Capitolo 4

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'Ehi Violet!:) Ecco, io mi stavo chiedendo se ti andrebbe di uscire con me stasera.. Cioè un'uscita normale.. Come quelle di sempre! Perché siamo quelli di sempre, ecco..'
Sorrido rileggendo il messaggio di Alessio. Quant'è carino così vergognoso?
'Certo Alex, da quando siamo così timidi?'
La sua risposta non tarda ad arrivare. 'Oh no, è solo che.. Magari avevi altri impegni. Allora arrivo a casa tua alle 20.'
Mi scappa una risatina, immaginando la sua voce balbettante mentre me lo dice. Devo essere perfetta stasera, per lui.
Forse stasera accennerò al suo progetto Urban Strangers, siccome probabilmente non me ne parlerà. E non capisco nemmeno il perché.
Dopo aver mangiato qualcosa, infilo le cuffie all'orecchio e esco di casa.
Non sono un'amante dello sport, anzi, ma fare delle lunghe passeggiate con un po' di musica mi rilassa.
Chiudo il cancello di casa, e incomincio a incamminarmi.
Tutto d'un colpo, vedo qualcuno sfrecciare davanti ai miei occhi. È il biondino.
Faccio uno scatto e lo raggiungo subito.
<<Ehi sfigato!>> lo chiamo e smette di correre. <<Come mai così di corsa?>>
<<Ieri sembravi tu quella che aveva così tanta fretta. Devo supporre qualcosa?>> risponde prontamente.
Alzo gli occhi al cielo. <<Devi supporre che non tutti sono vampiri come te, occhiato.>>
Sbuffa. <<Perché sei qui?>>
<<Beh, perché tu correvi?>> ribatto, anche se non suona molto come una domanda.
<<È così anormale correre?>>
Alzo le spalle. <<Sì>>
<<Sei strana>> afferma lui. Come se lui fosse il ragazzo normale.
<<Almeno io non mi intrufolo nelle camere altrui>> lo punzecchio.
<<Ti ho detto che mi ha mandato lì Alex.>>
Mi mordicchio il labbro, sentendo il suo nome. <<Canta davvero bene>> penso ad alta voce.
<<Non l'ho mai sentito. Spero di sì, comunque.>>
Non gli domando nemmeno il perché del suo 'spero'. Forse perché ha il talento nel scrivere.
Sto per dirgli che in realtà neanche io, ma ogni venerdì lo ascolto suonare in aula musica, però mi precede.
<<È per questo che gli hai infilato la lingua in bocca?>>
<<Forse>> lo provoco. <<Geloso?>>
<<Per niente>> risponde, facendomi rimanere un po' male, ma non lo so a vedere. <<So già come sono fatte le ragazze come te.>>
<<Non sai niente di me invece>> lo contraddico. <<Nemmeno il mio nome>>
<<Sì che so chi sei, Violet>> mi sorprende. <<Sei tu che non sai nemmeno come mi chiamo>>
Come diavolo fa a sapere il mio nome? <<Devo chiamarti stalker o hai un nome?>>
Lo vedo abbozzare un sorriso. <<Sono arrivato a casa, e sono anche arrivato in ritardo per la cena perché per qualcuno correre è una cosa aliena>>
Tira fuori le chiavi e le infila nella serratura, girandola due volte.
<<No, sei a casa da solo>> affermo.
Si gira guardandomi con una faccia stranita. <<Scusa?>>
Di rimando, suono il campanello.
<<Se ci fosse stato qualcuno avresti semplicemente suonato, invece stai usando le chiavi.>>
Sorride, un po' sconcertato. <<Sei una brava osservatrice.>>
<<Mi piacciono i dettagli>> ammetto. <<E tu sei un bravo stalker.>>
<<Ci si vede, Sherlock>> mi saluta.
<<Ciao stalker>> ricambio, non sapendo il suo nome.
<<Genn, mi chiamo Genn.>> ripete chiudendosi la porta alle spalle.
Mi volto sorridendo vagamente, non sapendo nemmeno il perché.
Controllando l'orario, mi scappa un 'merda'. Sono già le 19:42.
Corro leggermente, e dopo una decina di minuti varco la porta di casa.
<<Ciao mamma!>> la saluto. È tornata adesso da lavoro.
Mentre la vedo aprir bocca, si ferma a causa del campanello che suona, facendomi nuovamente imprecare.
<<È Alex>> le dico. Anche lei lo conosce benissimo, e le sta particolarmente simpatico. Continua a ripetermi che è il ragazzo perfetto, quello che tutte le ragazze vorrebbero, ma io non le ho mai dato ascoltato. L'ho sempre visto come un amico. Può cambiare tutto ora? Non mi sono nemmeno mai chiesta se lui abbia mai provato qualche sentimento che va oltre l'amicizia per me. Perché non me ne sarei mai accorta.
Corro velocemente le scale, fiondandomi verso l'armadio. Non so nemmeno cosa mettermi.
Sento il bisogno, dopo tutti questi anni, di essere carina.
So benissimo che lui mi ha visto conciata nei peggiori modi in cui una ragazza può esser vista, ma è come se volessi ricominciare tutto da capo.
Alla fine scelgo un vestito bianco a quadretti dalle linee nere, che mi arriva fino a circa metà coscia. Non credo di averlo mai messo, e spero con tutto il cuore che gli piacerà.
Vado in bagno, controllando il mio riflesso. Sono completamente struccata e mi maledico per non essere arrivata a casa prima. Forse dovrei maledire Genn e basta.
Dopo essermi data una spazzolata ai capelli ribelli, torno in salotto.
<<Ehi!>> saluto Alex appena lo vedo.
Indossa una camicia blu e degli skinny jeans neri che gli stanno d'incanto.
<<Wow>> dice lui. <<Come sei bella stasera>>
Arrossisco per l'imbarazzo. I complimenti non mi sono mai andati a genio, ma con la sua voce potrei ascoltare per ore anche la lista della spesa di mamma. <<Grazie>>
<<È vero, quel vestito ti sta benissimo. Certo, se ti truccavi..>>
<<Mamma!>> la rimprovero. Ecco come rovinare tutto. <<Noi andiamo>> dico aprendo la porta.
Alex mi segue, chiudendo la e salutando cordialmente mia madre.
Sento la sua mano incerta intrecciarsi alla mia.
<<Senti Violet, per ieri..>> incomincia insicuro.
<<Shh>> lo fermo subito. <<Questa è la nostra serata>>

2 capitoli in un giorno.
Sono ufficialmente un mago.
Ripeto, se vi va fatemi sapere se vi piace la storia o se magari devo cambiare qualcosa. Mi farebbe molto piacere.:)
-2 alla finale. Che ansia.
Votiamoli!
   Alice

Friday // Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora