Incomplete - Ho sempre cercato te.

Prologo

"Un giorno ti ho ascoltato per caso. La tua musica, la tua voce sono stati uno shock, travolgente, inaspettato. Per giorni nella mia mente rieccheggiavano solo le note e gli accordi della tua chitarra. E la tua voce accarezzava la mia anima, curandone disagi e ferite".

Non attraversavo un periodo felice, ma neanche disperato. Diciamo che ero stata molto meglio e anche molto peggio.
Amelia ed il suo limbo, già. Ci passo parecchio tempo qui.
Frequentavo l'Accademia superiore di Musica, prestigiosa istituzione privata simile ad una Università della Musica, per passione si, ma soprattutto grazie ad una consistente eredità giuntami non aspettata. Sembrava che nonno fosse un occulto Paperon de Paperoni.
Così la mia vita aveva preso pieghe che ancora adesso considero inattese, ma diciamo accettabili. Mi ero trasferita in questa bellissima citta' medievale, nella regione piu'verde d'Italia, e ci stavo bene. L'ambiente studentesco dava parecchie opportunità e molti stimoli. A ventidue anni non avevo avuto mai un vero " ragazzo", qualche bacio c'era anche scappato un paio di tipi, ma nulla di più. Colpa mia, troppe aspettative, troppi sogni strepitosi di principi immaginari che al momento attuale proprio non si trovavano.

Studiavo canto, jazz e blues, espressione dell'anima allo stato puro. Ma per rendere piena la mia vita, oltre alle decine e decine di libri che affollavano la mia camera, mi ero fatta travolgere da attività curriculari e non . La rivista musicale dell'Accademia era una queste. Sono sincera, era divertente. La redazione era giovane e i colleghi erano una compagnia piacevole in qualsiasi contesto. Diciamo che era un diversivo, e spesso capitava di andare a concerti e fare interviste a gruppi musicali e solisti di tutti i generi musicali. A me toccavano sempre soggetti pressoché sconosciuti, ma ero l'ultima arrivata, non potevo pretendere.

Poi un mattino presto il cellulare non smetteva di squillare.