Tentatore

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Mi preparai velocemente. Misi un paio di jeans e una camicia a quadri nera, bianca con sotto una maglietta a maniche corte, un po' di eye-liner, mascara ed... Ero già pronta. Wow tempo record! Aprii pian piano la porta per non farmi sentire da nessuno. Misi il mio telefono nella tasca dei jeans e camminai in punta di piedi verso la porta. Quello di cui mi preoccupai di più è non essere sentita da Francesco e Leo. Si sentivano le loro voci dal salotto che stavano discutendo. Ero incuriosita da quello che stavano dicendo, ma non mi soffermai a sentire cosa stavano dicendo e mi diressi pian piano verso la porta.
Ero uscita da quella specie di casa e tirai un respiro di sollievo.
Mi misi a camminare verso il café.
Francesco's pov
Leo mi fa sedere in salotto e andò in cucina.
-Vuoi una Redbull Fra?-
-Si grazie!- gli urlai dal salotto.
Quando arrivò poso la Redbull sopra il tavolo tutt'altro che delicatamente, come se fosse frustrato, ma io lo ero più di lui. Si mise a sedere anche lui e aprendo la bevanda mi guardò come se stesse aspettando che facessi qualcosa. Anch'io stappai la Redbull e guardavo il tavolo.
-Come facciamo Fra?- disse Leo guardandomi speranzoso.
-L'hai sentita! Non vuole più vedermi. Non credo che ci sia speranza.- dissi io rattristito
-Come hai fatto la prima volta a farla innamorare di te?- si stava agitando e questo faceva agitare anche me.
-Non lo so! È stato tutto un caso.- dissi sbattendo il pugno sul tavolo e alzando un po' più la voce.
-Forse devo solo aspettare...- dissi mantenendo il tono di voce basso.
-Aspettare?! Cosa?! Che mia sorella si innamori di quello e che scopino per tutta la vita?! Fra devi fare qualcosa e in fretta!- mi disse Leo quasi strillando. Aveva ragione, ma per me era più logico non farla arrabbiare di più di quanto lo era in questo momento. Devo dimostrarle che la amo ancora, ma in modo discreto.

Michela's pov
Finalmente arrivai al café e vidi dalla vetrina Den seduto su una poltroncina del locale. Bussai dalla finestra e salutai con la mano. Lui fece lo stesso e poi si alzò e si diresse fuori dal locale. Venne verso di me e si fermò davanti a pochi centimetri di distanza da me. Mi prese la mano e mi fece roteare su me stessa. Poi si fermò a guardarmi per un po' di secondi.
-Sei sempre più bella!- disse avanzando verso di me. Io arrossii e sussurrai un grazie.
Poi mi prese dal braccio e mi portò verso casa sua e in tutto il viaggio io gli raccontai di quello che era successo pochi minuti fa a casa mia. Mi faceva domande, sembrava interessato. Arrivammo al suo appartamento dopo aver camminato per molto tempo. Era un grosso palazzo da fuori non sembrava un palazzo normale, sembrava più per poveracci. Aprii il portone principale e io entrai subito dopo. Poi salimmo le scale e ci fermammo davanti ad una porta molto più piccola di quella principale. Entrammo dentro e notai che non c'era luce dentro a quella stanza che a me sembrava un salotto/cucina.
-Vieni in camera mia. Staremo più comodi e comunque c'è una vista bellissima.- mi disse prendendomi la mano. Io annuii e lo seguii in un lungo corridoio dove c'erano tre stanze: due dalla parte sinistra e una dalla parte destra. Entrammo nella seconda dalla parte sinistra la quale era in fondo al corridoio. La sua camera era davvero spettacolare. Le pareti di un rosso spento incorniciate da una striscia bianca lasciata nei bordi, in mezzo c'era un grande letto matrimoniale anche esso rosso con le lenzuola bianche, da una parte c'era una grande finestra che prendeva quasi tutta la parete dove si poteva vedere tutta Roma, o almeno la maggior parte. Aveva un paio di poster attaccati all'armadio, anch'esso bianco di ...cantanti? Repper? Boh non volevo saperlo. Mi fece sedere sul suo comodissimo letto e invece lui si mise a sedere in una poltrocina che stava proprio accanto al letto. Rimanemmo a guardarci per pochi secondi, poi presi la parola.
-È bellissima questa stanza!-
Lui sorrise maliziosamente
-Si, beh almeno è quello che mi posso permettere per ora.-
Io lo guardai confusa.
-Vivi da solo?-
-Si.- mi rispose secco.
-Dove sono i tuoi genitori?- gli chiesi.
-Non lo so e non me ne può importare di meno!- rispose seccato. Ho capito che forse era meglio cambiare argomento.
-Fai qualche lavoro per permetterti questo appartamento?-
-Si... Possiamo dire che è un lavoro.- disse mentre ridacchiava.
-Che tipo di lavoro fai?-
-Beh... Un "lavoro" inusuale diciamo.- disse appoggiando il gomito al ginocchio.
-Inusuale?-
-Si. Ma ora parlami di te.- disse così avvicinandosi a me con la poltrona.
-Con questo ragazzo, come va?- mi chiese
-Ragazzo?... Ah! Intendi dire Francesco! Beh, credo che tra noi sia finita.- Lui si alzò dalla poltrona restando in piedi davanti a me.
-Finita eh!? E... Sei disposta a trovarti un nuovo fidanzato o qualcosa di simile?-
-Beh... Dipende. Forse ci sta che non troverò mai più uno come lui... Era davvero tanto per me.- dissi abbassando lo sguardo.
-Com'era? Dimmi.-
-Beh, dolce, carino e quello che mi piaceva più di lui era che sapeva esprimere i suoi sentimenti anche se non parlava.-
-Beh... Se uno ci sa fare ci riesce anche senza sfiorarla una persona.- disse con un sorrisetto malizioso.
-Te ci sai fare?- chiesi alzando la testa fino ad incontrare i suoi occhi. Lui si avvicinò a me e mi disse -Beh... Proviamo.-. Si avvicinò così tanto a me che sentivo il suo respiro sfiorarmi le labbra.
In quel momento ero incapace di dirgli basta. Mi limitavo a guardare le sue labbra e ad accorciare il mio respiro. Sentivo vibrazioni sulla schiena che poi si propagarono per andare in tutto il corpo. Poi si fermò di colpo e mi sussurrò
-Sei davvero così bella e poterti baciare così sarebbe un'ingiustizia.- poi fece un sorrisetto e mi disse
-Proviamo qualcosa di un po' più piccante. Che ne dici?- il mio cervello non controllava la mia bocca e non riuscivo a dire niente, quindi rimasi zitta.
-Lo prendo come un si.-
Mi distese sul letto e venne sopra di me. Iniziò a baciarmi il collo e poi lasciò un succhiotto poco distante dal mento. Al dolore del succhiotto mugolai e lui si tirò indietro con il suo solito sorrisetto. Poi si avvicinò alle mie labbra e iniziò a baciarmi e in alcuni punti mi tirò il labbro con i suoi denti decisamente perfetti. Dopo pochi minuti si sentì il campanello suonare e lui si staccò dalle mie labbra ed andò ad aprire alla porta, lasciandomi sdraiata sul letto immobilizzata per quello che era successo.
Altri venti voti per il prossimo episodio. Commentate e seguitemi. Grazie per il supporto.

La terapia dei sogni! /Francesco Viti/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora