Non so perché, ma se c'è lui mi sento più forte. E non perché mi proteggerebbe - azione che non compierebbe mai - ma solo la sua presenza mi fa venire voglia di vivere e.. di annientare tutti, sì. Ma in senso buono.
«Incominciamo dal tuo collo.» esclama, puntandomi un coltello contro la vena del collo. Succede tutto in una frazione di secondo: Kyle mi punta un coltello al collo, Eric lo afferra per la gola e lo butta sul tavolo, Quattro gli infila un dito nell'occhio, e Zelda non abbandona la sua amatissima penna.
«Non azzardarti.» gli sussurra Quattro, lasciandolo andare, e stessa cosa fa Eric.
«Vieni.» dice Quattro, mettendomi un braccio sulle spalle.
«Lo ammazzo nel sonno!» continua a sbraitare Eric, prendendo a pugni il suo sacco da boxe. Ci siamo riuniti tutti e quattro in camera sua ,per parlare bene di come comportarci con Kyle.
«Be', possiamo avvelenarlo con l'inchiostro delle penne, e poi prenderlo a pugni..» suggerisco, ricevendo l'approvazione di Zelda.
«Fosse per me non ci arriverebbe neanche a dormire. Una passata di colpi e sarebbe morto sotto lo strapiombo in nemmeno cinque secondi.» sbotta, dando un altro pugno al sacco, che si apre e lascia uscire la sabbia che conteneva dentro.
«Eric, calmo! Mi fai innervosire! Siediti e non rompere!» sbotta Quattro, mettendosi le mani in testa.
«Stai scherzando!? La stava per uccidere, e mi dici di stare calmo!?» urla, andando contro Quattro.
«Se dovessi dare retta al mio istinto, ora la sua testa sarebbe cibo per Esclusi!» risponde, lasciando senza parole Eric.
«Mi spieghi perché sei così agitato?» sussurro, andandogli in contro, e appoggiandogli una mano sul braccio.
«Perché non ti devono toccare..» mormora, dandomi un leggerissimo bacio sulla fronte.
No, forse me lo sono immaginata. Assolutamente!
Mi corico nel suo letto, appoggiando la testa sulla pancia di Tobias, che incomincia ad accarezzarmi i capelli. E, nemmeno un secondo dopo, mi addormento.
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Non ho paura quando ci sei tu
Fanfic" - Tu sei? - domando, guardandolo negli occhi. - Josè - risponde, gonfiando le spalle. Sento Eric mormorare un "ora sono cazzi suoi", e lo prendo per il collo, portandolo sul muretto. - Uno, qui le regole le faccio io, non tu. Due, non ti ho chiest...