Chapter five

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Seconda scena
S: Salve Dylan.
Io: Salve Steph.
S: la scuola tutto okay?
Io: Non c'è male grazie.
S: Senti, Dylan, Be', Sabato vado ad una festa e mi chiedevo... Ecco... Se volevi venire...con me,ovviamente.-timidamente
Io: mmm... Ve bene. Verrò Steph. Okay.
S: oh wow! Fantastico!
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Neanche per un secondo smetto di schiacciare la pallina di gomma che stringo in mano. Ho giurato che ovunque avessi incontrato Stephany, in qualsiasi momento, la vena del mio avambraccio avrebbe pulsato come non mai.
È da una settimana che non la vedo a scuola ed è anche da una settimana,che mezza scuola mi fa la corte, ho numeri di telefono da tutte le parti.
Non la vedo a nessuna delle lezioni del mattino, e neanche nei corridoi.
Non la vedo nemmeno a mensa e comincio a preoccuparmi.
Alla campanella corro fuori e mi pianto accanto alla fermata del 4º autobus che prende sempre. Scruto ogni singolo passeggero, e vedo l'autobus andare via senza di lei. Spremendo all' impazzata la pallina di gomma, torno di corsa a scuola, in segreteria.
La segretaria alza gli occhi.
-Prego?
-Uh... Ecco... Mi stavo solo chiedendo una cosa.
-Di chi si tratta?
-Uh... Di un'allieva, del liceo, credo. Una ragazza.
- E allora?- come siamo antipatiche oggi!
- Be'...Uh...ah...fa niente...
Schizzo fuori dall'ufficio con il viso in fiamme. Non posso. Ma devi. Non posso. Devo. All'improvviso vedo una delle amiche di Stephany, Ashley, venire verso di me. Ci incrociamo.
-Ehi, Ragazzo Popolare!hahaha-dice salutandomi
-ciao Ashley! Ehm ecco mi stavo chiedendo una cosa.- si stava avvicinando sempre di più a me
- Si splendore?
- ehm Smith l'hai più vista?- si allontanò da me, la vidi abbassare lo sguardo, un po delusa.
Poi, improvvisamente, si formò uno strano sorriso sul suo volto. Cattivo. Che aveva in mente?
- Cosa vuoi sapere?- mi chiese
- come sta? Sta male? Che le è successo?
- Ha... Traslocato.- divenni bianco.
-Cosa?- non posso crederci, ditemi che è uno scherzo.
-Traslocato! A Miami.
Schizzo fuori e scendo le scale a razzo, fischiettando un inno calcistico.
Rallento solo sul marciapiede.
Sta partendo l'ultimo autobus. Mi fermo proprio là dietro e mi lascio sommergere dal suo scarico puzzolente; poi prendo la mira e, con tutta la forza dell'estate nel braccio, scaglio la pallina di gomma. Colpisco il finestrino proprio dove un ragazzino dall'aria molto cretina ha il naso schiacciato contro il vetro.
Corsi verso casa, aprii la porta, non salutai neanche i miei genitori e andai direttamente in camera mia, dopo essermi fatto una bella doccia scaccia pensieri.

Change for you and fight for you | Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora