17 IERI - Un invito inaspettato

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"Quindi adesso che farai?", Kate mi fissa in attesa di risposta.
La domanda più logica che potesse farmi, talmente semplice che pure un bambino avrebbe saputo rispondere senza esitazione, per me è un dilemma.
Io non so che dirle.

Pochi giorni prima avevo scoperto che il Nik conosciuto in libreria, era anche il mio professore. Qualsiasi fantasia romantica mi ero costruita in testa, era andata a farsi friggere. Nik era un uomo mentre io una ragazzina, non avrebbe mai potuto funzionare.
Certo, tra di noi c'era un feeling particolare, l'avevo capito appena conosciuto. Ma era troppo grande, la cosa non era per niente giusta.
Dall'altra parte c'era Jo. Un fantasma. Da quando ero andata a casa sua per chiarire, era come scomparso. In mensa non si vedeva, in aula prendeva sempre appunti senza alzare mai lo sguardo nella mia direzione. La nostra amicizia, anche se nata da poco, era ad un punto morto. Mi dispiaceva, soprattutto perché Jo era una persona speciale, con cui mi sentivo bene, a mio agio.

"Allora?", mi incalza Kate mentre sistema i libri nel suo armadietto.
"Non so...", ho la fronte appoggiata al muro, sono immobile.
"È da una settimana che ti scervelli. Non mi pare complicato. Da una parte c'è Nik che è un tuo PROFESSORE, quindi scordatelo. Dall'altra hai Jo che è talmente preso da se stesso, che sembra un altro".
"Già, questa cosa del Club di Dibattito non ha di certo aiutato".
Kate mi accarezza la schiena. Vorrei sprofondare, odio sentirmi insicura, Eppure nell'ultimo periodo pare che tutto giri nel senso sbagliato.

Un calca di studenti corre per il corridoio, vanno così veloci che rischiano di investirci.

"Che succede?", chiedo ad un ragazza che per poco non cade per terra ai nostri piedi.
"Stanno esponendo le graduatorie per i Club", mi risponde euforica.
"Dove?", chiede Kate improvvisamente ansiosa.
"All'ingresso".

Senza perdere un secondo ci tuffiamo nella mischia. Veniamo trascinate dalla fiumana di persone fino alla hall. Attaccate alle pareti ci sono le graduatorie per i diversi Club, dal primo al quarto anno. Gli studenti del terzo e quarto anno sono i più curiosi, spingono per cercare di avvicinarsi il più possibile. Alcuni scattano foto con il cellulare, altri prendono nota su quaderni, mani o qualsiasi cosa trovano.

"È impossibile raggiungere le graduatorie", dico a Kate che, sulle punte, cerca i leggere i risultati, "Andiamo fuori, tra dieci minuti potremo avvicinarci".
Trascino Kate per un braccio, ma fino all'ultimo si ostina a sbirciare.
Fuori dal portone d'ingresso una manciata di studenti commenta le graduatorie, alcuni sono felici per essere passati, mentre altri paiono parecchio abbacchiati.
Kate sta divorando le unghie: "Smettila, tra poco sapremo se siamo passate", le do una piccola sberla sulla mano.
"Hai ragione, solo che vorrei sapere subito se sono passata".

Jo sta correndo nel giardino verso l'ingresso. Probabilmente deve aver saputo delle graduatorie.
Senza salutarci si affaccia dal portone, ma viene investito da altri studenti che spintonano per leggere i cartelli appesi.
"Merda", dice mentre si morde il labbro.
"Credo tu debba aspettare, è impossibile avvicinarsi", gli dico cercando di mantenere un certo contegno.
"Non siete riuscite a sapere se siete passate?", ci chiede Jo. Scalpita il posto, credo che darebbe tutto ciò che possiede pur di sapere se è entrato o meno al Club di Dibattito.
Kate ed io facciamo cenno di no con la testa.

Imbarazzo.
Jo mi spia attraverso i lunghi capelli scuri, poi abbassa lo sguardo. Credo voglia parlarmi. Sono così nervosa che non so cosa dire.
Kate prova a rompere il ghiaccio: "Ehm... Quindi tu hai fatto il colloquio solo per Dibattito?".
La domanda è talmente ovvia che lancio a Kate un'occhiataccia.
"No... Ehm... Volevo dire... Hmm...", mugugna cercando di rimediare la figuraccia.
"Sì, solo per quello", risponde Jo con un sorriso. Un magnifico sorriso che non vedevo da giorni. Il respiro mi si blocca, lo osservo con attenzione: le labbra morbide, gli occhi scuri. Il mio cuore accelera. Jo e Kate parlano con tranquillità come se non fosse ucciso nulla, come se tutto fosse tornato a posto.
"Tu come stai?", mi chiede Jo con dolcezza.
"Be-bene", balbetto stupidamente, "Ho iniziato un nuovo lavoro. Faccio lezioni di italiano ad una cantante d'Opera. È molto brava, riesce a produrre dei suoni che neanche sapevo esistessero".
Jo ride.
"Elena mi ha promesso che una volta mi porterà... Potresti venire anche tu", Dice maliziosamente Kate a Jonathan.
"Certo, come no. Sono stonato come una campana, ma creo di poter apprezzare una bella voce".
Sorrido come non facevo da giorni: "Figurati, quando canto i cani scappano".
Jo e Kate ridono.
"No, non sei così male. Sei solo un po' stonata", dice Kate.
"Un po'? I vetri tremano, i bimbi piangono e i vicini chiamano la polizia".
Mi piace stare con Jo e Kate, con loro mi sento a casa, al sicuro. Sentirli ridere mi fa stare bene.

Back For Love 1 {High School} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora