Capitolo 26

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Possiamo batterli, ancora e per sempre
Oh possiamo essere Eroi,
Anche solo per un giorno

David Bowie






Riduco gli occhi a due fessure, mentre osservo Alex dall'altra parte del tavolo. Non ci degna di uno sguardo, mentre tiene il telefono all'altezza del tavolo ed è parecchio intento a messaggiare.

Alzo un po' il mento per curiosità, ma appena lo faccio lo nota e abbassa il suo iPhone, in modo che io non possa vedere. Si fa vedere dopo settimane e non ha intenzione di spicciare una parola?

Torno a guardare Genn dalla parte di fronte del tavolo, e sembra confuso quanto me.

Quando avevo visto Alex sullo stipite della porta, la mia sorpresa nel vederlo è stata enorme. Evidentemente quanto la sua, siccome ha incominciato a camminare all'indietro, volendo evitarmi come sempre. Mentre se ne stava per andare, Rosa ed Ella erano corse giù e avevano fermato il loro tour della casa, disturbate e attratte dal suono del campanello. Era stata dura per loro convincere Alex a restare, ma non impossibile, siccome, alla fine, siamo tutti seduti al tavolo, davanti a dei pasticcini.

<<Corraggio, prendete!>> ci incoraggia Rosa. Mia madre non esita e ne prende subito uno al pistacchio, seguita dalle due sorelle, che scelgono dei cannoncini. Io Genn e Alex, che intanto ha riposto il telefono sul tavolo, girato all'incontrario, non sembriamo voler muoverci. So che lui è venuto qua per un motivo, so che abbiamo bisogno di parlare.

<<Come mai così silenzioso, Alex?>> indaga Ella, mia madre. In effetti lui non è affatto un tipo silenzioso, ma ora si sta solo limitando a far spallucce. <<È da un po' che non ti vedo, non avrete mica litigato tu e Violet?>>

<<No, affatto>> sorride nervosamente. Sembra aver cambiato espressione. <<In realtà, stiamo insieme>>

Socchiudo le labbra e spalanco gli occhi. Cosa ha appena detto?

<<Che carini!>> si complimenta Amelia. Ma non c'è niente da complimentarsi, sono giorni ormai che mi ha lasciata con la semplice scusa che sono una 'puttana', lasciando appassire un'amicizia salda che dura da anni.

Sento le guance andare a fuoco, e diventa sempre più difficile respirare. Mi tengo salda al tavolo, perché sento che potrei cadere da un momento all'altro.

<<Violet, perché non me l'hai detto?>> si lamenta mia mamma. Le lancio uno sguardo sconvolto, mentre ho la gola bloccata. Il mio respiro è sempre più affannoso.

Mi giro verso Genn, che mi guarda con disprezzo. Oh merda, lui crede veramente che io stia con lui. <<Io vado in bagno>>

<<Tu resti qui>> protesto, senza nemmeno accorgermene. Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e, con fatica, le respingo.

<<Hai anche il controllo della mia vescica, Violet?>>

Alzo gli occhi al cielo. <<Ti sembra il momento?>>

<<Ehi ehi calma>> prova a sistemare la situazione Imma, ma con scarsi risultati.

<<Di andarmene? Sì>> detto questo scompare e lo sento salire su per le scale. Capisco che sta mentendo, siccome il bagno è qui di sotto, ci sono appena stata. Probabilmente è andato in camera sua, scappando dai problemi come di suo solito. Non lo biasimo, lo farei anche io, se ne avessi la possibilità.

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