Capitolo 32

1.1K 90 49
                                    

[Alessio mi bullizza wattpad]



Cross my heart and hope to die
Burn my lungs and curse my eyes
I've lost control, I don't want it back
I'm going numb, I've been highjacked
It's a fucking drag
Nicotine - Panic! At the disco






Sono così poche le notte in cui hai la possibilità di dormire spensierata, senza fare degli incubi, senza nessuna sveglia che suoni. Forse è questo il motivo principale per cui si ama, o per lo meno io amo, la domenica mattina.

La scuola mi sta uccidendo letteralmente, e in tutta la settimana non ho fatto altro che studiare. Non sono mai stata una secchiona, perché sono una persona che si distrae facilmente; ma in questo caso spremere la testa sui libri è una distrazione in sé. E devo essere conciata molto male per considerare lo studio una fonte di distrazione dalla realtà.

Ed è il mio sonno così profondo a farmi imprecare dopo che, alla terza chiamata ricevuta, leggo il nome sul display.

Sbuffo, cercando di mantenere la calma e non sbattere il telefono contro il pavimento. Se chiama dev'essere sicuramente qualcosa di importante. Spero.

<<Ho bisogno di un favore, è urgente!>> sento dire appena accetto la chiamata.

Ma che bel buongiorno. <<Ciao anche a te mamma.>>

<<Sono al supermercato dove vado di solito>> attacca il discorso, senza nemmeno considerarmi. <<Oggi ho il corso di cucina sai, e sono qui a comprare il necessario. Sai avevo in mente di cucinare una..>>

<<Vai al punto, mamma>> cerco di chiudere il suo monologo. Controllo l'ora sul telefono, e sono solo le 9 di mattina.

<<Ho dimenticato il portafoglio a casa. Potresti portarmelo?>>

Cosa? Riattacco velocemente la chiamata. Non andrei per nessun motivo al supermercato a quest'ora, tantomeno per una questione così futile.

Mi giro dall'altra parte, ma torno sul telefono non appena lo sento vibrare.

Leggo il messaggio. 'Potevi almeno lasciarmi finire. Comunque, il portafoglio è sul tavolo della cucina, ti voglio bene.'

Mi alzo con molta, ripeto, molta, fatica. Prendo la prima maglietta sul mucchio di vestiti sulla sedia, siccome dovrebbe essere quella che indossavo ieri. Tengo i pantaloni del pigiama, sperando sembrino quelli di una tuta.

Chi me lo fa fare?

🍍🍍🍍🍍

Trovo quasi subito mia madre nel reparto della frutta.

<<Dici che una salsa ai mirtilli starebbe bene?>> la sento chiedere a qualcuno di fianco a lei, che non riesco a riconoscere finché non si volta verso di me.

<<Oh, ciao Violet. Mi sono offerta di pagare, ma tua madre si è rifiutata categoricamente>> mi saluta. <<Comunque, con la panna cotta starebbe meglio la salsa ai lamponi, secondo me.>>

<<Ciao, Rosa>> ricambio il saluto alla giovane madre di Gennaro.

Sono quasi intenta a chiederle se ha portato quell'idiota di suo figlio, ma mi trattengo. Ovviamente la risposta è no.

Friday // Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora