Capitolo 23

1K 97 77
                                    

The light on the horizon was brighter yesterday
Shadows floating over
Scars began to fade
We said it was forever but then in slipped away
Standing at the end of the final  masquerade

The Final Masquerade - Linkin Park












<<Io non te l'ho mai chiesto!>> sottolineo a Gennaro, il quale ha insistito così tanto ad accompagnarmi a scuola in macchina, presentandosi senza preavviso.

<<Beh, ma tu dalla sera di capodanno non hai più risposto ai messaggi>>

Chissà perché.

Guardo il suo profilo concentrato, cercando fortemente di distogliere l'attenzione dalla sua stupidità e concentrarmi sui suoi tratti.

<<L'ho ritrovato ieri sera il telefono, l'avevo lasciato a casa di Marta>> mento. In realtà continuavo a vedere il telefono squillare sul comodino e stavo ore a fissarlo senza dargli alcun segno di vita.

<<Tu sai che sto con Eveline>> cambia argomento tutto d'un tratto.

Oh, grazie per avermelo ricordato, accosta solo un secondo che devo solamente vomitare.

<<E quindi?>> mi limito a dirgli.

<<Io non so niente di te e le tue relazioni>> mi fa notare.

<<Mica siamo amici, Genn>> mi affretto a rispondergli. Noi non siamo proprio un bel niente.

<<Ti ricordi la sera in cui ci siamo conosciuti?>>

Questo si fa di roba pesante. <<Ma cos'è? Adesso salti fuori con uno dei commenti 'ti conosco da quando eri piccola così'?>> indovino.

<<No>> sbuffa. <<Solo che abbiamo giocato a 'obbligo verità'...>>

Fa delle pause lunghe che mi fanno innervosire notevolmente. Dove vuole arrivare?

<<Siccome tu sai con chi scopo, ed è quella la ragione per cui hai 'perso' il telefono>> sottolinea perso facendomi notare che sa che non è la verità.  Stronzo. <<Dovresti dirmi con chi sei andata a letto tu>>

Strabuzzo gli occhi, ricordandomi dell'ennesima bugia che avevo detto. Avevo ammesso di non essere più vergine quella sera, quando in realtà è l'esatto contrario, ma volevo dimostrarmi più esperta, in quel senso.

<<Allora?>> mi sprona Genn.

Mi mordo il labbro inferiore, cercando di pensare a qualcosa di credibile. <<Era un ragazzo che ho conosciuto al mare>>

<<Come si chiamava?>> mi chiede.

<<Otto>>

Si mette a ridere. <<Cos'è? Viene da divergent? Non si chiamava mica Quattro?>>

In realtà si chiamava veramente così.

Solo che era un peluche gigante, che si chiamava Otto il Polipotto, ed animava il villaggio in cui alloggiavo. Evito di dirgli il cognome.

Friday // Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora