«Domani alla stessa ora, bestiolina.» dice, andando in camera sua.
«Va bene.» dico, facendo le scale.
Quattro abita al penultimo piano, io dopo di lui, poi c'è Eric, e poi Zelda.
Qualcosa mi tappa la bocca, tenendomi le mani dietro la schiena, dandomi un calcio allo stomaco.
Cerco di urlare, ma la presa sulla bocca è troppo forte, quindi ho la brillante idea di morsicargli la mano.
Caccio un urlo, poi do un pugno a quel qualcuno, ma mi legano le mani dietro la schiena.
«Non sono solo, siamo in molti. E vogliamo proprio uccidere te.» Sento uno sparo, dei gemiti strozzati di dolore, e dei rumori di pugni.
Non so cosa stia succedendo intorno a me, perché ho gli occhi chiusi esono legata al bordo della scala, non riuscendo a muovermi in nessun modo.
«Tutto a posto?» mormora Quattro, cercando di liberare le mie mani. Sta tremando, e non ci riesce. Zelda mi è affianco, controllando la mia pancia.
«Quattro lascia fare a me.» dice Eric, con una voce rilassatissima.
Mi sfrego i polsi, osservando con gli occhi sbarrati il muro dietro di me.
C'è una scritta, "Noi uccideremo Alexia". Sbarro gli occhi, ma Quattro mi porta via da lì, prendendomi in braccio.
«Stanotte rimane con me.» dice freddo Eric, prendendomi dalle braccia di Quattro.
Ricollego mentalmente ciò che ha detto Eric ora. Io, lui, stessa camera. Cosa!?
«Eccoci qui, tu dormi nel letto e io nel divano.» dice Eric, togliendosi la maglietta e lanciandola in un angolo remoto della camera.
Be', Eric ha un bel.. fisico, sì.
Lui si corica nel divano, e io, in pochi minuti, mi addormento.
- - -
«In Sala Riunioni, tra un quarto d'ora.» urla Max, bussando insistentemente alla porta.
Borbotto qualcosa, nascondendomi sotto le coperte.
«Svegliati bestiolina - dice Eric, rubandomi le coperte - o faremo tardi.»
Apro lentamente gli occhi, e gli lancio un cuscino in faccia.
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Non ho paura quando ci sei tu
Fanfiction" - Tu sei? - domando, guardandolo negli occhi. - Josè - risponde, gonfiando le spalle. Sento Eric mormorare un "ora sono cazzi suoi", e lo prendo per il collo, portandolo sul muretto. - Uno, qui le regole le faccio io, non tu. Due, non ti ho chiest...