XVIII

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Rimasi scioccata.
Lui sapeva che io avevo ucciso.
Lui lo sapeva.
Rimasi scioccata da ciò che disse
"Co-come, non scappi?
Lui con tutta la sua sensualità, disse
"Piccola, non ho paura di te"
Mi racchiuse in un bacio molto lungo e appassionato, non glielo concedo subito, lui inizio con dolci baci casti, ma io non accettai, dopo tutto quello che mi ha fatto, mi chiese l'accesso più volte, mugolò dal dispiacere, ma alla fine gli diedi l'accesso con grande tentazione.
Dopo un po riprendemmo aria e io sempre imprigionata da quella corda tra le mani, ripresi fiato, appoggiai la mia testa sul suo collo e gli feci una seconda domanda:
"Dove sono i tuoi genitori?"
Il suo corpo si fermò di colpo, non sentivo più il battere del suo cuore di suoi occhi erano persi nel vuoto più profondo.
"Sono morti. Erano drogati e  nel mezzo di una litigata si accoltellarono a vicenda."
Rimasi perplessa e impaurita allo stesso tempo, la sua vita doveva essere stata molto difficile, il sostegno di un padre, i consigli di una madre, non c'erano, è cresciuto da solo seguendo l'istinto della sopravvivenza, e questo era veramente scioccante.
Mi limitai a strisciare la mia testa contro il suo petto e chiudere tutte le mie emozioni tra le sue braccia che mi tenevano salde.
Dopo un po riprese il suo paradisiaco sorriso e tornò ad essere il Brian per cui ero follemente cotta.
"L'ultima domanda piccola?"
"...hai mai pensato ad avere un futuro con una persona?"
La mai domanda mi uscì un po timida, d'altra parte, non sapevo se lui davvero provasse qualcosa per me, o se vorrebbe avere un futuro o eventuale famiglia quando avrà 30 anni.
"Io... Credo di sì.
Soprattutto quando sono sicuro di amare una persona a tale punto da rischiare la vita per lei e non fargli commettere errori"
Ora però c'era una cosa che mi spaventava più di tutte,
"Ora tocca a me farti delle domande piccola mia"

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