Capitolo 27

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I know you're dead inside
But you make me feel alive

Mirrors - PVRIS









Fare colazione con Marta prima di arrivare a scuola non è stata affatto una buona idea. Sento che i cupcakes e i macarons potrebbero ritrovarsi nel pavimento sotto forma di vomito da un momento all'altro. Aveva insistito così tanto per mangiare insieme, ma di certo non mi immaginavo tutta quella montagna di cibo. E poi le avevo raccontato che probabilmente a pranzo non ci saremmo viste, perché ho un paio di conti in sospeso. E non posso più rimandare.

Eppure in questo momento sono ferma in mezzo alla mensa, senza comunque voglia di mangiare ma con uno scopo alquanto preciso. O almeno, è quello che pensavo fino a cinque secondi fa.

Alex è seduto al tavolo con facce a me poco conosciute, mentre sta ridendo a crepapelle, probabilmente per qualche battuta di merda che ha appena fatto. Tipico.

La luce sembra filtrare dalla finestra solo per riflettersi su di lui, fargli sembrare i capelli più lucenti e il sorriso più luminoso. Sembra tutto fatto apposta per confondermi ancora di più il cervello.

In questo momento dovrei essere vicino ad Alex, a scuotergli la spalla, magari anche incominciando ad urlare, per chiedergli spiegazioni. Per comprendere la sua assenza immotivata, il suo bacio quasi cinico. Invece, sto tenendo stretta la moneta da 50 centesimi che dovrei usare per l'acqua, mentre capisco che non riesco ad essere arrabbiata. Certo, mi sento tuttora presa in giro da lui, ci sono tanti motivi per cui non dovrei cercare di allacciare il rapporto, ma forse, in confronto alle cose che abbiamo passato, al bene che gli voglio, svaniscono nel nulla.

Mi risveglio dai miei pensieri quando sento una voce purtroppo familiare.

<<Devo passare, sei pregata di toglierti>> mi consiglia.

Squadro l'ombra che si è contrapposta tra di noi, con faccia alquanto schifata. Eveline potrebbe tranquillamente passarmi di fianco senza alcun problema, ma preferisce provocarmi, anche se chiaramente non le sto bloccando il passaggio. Ma non è l'unica qui a cui piace punzecchiare.

Guardo il suo vassoio rosso acceso, riempito da un panino, una zuppa e una fetta di carne.

<<Cosa stai facendo?>>

Mi porto la zuppa al naso, annusandone l'odore. <<Dev'essere sicuramente alle cipolle>>

Mi guarda sconvolta, scuotendo la testa. <<L'invidia dev'essere proprio una brutta bestia>>

Sorrido ancora più ampiamente, ignorandola. Forse potrebbe essere una vendetta per la mia maglia che lei, o meglio, la sua goffaggine, ha rovinato. <<Ho letto che la cipolla possiede alcuni elementi che favoriscono la crescita dei capelli>> la minaccio. <<O forse non era la cipolla.. Comunque, possiamo provare lo stesso>>

Mi passa di fianco, borbottando tra se e se. <<Tu sei malata>> mi sembra di udire.

Ghigno soddisfatta, mentre noto che mi ha persino lasciato la zuppa di cipolle, piuttosto di rischiare che le finisca sui capelli. Peccato che le cipolla mi faccia schifo, e la zuppa anche.

<<Sei proprio una stronza>>

Mi giro, fissando Gennaro. Non mi sono neanche accorta che si è avvicinato, come sempre.

Friday // Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora