Il mio cuore perde un battito.. Eric!
«E' carino – Quattro mi guarda male, alzando un sopracciglio – okay, io lo trovo bellissimo. Ma niente di più. Amici. E basta.» dico, gesticolando leggermente.
«Ti piace!» urla Quattro, strabuzzando gli occhi.
«No! – rispondo, altrettanto a voce alta e stridula. Mi schiarisco lavoce – cioè, no. Te l'ho detto, siamo solo amici. A proposito, cosa ti aveva detto prima di partire?» gli chiedo.
«Non posso dirtelo..» dice, sfuggendo al mio sguardo interrogatorio.
Gli faccio il solletico nei fianchi, e lui ride, poi mi blocca i polsi.
«Te lo dico, te lo dico – ansima, ancora affaticato dal solletico – be', hai presente quando eri uscita dalla doccia?» mi domanda, lasciandomi i polsi e sedendosi a gambe incrociate davanti a me. Annuisco.
«Ha detto che ti stava per togliere l'asciugamano di dosso e ti stava persbattere sul letto – poi si schiarisce la voce, imitandolo – Non sai cosa le avrei fatto in tutte le posizioni!»
Strabuzzo gli occhi, boccheggiando e arrossendo violentemente.
Poi abbasso gli occhi, e mi mordo il labbro.
«Magari l'avesse fatto..» sbuffo, facendo scoppiare a ridere Quattro.
«Alexia, tu piaci ad Eric.»
Sorrido debolmente. Ormai gli ho detto di lasciarmi perdere, di fare come se non esistessi. E, ormai, ho rovinato tutto ciò che potesse succedere tra noi due.
StupidaAlexia!
- - -
Oggi – purtroppo – è il giorno delle visite. È da un anno che non vedo la mia famiglia. Spero che quest'anno non vengano a trovarmi.
Cammino pensierosa, calciando un sassolino. Delle scarpe lo fermano.
«Alexia– farfuglia Eric, agitato e puntandomi un dito addosso – tu, mi farai compagnia! Non sono pronto a vedere la mia vecchia famiglia!»
Rimango a bocca aperta, e lui me la chiude dolcemente.
«Perfetto. Ti devo un favore.» mormora, mettendomi un braccio sulle spalle.
Entriamo nella sala.
Pacifici, eruditi, abneganti, candidi, e intrepidi, sono riuniti tutti in un'unica stanza, creando un arcobaleno di colori.
«Elliot!» farfuglia, una donna con indosso un abito a tubino azzurro, e delle scarpe col tacco del medesimo colore.
«Ciao, mamma.» mormora Eric, abbracciandola.
La madre mi fissa, con gli occhi socchiusi e gli occhiali sulla punta del naso all'insù.
È alta un metro e sessanta, capelli biondi e occhi grigi.
«Tu sei la sua ragazza?» mi domanda.
Arrossisco violentemente, cercando una risposta valida.
«No, mamma. È solo un'amica.» risponde Eric, salvandomi.
Un uomo dai capelli neri si avvicina, con una ragazza affianco.
È un bell'uomo, alto circa un metro e settanta, e occhi verdi.
«Eric.» dice il padre, a mo' di saluto.
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Non ho paura quando ci sei tu
Fanfiction" - Tu sei? - domando, guardandolo negli occhi. - Josè - risponde, gonfiando le spalle. Sento Eric mormorare un "ora sono cazzi suoi", e lo prendo per il collo, portandolo sul muretto. - Uno, qui le regole le faccio io, non tu. Due, non ti ho chiest...