Capitolo 7

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Genn's pov

Esco dalla scuola, infilandomi il mio solito cappellino. Ormai fa parte del mio stile, e non devo nemmeno pettinarmi i capelli. Ma quello, non lo faccio a prescindere.

La mandria di ragazzi che di lunedì fa la gara a chi travolge e uccide più persone per arrivare prima a casa mi fa sempre imbestialire.

<<Quindi per domani non ci sono compiti?>>mi chiede una ragazza della mia classe che è uscita insieme a me.

Ma cosa lo chiedi a me?

Mi infilo tra due persone, perdendola tra la folla e facendo finta di non averla sentita.

Riconosco tra la massa un viso familiare. <<Alex!>> lo chiamo.

Non è da molto che lo conosco, ma c'è sempre stata una certa affinità tra noi due. Soprattutto ora che abbiamo una cosa in comune.

Muovo velocemente le gambe, tentando di raggiungerlo, per potergli parlare di Violet e farmi accompagnare a casa.

<<Alex!>> lo richiamo, ma deve avere la testa da un'altra parte.

Quando gira la testa per attraversare a andare al parcheggio, noto le sue cuffie che penzolano dalle orecchie.

<<Cazzo>> impreco quando lo vedo andare verso la sua macchina, e vedo la persona che è lì appoggiata, a braccia conserte.

Violet.

Se ne sta lì, con il suo sorriso appena accennato e la sua aria da furba. E solo uno stupido può dire che non è una ragazza veramente intelligente e attenta ai dettagli, anche se non la conosco nemmeno.

Mi avvicino al muretto appoggiandoci un piede, lasciando la gente che sta ancora uscendo passare davanti a me. È un po' un mio modo per nascondermi, non posso mentire a me stesso. Violet mi mette a disagio. E questa cosa mi sta facendo impazzire.

Lo saluta con un bacio sulla guancia, e vedo il suo viso illuminarsi, come rinato.

A rovinare la bella coppia, arriva il suo ex. Non che mi dispiaccia. Vedo Alex andare nella sua macchina.

Credo si chiami James, è al quinto anno ed è fidanzato con una tra le ragazze più stupide e popolari della scuola. Forse per questo non si accorge di quanto la tradisce.

Non sono bene a conoscenza della storia tra lui e Violet, e non posso chiederlo a lei per ovvi motivi.

È stata una delle prime volte che l'ho vista.

Se ne stava appoggiata alla finestra in fondo al corridoio, di fianco al bagno. Guardava fuori con un'aria persa nel vuoto.

Quando arrivò James, sorpassandomi col suo invidiabile ciuffo biondo, abbozzò un sorriso e si mise le mani nelle tasche della grande giacca di Jeans. Evidentemente non era sua.

Prese con le sue dita affusolate la maglia del biondo, tirandolo verso se e cominciandolo a baciare appassionatamente.

Il ragazzo, con non so quale forza di volontà, si stacco. Prese il cellulare dalla tasca degli skinny e rispose a una chiamata.

Ero lontano, nonostante mi scappasse la pipì così tanto da pensare di pisciare nel portaombrelli, non me la sentivo di passargli affianco. E non sono nemmeno mai stato così bravo a leggere il labiale.

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