«Oggi c'è la festa!» urla Zelda, bussando in camera mia.
Sono appena uscita dalla doccia, e ho ancora l'asciugamano arrotolato nei capelli.
«Sì Zelda, lo so. Entra.» sospiro, esasperata.
«Io metto il vestito a metà coscia nero. E tu - mi indica minacciosa - indosserai il vestito nero con lo strascico trasparente e lo spacco.»
È un vestito stupendo: sino a metà coscia, è nero, poi, diventa trasparente, con uno spacco al lato della gamba sinistra, e lo strascico sino a terra.
«Devo proprio?» domando, coricandomi sul letto disfatto.
Lei mi trucida con lo sguardo, e alzo le mani in segno di resa.
Eric
«Ma.. quella è Alexia?» farfuglia James - un capofazione - indicandomi una ragazza.
Ha i capelli raccolti in una coda alta, un trucco non troppo leggero ma neanche troppo pesante, i tacchi alti neri, e quel vestito.
Odio quella ragazza. Ha un carattere duro, forte, come il mio. Ma, ovviamente, il mio è migliore. Con Alexia ci andrei d'accordo solamente se fosse nel mio letto, che mi aspetta, senza vestiti. E, soprattutto, se la sua bocca la usasse solo per gridare - di piacere - e non per rispondere a tu per tu come fa lei. Hanno sempre avuto tutti paura di me, tranne lei.
Non la sopporto.
«Ciao James - mormora lei, abbracciandolo - come stai?»
«Ora che ti ho vista sto molto meglio, bambolina.» dice lui, baciandole una mano.
«James, smettila di provarci con la mia migliore amica!» sbotta Zelda, dandogli una spinta scherzosa, per poi portare la mora con lei.
È da quando ho conosciuto Alexia che penso al suo omicidio. E, quando troverò quello perfetto, sembrerà tutto un incidente.
Alexia
«Giuro che ad Eric non lo sopporto più - sbotto, stringendo i pugni - penso gli nasconderò un coltello dentro l'hamburger.»
Zelda ride, prendendomi per mano: «Pensa a divertirti, almeno stanotte. E lascia perdere a quell'energumeno!»
Ridiamo, balliamo, scherziamo e mangiamo per tutta la sera, sin quando non scatta l'allarme rosso.
«Zelda, porta gli iniziati nella camera più al coperto, io vado.» dico, correndo nella sala di controllo di Quattro.
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Non ho paura quando ci sei tu
Fanfiction" - Tu sei? - domando, guardandolo negli occhi. - Josè - risponde, gonfiando le spalle. Sento Eric mormorare un "ora sono cazzi suoi", e lo prendo per il collo, portandolo sul muretto. - Uno, qui le regole le faccio io, non tu. Due, non ti ho chiest...