Capitolo 21

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I will await dear,
A patient of eternity, my crush.
A universal still, No rust.
No dust will ever grow on this frame,
One million years I will say your name.
I love you more than I can ever scream

Black Veil Brides - Mortician's Daughter




Violet's pov


Basta così poco per cambiare radicalmente la nostra vita.

Se ripenso a com'ero poche settimane prima, prima di aver conosciuto Genn, prima di stare con Alex, prima di aver scoperto di avere un fratello, mi sento una persona totalmente cambiata. E non sono così sicura che questo cambiamento di tanti segreti che vengono a galla sia così positivo.

Ieri non avrei dovuto abbracciare Genn, non avrei dovuto farmi vedere così debole e dipendente dal suo tocco. Forse non avrei mai dovuto incontrarlo e basta, in questo momento starei a casa, a guardare un film con Alex.

Non qui. Non sola.

Perché questo posto così perfetto me l'ha mostrato Genn. E, strano da dire, ma mi piace veramente. Il modo in cui sembra di essere sopra gli altri, guardando il mondo dall'alto, solo la luna e le stelle sopra di noi.

Sento dei passi dietro di me avvicinarsi, e non ho nemmeno bisogno di girarmi per capire che Genn è venuto qui. Buffo che entrambi abbiamo pensato allo stesso posto nello stesso momento.

Si siede vicino a me. <<Siamo qui entrambi ed è venerdì>> esordisce. <<Forse è un segno. Forse venerdì è il nostro giorno>>

Sorrido, probabilmente ha ragione. Mi manca, mi manca la situazione di prima. Sentire ogni venerdì qualcuno cantare senza sapere minimamente chi ci fosse dentro. Tutto dannatamente così semplice.

<<Mi hai seguito fino a qui, stalker?>> lo prendo in giro. Ormai è un vizio.

Non risponde, si limita a guardare il panorama e lo seguo. <<Sembra un film romantico, sai?>>

Fa spallucce. <<Non mi sei mai sembrata una da film romantici>>

<<Dio, no!>> sbotto subito. Vomito al solo pensiero.

Sogghigna, leggermente divertito. Forse anche io sono strana, ovviamente mai quanto lui.

<<Mi piacciono le stelle, anche la luna>>

<<Oh, ma che romantico Genn>> dico con una leggere punta di sarcasmo, per poi ritornare seria.

<<Anche a me piacciono, in realtà>> ammetto. <<Un po' come noi. Da lontano siamo tutti uguali, tutti belli. Ad esempio, guarda il nostro paese.>> dico indicando con il dito il panoramica.

<<Sembra tutto così felice da qui, e le stelle così luminose. Poi ti avvicini e scopri che niente è come sembra, che tutto fa schifo, che anche la famosa rosa nel campo di margherite sta appassendo>>

Tiro un sospiro, odio la parte di me più poetica e riflessiva. Vorrei tanto tapparmi la bocca ma certe volte non ci riesco proprio a farlo.

<<Allora perché ho questa sensazione che più mi avvicino a te e più sto meglio?>>

<<Beh, perché sei un'idiota>>

<<Forse, ma anche tu lo sei>> puntualizza.

<<Mi sento un po' la parte oscura della luna, quella che non viene mai alla luce>> cambia argomento.

<<Pink Floyd?>> chiedo, riferendomi al loro album più famoso, 'The Dark Side Of The Moon'.

Friday // Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora