- Uno, qui le regole le faccio io, non tu. Due, non ti ho chiesto di parlare - mi lecco le labbra, affiancandolo - e tre, o salti o sei fuori. Ora - dico, sedendomi dov'ero prima, sotto gli sguardi incuriositi e affascinati dei ragazzi.
- Mi sono già innamorato - sussurra uno di loro.
Eric impreca, guardandomi male.
- Entro oggi, trasfazione. Non vorrai mica che io ti spinga giù - gli urlo, guardandomi le unghie. Josè salta, urlando come una femminuccia a cui le si è appena rotta la borsa firmata.
Rido di gusto, spostandomi per far lanciare tutti gli altri.
Dopo che tutti gli iniziati sono saltati, Eric li segue e io mi butto subito dopo di lui. Ho sempre amato saltare da qua su, mi sono sempre sentita libera.
- Benvenuti tra gli intrepidi, iniziati. Mi chiamo Max e sono un vostro Capofazione. Quest'anno, Eric seguirà i trasfazione, Quattro gli interni e Alexia entrambi -
Alcuni maschi esultano entusiasti, dandosi gomitate e indicandomi con un cenno del mento.
- Trasfazione, seguitemi - dico, dirigendomi verso il pozzo. Ne rimangono estasiati, e poi li porto nella camera da letto.
- Questa è la vostra camera, e - indico una stanza senza neanche la porta - quello è il vostro bagno. Cambiatevi, vi do cinque minuti - Esco dalla stanza e vado in mensa.
- Mi hanno detto che hai fatto strage di cuori - scherza Quattro, ridendo di gusto.
- Eric, ho vinto la scommessa. Nel discorso dirai tutto ciò che ti dirò ora - sorrido malvagia, e gli detto ciò che dovrà dire a tutti gli intrepidi e gli iniziati.
▪
- Ciao a tutti i bei ragazzi di oggi. Questi siamo noi: gli intrepidi. Io amo i pony colorati e bevo il latte nel biberon ogni notte. Vi amo tutti ciao - usa una voce stridula, e io rido a crepapelle, coricandomi nella panca - e questo discorso era tutta opera di quella stronza di Alexia, che presto me la pagherà molto cara - si siede, rosso in faccia (dalla rabbia o dalla vergogna?) e mi fulmina con lo sguardo, incrociando le braccia al petto.
Io rido non riuscendo a fermarmi e Quattro è costretto a portarmi fuori, dato il tentato omicidio di Eric con la forchetta.
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Non ho paura quando ci sei tu
Hayran Kurgu" - Tu sei? - domando, guardandolo negli occhi. - Josè - risponde, gonfiando le spalle. Sento Eric mormorare un "ora sono cazzi suoi", e lo prendo per il collo, portandolo sul muretto. - Uno, qui le regole le faccio io, non tu. Due, non ti ho chiest...