Mi stringo nel cappotto, mentre il vento invernale mi fa raggelare il sangue nelle vene.
Ho sempre amato il freddo, sin da quando ero piccola. Cosa c'è di più bello di una cioccolata calda sotto le coperte con la tua serie tv preferita? Niente. O almeno, non per me.
Ma mentre varco il cancello per entrare nel parco, i sensi di colpa mi trafiggono. Sarei dovuta rimanere con Alex, e invece me ne sono andata, soprattutto mentendogli. E lui non se lo merita.
I miei sospetti si rivelano, come sempre, esatti quando lo vedo seduto sull'altalena, senza dare segno di un minimo movimento. A malapena sbatte le palpebre.
<<Ciao stalker>> lo saluto sedendomi sull'altalena di fianco. <<Come diavolo hai fatto ad avere il mio numero? Ah, giusto. È il tuo lavoro.>>
Continua a guardare di fronte a se, come se ci trovasse qualcosa di interessante a vedere le foglie scosse dal vento.
Ma che prende a tutti stasera?
<<Genn>> lo richiamo.
Solo ora si decide a girarsi. I suoi occhi scintillano anche al buio, e stanotte hanno sfumature grigie.
<<Scusa, stavo a pensando>>
La curiosità mi fa parlare. <<A cosa?>>
<<A.. Cose?>>
Sbuffo, mentre incomincio a dondolarmi leggermente. <<Grazie Genn. Mi illumini la vita.>>
Lo sento sbuffare per il mio sarcasmo.
<<Si può sapere che vuoi?>> chiedo insistentemente. Mi ha appena chiesto a mezzanotte di incontrarci qui. Avrei potuto rifiutare non conoscendo il numero, magari poteva essere uno stalker. Non che lui non lo sia.
<<Sei uscita con Alex?>>
La mia risata rimbomba tra le vie completamente vuote. <<Mi stai prendendo per il culo? Mi hai fatto lasciare Alex per questo?>>
Mi mordo la lingua, sperando non si accorga di ciò che ho detto.
<<L'hai lasciato per venire da me?>>
<<Uno, non l'ho 'lasciato per te', egocentrico. Era solamente finito l'appuntamento>> chiarisco, sottolineando l'ultima parola. Sembra dargli fastidio. <<E poi, Gennaro, non potevo sapere che quel fuori di testa che aveva deciso di scrivermi eri tu.>>
<<Come fai a sapere il mio nome?>>
Rido ancora una volta amaramente. <<Ti intrufoli nelle camere degli altri, mi scrivi senza che io ti abbia mai dato il numero, e mi chiedi come ho fatto a dedurre che Genn è il diminutivo di Gennaro? Ah già, forse ti chiami Gennaio. Allora piacere, io mi chiamo Febbraio.>>
<<Io non sono mai entrato in...>> si ferma, sbuffando. <<Sei proprio odiosa.>>
<<Sono anche abbastanza furba, Gennaio lo Stalker. So che mi hai portato qui per un motivo, e ora sei in dovere di dirmelo.>>
<<No>> nega. <<Ho cambiato idea.>>
<<Ti sembra sia una scusa valida?>>
<<Senti..>> incomincia. <<Ero solo curioso>>
Sorrido nella penombra. <<Ti mancavo, Gennaro?>> chiedo sarcasticamente, solo per punzecchiarlo e farlo innervosire.
<<No!>> risponde velocemente emettendo un forte sospiro. <<Una come te non potrebbe mai mancarmi.>>
Abbasso lo sguardo, fissando i piedi che continuano a spingermi. Nonostante io sia una grande stronza, la parte più bambina di me è ancora terribilmente sensibile e in costante paura di non essere accettata.
Sfortunatamente se ne accorge. <<Cioè.. Non ti conosco nemmeno.>> si giustifica.
<<Non eri quello che era così convinto di conoscermi?>> gli ricordo.
<<Forse certe volte esagero con le parole. In realtà, solo con te>> aggiunge.
<<Magari perché sono l'unica ragazza che non ti ha detto quanto i tuoi occhi sono belli?>> tiro a indovinare, spostandomi una ciocca di capelli che il vento mi ha fatto ricadere sul viso.
<<Non sei prevedibile e basta.>>
<<Non mi conosci e basta. L'hai appena detto.>>
Lo vedo annuire. <<Alex si comporta in modo strano.. Cioè, mi sembra sia così. Non lo conosco così bene>> cambia discorso.
Corrugo le sopracciglia, non capendo dove voglia arrivare. <<Che cosa mi vuoi dire?>>
<<Tu capisci quando le persone mentono, l'hai fatto anche con me.>>
<<Alex mi mente sulle cose più futili e non riesce a resistere tre secondi senza cedere. Però di solito balbetta. Ma che diavolo te lo dico a fare, sei venuto qui per mettermi contro di lui?>>
<<No> risponde tranquillamente. <<State insieme?>> continua, come se non fosse niente.
<<Dio, Gennaro io.. Sei.. Non ho parole. E comunque sì stiamo insieme. Potresti aggiungerlo alla lista dei mille motivi per cui dovresti lasciarmi stare>> sbotto alzandomi in piedi e passandomi una mano tra i capelli.
<<Violet, stai balbettando>> mi fa notare. <<Direi proprio che non state insieme.>>
Alzo gli occhi al cielo. <<Ecco il primo motivo, sei solo un grandissimo presuntuoso. Potrei restare ad elencarti tutti gli altri, se non fosse per il fatto che non voglio restare qui con te un secondo in più.>>
Si alza anche lui e si avvicina con una faccia parecchio arrabbiata. <<Possibile che ogni frase che dici sia per dimostrarmi quanto tu sia migliore di me?>> dice con un tono quasi esasperato.
Scuoto la testa. <<No Genn. Ti spiego solo quanto tu faccia schifo tanto quanto me.>>
Mi volto ed esco, lasciandolo da solo. E spero vivamente che sia l'ultima volta che senta la sua voce. Grazie a lui, tutta la mia serata perfetta è stata rovinata.
Dio quanto lo odio.
Arrivo a casa, facendo attenzione a non fare rumore e svegliare i miei genitori. Apro la porta della mia camera e metto sotto carica il telefono per guardare un'ultima volta i messaggi.
'Sto benissimo con te.'
Sorrido. 'Anche io Alex, anche io.' Rispondo, pensandolo veramente.
Ma mentre sto per spegnere di nuovo il telefono, mi arriva un altro messaggio. Da un numero che non ho salvato.
Oh no.
'Invece di puntare il dito su di me, dovresti stare attenta alle persone che ti stanno intorno. Più vicino di quanto pensi.'
Ovviamente è stato Gennaro a scrivermelo. Certe volte quel ragazzo sembra uscito da un film horror.
Sto per rispondergli sarcasticamente quanto non dormirò stanotte per la paura che mi ha procurato con il suo avvertimento, ma rinuncio.
Mi metto sotto le coperte e le mie palpebre cedono al sonno.
BAELL!!
Ok, è ufficialmente il mio nuovo saluto ahah.Comunque, non so se avete notato, ma il video di Empty Bed l'han tolto. Fanculo.
Almeno Genn ha messo pubblico il suo profilo Instagram🎉🎉
Aspetto solo le date del tour!
Alice
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Friday // Urban Strangers
Fanfiction"Beh, oggi è un giorno speciale" mi dice innocentemente. Una triste risata esce dalle mie labbra, facendole alzare un sopracciglio. Il mio sguardo si rivolge verso la luna, e ciò mi fa ripensare a lei. "Oggi è venerdì"