Capitolo tredici

1.8K 97 2
                                    

Lui divenne conosciuto in tutta la fazione, e le ragazze gli correvano dietro naturalmente, perché Eric è un bel ragazzo, e non si può di certo dire il contrario, e io continuai a passare inosservata.

Dopo l'iniziazione, siamo diventati "amici", ma ora sento che tutto sta per cambiare, e non come un anno fa.

«Be', è ora di partire, trogloditi.» sbotta Kyle, prendendomi la spalla, e sbattendomi leggermente al muro.

«Alexia, volevo chiederti scusa per come mi sono comportato con te - dice, mettendosi una mano nei capelli - e voglio davvero farmi perdonare, perché alla fine io non ce l'ho con te.» Assottiglio gli occhi, osservandolo attentamente.

Penso potrei perdonarlo: non sembra un bugiardo.

«Okay- dico, porgendogli la mano - abbiamo chiarito.» Lui mi afferrala mano e poi mi abbraccia. Rimango interdetta per la spontaneità di quel gesto, ma contraccambio leggermente.

Incontro gli occhi di Eric, rossi dalla rabbia, e vedo la vena del collo notevolmente sporgente.

«Dai, andiamo.» sussurra, andando verso Quattro e gli altri due.

Eric

Alexia che abbraccia a Kyle: cosa. Sta. Succedendo?
Sento un nervoso montarmi dentro, ma non so se è nervoso o qualcos'altro.

Gelosia? No, non può essere. Giro lo sguardo su Quattro, che mi da una pacca sulla spalla, e ci avviamo all'uscita della fazione.

Incominciamo a correre per non perdere il treno, e il primo a saltare è Quattro. Io lo imito. Poi sale Zelda, Kyle, e infine Alexia, aiutata da Kyle.

Irrigidisco i muscoli, pronto a sferrare un pugno ben assestato a quel coso.

Mi siedo a bordo della carrozza, guardando la mia fazione che pian piano scompare.

«Quelle sono le serre dei Pacifici?» domanda Alexia, affascinata.

«Sì, e quello è il loro frutteto.» le dice Quattro, osservando il panorama.

Alexia si siede al bordo opposto dove sono seduto io, con le gambe a penzoloni, godendosi l'aria aperta. Il vento le fa assottigliare gliocchi e le spettina tutti i capelli.

Ha un ciuffo che si incastra nelle labbra.

Avvicino delicatamente le mie dita e glielo tolgo, osservando il suo sguardo confuso.

«Guardate questo fiume!» urla Zelda. Non l'avevamo mai visto, né ne sapevamo l'esistenza.

Alexia si sporge, guardando giù.

Succede tutto troppo velocemente: Kyle le da un calcio nella schiena, sento Alexia urlare, e poi non la vedo più, scomparsa nell'acqua.

Non ho paura quando ci sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora