Capitolo 20

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This place is so empty
My thoughts are so tempting
I don't know how it got so bad
Sometimes it's so crazy
That nothing can save me
But it's the only thing that I have

Sum 41 - Pieces



Ad aprirci la porta è una donna sulla quarantina.

Ha dei lunghi capelli dalle sfumature rosse, lisci come spaghetti, e occhi color nocciola.

Ha un viso trascurato, pieno di rughe e profonde occhiaie, ma nonostante tutto è ancora una bella donna.

<<Siamo qui per sapere di mio fratello>> esordisco senza lasciare spazio all'immaginazione.

Le sue labbra abbozzano un sorriso, con sempre l'aria trasandata. <<Entrate pure>> dice facendoci spazio.

Tiro un sospiro e mi giro verso Marta, cercando la sicurezza nel suo sguardo, che evidentemente mi manca.

La casa è normale, nulla di particolare o stravagante, piuttosto ordinaria. Mi guardo intorno, cercando di memorizzare i particolari. Le foto dentro i grandi quadri appesi alle pareti raffigurano solo paesaggi, parecchi romanzi rosa sul tavolino, dei cardigan appoggiati su una sedia, un burro cacao lasciato su un mobile. Non sembra esserci alcuna traccia di un ragazzo della mia età. Nessun pallone, rivista di calcio o altre cose stupide che piacciono a loro. Il nulla. Eppure non posso aver sbagliato casa, non so quante volte ho controllato l'indirizzo.

<<Dov'è lui?>> vado dritta al punto. <<Chi è?>> chiedo nuovamente, perché è questa la domanda che mi tormenta.

<<Sedetevi>> ci ordina.

E così facciamo, mentre la vediamo sfrecciare via in un'altra stanza. Sussurro un <<Mi dispiace>> a Marta, sapendo che sarei dovuta venire da sola.

Di rimando, allunga il braccio, prendendomi la mano e stringendola, finché non rivediamo la donna tornare.

Guardo i suoi occhi, velati dalla tristezza di non so cosa. Sembra tormentata.

Mi porge una fotografia, e tendo la mano per prenderla.

Curiosa la guardo, e rimando un po' interdetta. Non riconosco subito quegli occhi verdi così sinceri, quel grande sorriso contornato da adorabili fossette, quei riccioli biondi che ricadevano sulla fronte.

Giro la foto, e noto una firma scarabocchiata. 'Thomas', con affianco una faccina sorridente. Sembra una persona parecchio simpatica.

Giro la foto verso Marta. <<Lo conosci? Faceva i drink nella discoteca qui vicino, fino a qualche anno fa. Non l'ho più visto in giro>>

<<Sì, mi ricordo di lui>> mi conferma, annuendo.

Mi rivolgo alla donna. <<L'han licenziato?>>

Una lacrima le scorre lungo il viso, è una brutta sensazione prende il controllo su di me. Improvvisamente gli occhi mi diventano lucidi, e sento sbocciare l'amore verso un fratello che non ho mai potuto avere, che non potrò mai avere.

<<Quando sono andata a letto con tuo padre, non ero a conoscenza di tua madre. Ero ancora giovane, sai? Credevo che mi amasse veramente. Credevo fosse arrivato il mio momento. Credevo fosse amore. Invece il giorno dopo, quando mi alzai dal letto, l'altra parte era vuota. Mi disse di essere già impegnato, e che tutto era stato solo un enorme sbaglio>> incomincia a raccontare.

Friday // Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora