, magari volevano dei compiti...-dai dai. Abbocca.
- Non ti credo molto figliolo. Farò finta di niente. Comunque a lavoro tutto okay.
- pure a me, niente di particolare solite cose- rispose mia mamma.
- va be io vado a dormire.
- Così presto?- disse Lara irrompendo nella conversazione.
- sono le 21:30. Sono stanco, ho avuto una giornata molto impegnativa. Sai i compiti.- dissi con sguardo complice, cominciando ad avviarmi verso le scale
- Si i compiti... Ciao Dylan.
- notte Dylan- disse mia madre, mentre mio padre stava addentando l'ultimo pezzo della sua lasagna.
- notte mamma, notte pà, ciao Lara- dissi con un gesto della mano, poi aggiunsi- mamma credo che papà voglia il bis sta sera. Dagliene un altro po' prima che si mangi il piatto!-Ridemmo di gusto un po tutti
- Si va bene, ciao tesoro-
Si erano fatte le 22:00. Avevo molto sonno, perciò scrissi velocemente un messaggio ad Ashley per dirgli che oggi avevo passato il pomeriggio sotto la pioggia a schiarirmi lei idee; poi  aggiunsi che domani avrebbe dovuto presentare due ragazze a Karen e a Priston, i miei amici.
La risposta non tardò ad arrivare
Non preoccuparti mio Bad boy, recupereremo il tempo perso domani. Karen e Priston avranno due ragazze molto carine, ti stupirò. Un bacio Ashley Xx.

Sorrisi a quel messaggio.
Posai il cellulare sul comodino nero accanto al mio letto e a peso morto mi buttai sul letto addormentandomi beatamente.

Change for you and fight for you | Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora