<<Come mai così in ritardo?>> mi schernisce mia mamma appena entro in casa.
<<La professoressa di matematica si è fermata a scuola per spiegarmi il nuovo argomento di cui non ho capito un bel niente.>> mento nuovamente.
<<Ma ogni venerdì hai una scusa diversa? E poi, sei stata con lei fino a quest'ora?>>domanda. Sento che incomincia a sospettare qualcosa.
Alzo gli occhi al cielo. <<Puoi smetterla di fingere che ti interessi? Mamma non è che è l'unica ora in cui vendo droga o mi prostituisco!>> dico sarcasticamente. Così sbuffa e lascia perdere l'argomento. Sa che sono un caso perso.
Tiro fuori il telefono e controllo l'ora. Merda, le 18:36.
Il fatto è che, quando era andato via 'US', mi sono intrufolata io nell'aula di musica. Strimpellare la chitarra e canticchiare è l'unico modo che una persona come me può avere per esprimere i propri sentimenti. E quando lo faccio, mi assicuro che nemmeno mia mamma mi senta.
Noto un messaggio da Alex e lo apro. 'Stasera piccola festa a casa mia. Vieni appena puoi.:)'
Le feste non sono sicuramente il mio forte, ma è quasi impossibile rinunciare a lui. Non che ne sia innamorata, ma è il mio miglior amico dalle elementari. È sempre così dolce con tutti e lo invidio molto per questo.
Mi faccio una doccia lunga, come al solito. Stare nella doccia a pensare a tutti i ricordi dovrebbe diventare il mio lavoro.
Esco e noto allo specchio le occhiaie sempre più accentuate e scure. Lascio i capelli bagnati e li lego in una coda alta. Poi mi chiedo anche perché mi ammalo sempre.
Mi trucco leggermente come al solito, probabilmente mi truccherei di più se solo ne fossi capace.
Mi dirigo verso l'armadio e opto per i miei soliti skinny jeans neri con uno strappo sul ginocchio una canotta nera. Forse i colori non sono il mio forte.
Mi metto un po' a guardare serie tv sul computer e, quando Alex mi chiede per messaggio 'Dove sei?' decido di uscire.
Fortunatamente casa sua è poco distante dalla mia, e posso tranquillamente andarci a piedi.
<<Ehi>> mi saluta Alex, che è fuori dal cancello. <<Ti stavo aspettando.>>
<<Non dovevi!>> lo rimprovero. <<Dai, entriamo.>>
Casa sua è una delle più belle del paese, lo si capisce già dalla piscina interrata fuori in giardino. Mi ricordo ancora quando andavo da piccola a farci il bagno e Alex non voleva entrare per paura di annegare, nonostante avesse i braccioli.
Accantono il pensiero appena entro e mi invade l'odore del fumo. <<Non ti da fastidio?>> gli chiedo. È comunque casa sua, e i suoi genitori sarebbero tornati domani nel pomeriggio.
Alza le spalle. Ha tutto sotto controllo, come sempre. Ogni volta che tento di aiutarlo, lui mi da un'ulteriore dimostrazione di quanto è più sveglio di me. Ma la cosa non mi da fastidio, so che non fa apposta.
<<Ok..>> farfuglio.
<<Vieni in salotto, stiamo giocando a Obbligo Verità>> mi invita.
<<Passo tra poco>> dico mentre entriamo in soggiorno.
Come immaginavo, James è seduto sul divano con in braccio Eleonora. Ovviamente aspettava che se ne andasse, così può divertirsi. Che persona subdola.
Appena mi vede Eleonora fa un sorrisino provocatorio che non posso far altro che ricambiare. <<Ciao sfigata>> mima con le labbra, per non farsi sentire da nessuno se non io. Forse se lo merita tutto questo.
<<Ciao troia>> sussurro io di rimando.
<<Giochi?>> mi chiede un ragazzo seduto nel cerchio.
<<Dopo>> rispondo, senza nemmeno guardare chi sia.
Mi dirigo verso la cucina e noto da dietro un ragazzo con un cappellino nero al contrario e una maglietta nera lunga e larga.
Il suo fare sospetto mi incuriosisce e, non avendo niente da fare, non esito a seguirlo quando sale per le scale.
Lo vedo entrare nella stanza di Alex e apro lentamente la porta pregando che non mi senta. Appena lo vedo girarsi mi tiro subito indietro. Merda.
<<Tanto ti ho visto>> mi avverte. Così decido di entrare.
È un biondino con degli occhi color ghiaccio e contornati da occhiaie viola, quasi peggiore delle mie. Forse è questo a renderlo così attraente.
<<E io ho visto te>> lo provoco guardandolo negli occhi. <<Non dovresti essere qui. Cosa stai facendo?>>
<<È stato Alex a mandarmi qua a portare una cosa, non sono mica un ladro!>>
<<Oh, invece mi hai rubato il cuore>> lo prendo in giro mettendomi una mano sul cuore. Odio le frasi prese da face book, e questa è una di quelle più classiche.
Abbozza un sorriso mostrando una fila di denti perfettamente bianchi.
<<Non ti ho mai visto>> noto.
<<Forse dovresti guardare di più.>>
È decisamente interessante come ragazzo.
<<Dovresti dormire di più>> gli consiglio mordendomi un labbro.
Sogghigna di nuovo. <<Potrei dire la stessa cosa di te>>
Riduco gli occhi a due fessure mentre lo vedo appoggiare dei fogli sul comodino di Alex che non tendo a prendere.
Sono degli spartiti di una canzone: 'last part'.
Mentre ne leggo velocemente il testo, noto di averla già sentita, ma non riesco a ricordarmi di che artista sia.
Poi, alla fine, una scritta in grassetto 'Urban strangers'. eppure non li ho mai sentiti. Deve essere qualche successo radiofonico.
Non sapevo Alex cantasse anche, nonostante sia a conoscenza della sua maestria quando ha una chitarra in mano.
<<Conosci gli Urban Strangers?>> chiedo al biondino.
Non sentendo una risposta, mi giro e vedo la porta aperta, segno che se n'è già andato. È parecchio strano quel ragazzo.
Mi siedo sul letto, annoiata. Prendo il telefono e apro il messaggio di James. 'A mezzanotte vengo in stanza da te. Aspettami piccola'
Sbuffo. È come se ogni volta che gli rompo un cuore gliene ricresca un altro. Ma neanche per me è facile star lontana da lui.
'No. Vengo giù io' rispondo velocemente.
Apro una pagina di internet e la mia curiosità mi fa digitare Urban Strangers.
Trovo un sacco di notizie, ma nessun cantante che abbia quel nome. Stessa cosa per 'last part', nessuna canzona con quel nome.
L'ha scritta Alex e l'ha fatta vedere a quello col cappellino, magari per un opinione. È questa l'unica opzione. È sempre stato timido, ma pensavo me l'avrebbe fatta vedere.
Ma c'è ancora qualcosa che non mi torna. Riguardo il nome. Urban Strangers.
US.
<<Oddio..>> impreco. Per tutto questo tempo non me ne sono accorta che è sempre stata la sua di voce a farmi emozionare ogni venerdì. Come ho fatto ad essere così stupida da non accorgermene?
Certo Alex è sempre l'Alex che conobbi anni fa. Ma ora sarebbe cambiato tutto. Al solo pensiero mi si arrossano le guance.
<<Violet, stai bene?>> chiede proprio Alex entrando.
Vorrei non guardarlo con occhi diversi, ma non riesco a farne a meno.
<<Sì>> sorrido. <<Benissimo>>
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Friday // Urban Strangers
Fanfiction"Beh, oggi è un giorno speciale" mi dice innocentemente. Una triste risata esce dalle mie labbra, facendole alzare un sopracciglio. Il mio sguardo si rivolge verso la luna, e ciò mi fa ripensare a lei. "Oggi è venerdì"