L'intervista - parte prima

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Devo riprendere il controllo su me stessa.
Alberto intanto sta dicendo qualcosa che in verità non sto ascoltando affatto.
- Scusa, puoi ripetere, mi sono distratta- dico cercando di realizzare ciò che mi ha appena " scaricato " addosso.
Così lui riprende il discorso, mi da consigli, indicazioni, istruzioni e mi prega di portare con me un registratore o una videocamera.

Ok. Sono poco più che le sette del mattino. Ho qualche ora per essere al top, pronta per questa intervista.

Ma a chi la racconto?

Sono una ragazza normale, alle volte tendo troppo al semplice, capelli quasi sempre raccolti, poco trucco, stile Urban, jeans, stivali, maglie e camicie comode. Non saprei come essere sofisticata, e poi in tre ore è una missione praticamente impossibile.

Magari se conoscessi la fata madrina di Cenerentola...
Si, magari...
Ma io sono una maga dell'organizzazione e se porto a casa un buon risultato la prossima recensione da curare sarà per qualcuno che non è proprio uno sconosciuto.
Vedila come una occasione, chissà. .. continuo a ripetermi.
E intanto scarico la mail di Alberto, stampo le domande e me le studio, metto sull' IPOD l'album di Bay e lo ascolto mentre mi preparo.

Dio mio, mi incanta il cuore... Let it go... potrei morire sentendogliela cantare dal vivo...

Dirò le mie preghiere allora, perché mi sa che stasera muoio felice.

Passo in Accademia, prendo il Pass e il biglietto del concerto e scopro che il nostro fotografo è già andato da lui a fare qualche foto per la rivista. Ci ha gentilmente concesso anche le foto. ..
Cavolo... ma adesso tocca a me.

Percorro piano la strada che dall'Accademia mi porta al suo albergo, che è al centro della città .
Uno splendido palazzo che dal Settecento è sede di una residenza alberghiera e che ogni anno ha l'onore di ospitare i più grandi nomi internazionali del jazz .
Il corso principale dell'acropoli è affollato come ogni sabato mattina; turisti, soprattutto stranieri, e cittadini si mescolano insieme in questa tiepidissima mattina di marzo, ventosa ma assolata. Artisti di strada sparsi qua e là attirano i curiosi ed il vento porta in giro la loro musica lungo l'intero corso, da una piazza all'altra.

Per fortuna ho legato i capelli nella mia classica coda alta, altrimenti adesso sarei già impresentabile. Non ho fatto chissà quale cambiamento al mio stile quotidiano. Ho curato un po il trucco, con semplicità, ho indossato un jeans aderente e il mio giacchetto di pelle preferito, perché con quello mi sento bellissima.
Ma è un'opinione personale. ..

Alla fine essere se stessi e cercare di sentirsi a proprio agio con ciò che ci dà un minimo di sicurezza, fosse anche solo il mio giacchetto, penso sia una scelta che mi ripaghera'.

Ci siamo. Entro nell'atrio del palazzo e poi nella hall dell'albergo.

- Salve, sono Amelia Spogli per Alberto Boccini, dell'Accademia superiore di Musica - dico ostentando una innaturale sicurezza,
- il signor Liam McHode, mi aspetta alle 11. -
La signorina in conciergerie mi invita ad accomodarmi mentre chiama McHode e mi annuncia.
Sono un po in anticipo, ma detesto i ritardatari e io non potrei mai arrivare all'ultimo momento ad un appuntamento.

Passa qualche minuto ed un tipo dall'aspetto curato, ma allo stesso tempo elegantemente semplice, mi viene incontro.
È lui il Liam che mi aspetta, mi sorride cordiale e si dice lieto della mia gentile presenza inattesa.

-Aspettavamo il signor Boccini, ma egli stesso si premurato di chiamarmi, annunciando il suo arrivo.- dice sempre sorridendo.
- Spero che per il signor Bay non sia un problema questo piccolo contrattempo. .. - rispondo un po imbarazzata.
- No, affatto, anche se in realtà non ne è a conoscenza, dato che in mattinata ha incontrato altri giornalisti ed anche il vostro fotografo. Comunque non sarà un problema. - conclude rilassato.

Beato lui che è rilassato.... Adesso ho un attacco di mal di mare, mi sembra che il pavimento ondeggi...

Dove è finita la maga dell'organizzazione, quella che ha tutto sotto controllo? Mi sa che è rimasta nella hall...

Liam mi accompagna al piano e davanti alla porta della camera mi invita ad entrare.
Da sola . Sono pietrificata.
Devo averlo scritto in faccia quello che mi passa per la testa e Liam comprende e decide di presentarmi lui stesso.

Bussa, apre la porta e mi invita a seguirlo.
Lo sento mentre dice a James che sarò io ad intervistarlo, ed un po meno imbarazzata varco finalmente la soglia di quella porta.

Quando incrocio i suoi occhi il mio cuore si ferma per un istante.

Dio, lo sapevi già, sei persa per questo giovane musicista che tutti i giorni fa vibrare le corde del tuo cuore come nessun altro prima d'ora. E io che di musica ne ascolto... tanta, so cosa mi smuove dentro la sua chitarra e le atmosfere che sa creare.

Mi sta guardando intensamente e sono costretta a distogliere lo sguardo per prima; devo essere arrossita come non mi succedeva da anni...
Devo riprendere le redini della situazione e fare ciò per cui sono qui .

Fare l'intervista e ... non cadergli ai piedi come una ragazzina.

Incomplete - Ho sempre cercato te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora