Di nuovo noi

353 28 0
                                    

Io lo presi per una mano e lo bloccai.
-Aspetta!- dissi con voce tremante. Michela cosa stai dicendo? Il mio cervello fa rimbombare queste parole nella mia testa. Io gli lasciai la mano e stavo seriamente pensando cosa dovevo dire.
-Non andare. N-non voglio stare da sola.- dissi farfugliando. Lui mi rivolse un sorrisetto.
-Vuoi parlare?- disse alzando le spalle. Io annuii e lui si sedette di di fianco a me. Restammo in silenzio, in un silenzio che mi teneva più tesa di quello che ero già. Lui si avvicinò a me.
-Conoscevi quel ragazzo là?- mi disse, sapevo che aveva detto la prima cosa che gli era passato per la testa per non stare in un tesissimo silenzio, quindi non mi arrabbiai, anche se quella domanda mi faceva letteralmente uscire fuori dai gangheri.
-Si, ovvio. L'ho conosciuto in una caffetteria dopo... Beh.. Dopo...- non riuscivo a spiccicare parola, anche se sapevo perfettamente quello che volevo dire.
Lui fece un sospiro e poi parlò lui per me.
-Ho capito! Dopo il giorno che mi hai lasciato.- . Cosa? Detta così mi fa apparire una vera stronza.
-Si... Dopo che tu hai lasciato a Matteo l'onore di baciarmi. E dopo che tu invece di difendermi mi hai lasciato che le sue labbra toccassero le mie.- dissi con tono stizzito. Anche se lo volevo dire in modo un po' più carino, le parole mi uscirono di bocca senza pensare a ciò che dicevo. Lui mi guardò e fece un sospirone.
-L'ho fatto per proteggerti, perché non vuoi capirlo.- disse anche lui con un tono scocciato.
-Per proteggermi? Ma se ho baciato Matteo, anzi... A dire il vero mi hai fatto baciare Matteo. E te questo lo chiami proteggermi?-
-Non capisci! Io l'ho fatto perché Matteo non ti desse più noia. L'ho fatto perché noi due restassimo soli, nella nostra intimità, senza che gli altri ci dessero fastidio. Io e te. E nessun altro.-
Le sue parole mi toccano, ma ancora non sono sicura che funzioni tra di noi. Mi presi la testa tra le mani e poi mi presi le guance.
Lui intanto abbassò la testa e mi sussurrò - Scusa.- io rimasi basita e quasi non credevo alle sue parole.
-Cosa?- dissi scioccata.
-Dovevo saperlo che non ti faceva piacere. Mi dispiace.- non credo stesse mentendo o almeno non lo faceva venire a vedere. Gli strinsi la mano con la mia e gli feci un sorrisino.
-Okay, ti perdono. Lo sa che alcune volte sono così, così...-
-Istintiva?- mi precisava lui.
-Si. Sono istintiva, ma non volevo che qualcuno mi portasse via da te e mi sentivo male quando hai detto a Matteo che poteva baciarmi, perché non era nel tuo stile. Dovevo capire che c'era qualcosa. Ma in quel momento non ero in me. Mi dispiace anche a me, ma ero così cieca che tu mi avresti lasciata che non so.. Qualcosa dentro di me bruciava..- mi mise un dito davanti alla bocca per zittirmi e io restai sorpresa in silenzio.
-Lo sai che chiacchieri troppo quando non ce ne è bisogno?- mi disse, poi sollevò il mento e mi portò più vicino la mia bocca alla sua.
-Sei così carina quando aspetti quello che ti voglio dare.- lui si fermò e io rimasi ad un palmo a rimanere senza fiato.
-Ma dovrai aspettare domani. Ho il modo per scusarmi. Domani mattina sarò qua davanti alle 7:00 ti accompagno a scuola e poi.. Non devi preoccuparti programmo io la giornata.- dopo detto questo mi posò un bacio sulla fronte e mi lasciò in camera da sola. Mi sdraiai di nuovo nel letto e questa volta mi faceva davvero male la testa e in pochi minuti mi addormentai.
Il giorno dopo mi alzai. La testa non mi faceva quasi più dolore. Decisi di fare una doccia per levarmi i piccoli sbalzi di dolore che venivano e andavano nella mia testa. Funzionò. Il mal di testa si è dissolto. Ora dovevo solo vestirmi, ma cosa potevo mettermi. Alla fine optai per un paio di leggins e una felpa pesante insieme a un paio di stivaletti. Mi asciugai frettolosamente i capelli ricci che diventarono molto più voluminosi di prima e mi concessi di truccarmi un po'. Dopo aver finito di prepararmi accesi il telefono per controllare l'ora. Cazzo, sono di già le 7:10. Sono in ritardo! Staccai il telefono dalla presa e corsi in cucina. Mi fermai di scatto, vedendo Francesco parlare con mio fratello. I suoi modi sono così naturale, la sua risata è perfetta, in questo momento mi sembra un angelo. Un angelo a cui anno tolto le ali per non poter volare via. Aveva una maglietta bianca con sopra una felpa rossa, i soliti skinni neri, le Vans nere e per completare il look si era messo un cappello di lana. Wow.. Forse l'amavo? O no? I miei pensieri vennero disturbati dagli sguardi indiscreti di Leo e di Francesco. Mi svegliai dal mio stato di trance e mi diressi verso la cucina.
-Buongiorno- dissi io in tono allegro e loro lo ripetono in coro.
-Cosa c'è per colazione?- dissi io mettendomi a sedere con una certa fame.
Francesco si alzò dallo sgabello della cucina e si stira.
-Veramente pensavo di portarti a mangiare fuori, così ho detto a Leo di non prepararti la colazione.- rimasi senza parole e credo che Fra mi stesse chiedendo se volevo venire a fare colazione con lui.
-Allora vieni?- disse. Io annuii, scesi dal tavolo e presi il mio zaino per andare a scuola. Fuori c'era parcheggiata una bella BMW bianca. Non sapevo che Francesco sapesse guidare anche la macchina, credevo che si sia limitato ad andare in giro con il penny o con la moto, ma mai avrei pensato che avesse anche una macchina così costosa.
-Sali in macchina.- mi disse con un sorrisetto compiaciuto, come se avesse capito i miei pensieri.
Io salii. Era davvero bella vista da dentro. Era quasi interamente coperta di nero al suo interno con piccoli dettagli bianchi e il modello di auto era moderno. Perché mi stupivo che Fra avesse una macchina. Forse perché per ora l'hai visto solo in skate? Si, grazie voce interna.
Lui entrò dopo di me, perché doveva dire cosa avremmo fatto a Leo. Si mise a sedere nel sedile accanto al mio e chiuse la portiera. Poi si girò verso di me e mi guardò con aria stupita, ma poi subito dopo si mise a ridere. Che c'è? Cosa ho fatto o detto?
-Quegli occhi. Mi rapiscono sempre. Scusa. Ora andiamo a mangiare.- disse scuotendo la testa e continuando a ridere. Poi mise in moto la macchina e partimmo. Rapiscono sempre? I miei occhi? Wow non sapere di fare questo effetto su di lui. Tra noi cala un silenzio di tomba. È quasi imbarazzante. Poi lui iniziò la nostra "conversione"
-Ti piace la mia auto nuova?- disse spavaldo.
-Si è...carina.- mi limitai a dire lui scosse di nuovo la testa sorridendo.
Io lo guardai storto -Cosa c'è?-
-Niente, stavo pensando che se bisogna passare una giornata insieme così sarà proprio inutile.- mi girai e mi guardai le gambe. Perché ora ero così timida con lui?
-Non.. Ti credevo la persona da guidare una macchina. Credevo che fossi uno di quelli che andava sempre con lo skate o con la moto.- lui sorrise ma continua a guardare la strada.
-Infatti è così! L'ho comprato ieri per...- il suo discorso si interruppe  di scatto. Io lo guardai storto.
-Per?- dissi in tono di sfida.
Lui si morse il labbro, ma non mi rispose.
-Francesco perché?- lui si ostinava a non rispondermi così provai a ipotizzare.
-Non sarà mica per me?- dissi tirando la schiena il più possibile verso il sedile.
-No.- il tono della sua voce era insicuro, mi piaceva. Accennai un sorrisetto, ma lo spensi subito. Dopo aver fatto colazione senza spiccicare una parola ci fermammo davanti alla scuola. È da tanto che non la vedevo mi sembrava così... Monotona. Davanti al portone c'è Ares che parla con persone che ovviamente io non conosco. Peso che stia raccontando del suo viaggio a Los Angeles. Già mi sento addosso tutte le critiche possibili che usciranno dalla sua bocca 'Perché mi hai lasciato sola?, Perché non mi hai chiamato?, Ma ti sei ammattita tutta insieme?, Dovevi dircelo che andavi a Roma con Lorenzo!' Mi fa già male la testa. Aprii la portiera della macchina e credo di aver farfugliato un grazie a voce bassissima. Mentre stavo uscendo dalla macchina mi sento afferrare il polso e mi sento tirare dentro battendo la testa sul sedile.
-Ahi! Ma che ti prende?- dissi massaggiandomi la parte che mi faceva più male. Lui rise e sfoggia quei denti così perfetti. No. Il suo viso è perfetto quando ride.
-Scusa. Volevo salutarti prima. Lo so che ci rivedremo dopo, ma...- si avvicina piano alle mie labbra e io restai a guardare le sue. Sentivo il calore di quel bacio appena lui mi sfiorò le labbra. Mi stava facendo impazzire quello stato di trance. Ma finalmente si decise a posare completamente le sue labbra alle mie. Mi sentivo scottare dentro, ma venne interrotta, perché io mi sentivo troppo osservata. Infatti mi girai per andarmene e incontrai lo sguardo di Ares, ci stava fissando mentre ci stavamo baciando? Sicuramente. Mi sentivo in imbarazzo mi girai verso Francesco che credo che anche lui abbia visto Ares e avesse intuito. Lui mi mise due dita sotto il mento e mi alzò lo sguardo fino ad incontrare i suoi occhi. Mi sorrise e mi fece sorridere anche a me.
-Non ti preoccupare. Oggi ci rilasseremo insieme.- e mi dette un bacio sulla fronte. Scesi dalla macchina e Ares mi venne incontro. Sospettavo che sarebbe impazzita del bacio che ci siamo dati in macchina. E non fa che ripetere quanto sono complicata e quando la faccio impazzire con questo tira e molla. Per il resto delle ore scolastiche ero terrorizzata e allo stesso tempo felice. Mi risuonano in testa le parole di Francesco. Ci divertiremo. Insieme. Se penso a quella parola mi viene da sorridere. Al solo pensiero di poter stare ancora insieme con Francesco mi fa venire la pelle d'oca. Ci sono state molte divergenze in questi ultimi mesi. Ma sono contenta che sia ritornato tutto dalla parte giusta. Non penso che ci siano altri problemi tra noi. Credo...

La terapia dei sogni! /Francesco Viti/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora