26 IERI: Sai mantenere un segreto?

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Di solito, la domenica mattina, la passo ad aiutare mio padre con le faccende in casa.
La tabella è sempre la stessa: camere, salotto, cucina e bagno. Solo se ho molti compiti posso evitare di lavorare, ma visto che ho già fatto il programma per informatica, ripassato matematica e iniziato a lavorare sul progetto di chimica, oggi mi tocca pulire.
Ho passato il venerdì sera e tutto il sabato a studiare con Kate. Lei è bravissima e non perde tempo, ha la capacità innata di organizzarsi alla perfezione. Avrà preso da Hanna che in quanto a meticolosità non la batte nessuno.
Mi fa bene tenermi impegnata, così non devo pensare a Jo e alla discussione che abbiamo avuto. Perdere un amico come lui è la cosa che mi fa più male. Tra di noi è durata poco, probabilmente non eravamo destinati a stare insieme.

"Elena, mi aiuti a mettere le lenzuola ad angolo", mio padre mi chiama dalla sua camera.
"Arrivo", appoggio il detersivo con cui sto pulendo le piastrelle del bagno e lo raggiungo.
Infilo l'angolo del lenzuolo mentre papà sta alzando il materasso. In due minuti finiamo di sistemare il letto.
"Che ne dici se domenica prossima andiamo da Hanna e Roger a pranzo? Sarà il tuo compleanno. Vorrei fare una festa come si deve. È da tre anni che non lo festeggiamo", papà osserva il lenzuolo teso, è soddisfatto del lavoro.
"Sì. Credo possa andare. Devo sentire la Signora McArthur se posso stare a casa. Demetra ha bisogno di me", gli spiego mentre infilo un cuscino in una federa.
"Da quando in qua chiedi il permesso ad estranei? Sono tuo padre, credo che la risposta più adatta sia: Sì, papà. Come vuoi, papà", anche se la sua è una battuta percepisco una certa irritazione.
"Sì, papà. Certo, papà", ripeto a pappagallo, "Ma non posso saltare una lezione in questo momento".
"Elena, da quando siamo qui a New Heaven sei cambiata. Sei distratta, come ti stessi allontanando da me. La cosa non mi piace. Capito? Voglio festeggiare il tuo compleanno in famiglia, quindi domenica prossima andremo a pranzo da Hanna e Roger", quando papà fa così non lo si può contraddire.

Cosa gli direi poi? Come potrei spiegargli il mio cambiamento?
Ho baciato un ragazzo che mi piace, ma ci siamo lasciati perché lui mi ignora di fronte agli altri?
Oppure, sai papà ho un debole per un mio professore, forse anche lui l'ha per me?
O meglio, c'è un ragazzo che mi prende in giro ogni volta che ci vediamo, però ogni tanto è di una dolcezza disarmante?

"Ok. Ok. Stai calmo", rispondo sbuffando e alzando gli occhi al cielo cercando di dissimulare, "Solo che la Signora McArthur non la prenderà bene, lo so già".
"È il tuo compleanno, fidati che capirà. Più tardi gli spiegherai", papà mi lancia l'atro cuscino in pieno volto e poi ride. Con lui è impossibile tenere il muso per più di cinque minuti.

In fretta e furia mi preparo per la lezione di Italiano. Come al solito ho calcolato male i tempi. Mi infilo un paio di jeans e un maglione lungo, un paio di scarpe da ginnastica. Con il cappotto, cappello e sciarpa sono al calduccio mentre corro per le scale del palazzo.
Appena esco dal portone un uomo in giacca e cravatta mi aspetta. È Micheal, l'autista della vecchia.
"Ciao Micheal! Come stai?", mentre lo saluto guardo il cielo. Non cade neanche una goccia.
"Buongiorno Miss. Sto bene, grazie. Sono venuta a prenderla per portarla alla lezione con Mrs Demetra", mi risponde con il suo solito tono pacato e controllato.
"Ma non piove, nevica o grandina. Potevo benissimo venire da sola".
"La Signora ha insistito, non vuole che arrivi tardi. È stata categorica", Michael mi apre lo sportello posteriore. Mi accomodo sulla macchina sperando che ci siano le delizie dell'altra volta.

La macchina parte.

"Se vuole può mangiare quello che vuole. Ci penserò io a rifornire il bar della macchina", Micheal mi schiaccia l'occhio, lo vedo riflesso nello specchietto retrovisore.
"Grazie!", apro la ciotola di fronte a me e scopro una piramide di cioccolatini artigianali di primissima qualità. Mi lancio all'attacco.
"Spero che siano di suo gusto", mi chiede Michael.
"Certo... Oh, scusa. Ne vuoi uno?", dico allungando la ciotola verso l'autista.
"No. Non si preoccupi. Sono a posto".
Senza aggiungere altro Michael riprende a guidare, mentre io mi lecco le dita sporche di cioccolato.

Back For Love 1 {High School} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora